BARI - La direttrice dell’area Epidemiologia e Care Intelligence dell’Aress Puglia,
sulla questione dell’aggiornamento dello studio epidemiologico su Taranto relativo
anche alle emissioni dell’ex Ilva, conferma che in relazione alle dichiarazioni del prof.
Marescotti circa l’aggiornamento dello studio di coorte, l’attività è in corso, così come
programmato.
L’attività è inserita recentemente nel più ampio quadro di iniziative a tutela della salute e dell’ambiente previste dal Programma di Interventi sui Siti Contaminati nell’ambito del Piano Nazionale Complementare al PNRR, che coinvolge 14 regioni e 22 SIN, coordinato dalla Regione Puglia.
Purtroppo non è possibile ignorare che la pandemia ha comportato una riduzione dell’attività di diagnosi nel biennio 2020-2021, in tutta Italia, ed è quindi risultato opportuno prevedere un’estensione del periodo di osservazione che comprenda almeno il 2023.
Questo aspetto rappresenta tuttavia anche un’opportunità, dal momento che lo studio di Taranto verrà accompagnato da un piano coordinato di studi di coorte, in molti dei siti coinvolti nel progetto nazionale, in modo da poter definire un quadro condiviso di riferimento, anche metodologico.
Va tuttavia precisato che l’aggiornamento dello studio di coorte concluso nel 2016 e il successivo studio difference in difference pubblicato nel 2019 hanno già supportato, in modo per noi inequivocabile, l’esistenza di un nesso causale tra le emissioni del siderurgico e la mortalità per tumore del polmone e per malattie cardiovascolari, suggerendo altresì l’associazione con altri esiti, tumorali e non.
Le attività di ricerca in corso hanno l’obiettivo di estendere l’osservazione anche su altri effetti sanitari, per contribuire alla costruzione delle evidenze tra esposizione all’inquinamento industriale e malattie.
L’attività è inserita recentemente nel più ampio quadro di iniziative a tutela della salute e dell’ambiente previste dal Programma di Interventi sui Siti Contaminati nell’ambito del Piano Nazionale Complementare al PNRR, che coinvolge 14 regioni e 22 SIN, coordinato dalla Regione Puglia.
Purtroppo non è possibile ignorare che la pandemia ha comportato una riduzione dell’attività di diagnosi nel biennio 2020-2021, in tutta Italia, ed è quindi risultato opportuno prevedere un’estensione del periodo di osservazione che comprenda almeno il 2023.
Questo aspetto rappresenta tuttavia anche un’opportunità, dal momento che lo studio di Taranto verrà accompagnato da un piano coordinato di studi di coorte, in molti dei siti coinvolti nel progetto nazionale, in modo da poter definire un quadro condiviso di riferimento, anche metodologico.
Va tuttavia precisato che l’aggiornamento dello studio di coorte concluso nel 2016 e il successivo studio difference in difference pubblicato nel 2019 hanno già supportato, in modo per noi inequivocabile, l’esistenza di un nesso causale tra le emissioni del siderurgico e la mortalità per tumore del polmone e per malattie cardiovascolari, suggerendo altresì l’associazione con altri esiti, tumorali e non.
Le attività di ricerca in corso hanno l’obiettivo di estendere l’osservazione anche su altri effetti sanitari, per contribuire alla costruzione delle evidenze tra esposizione all’inquinamento industriale e malattie.