(Foto Roberta Krasnig) |
Baby K è la cantautrice più cosmopolita del nostro paese: nella sua carriera ha raccolto non solo successi radio e da classifica ma anche 5 dischi d’Oro, 17 dischi di Platino e soprattutto un Disco di DIAMANTE grazie a “Roma – Bangkok”, unica canzone al femminile in Italia ad aver raggiunto questo traguardo (sono pochi gli artisti in generale che dalle certificazioni FIMI possono vantare di avere un disco di Diamante appeso in casa: Sia è l’unica donna internazionale che con Ed Sheeran e Luis Fonsi hanno ottenuto un Diamante per un singolo nel nostro paese mentre Jovanotti, Modà, Vasco Rossi, Ligabue e Renato Zero per un album).
Oggi, dopo quasi 13 anni di carriera durante la quale ha alternato rap, pop e reggaeton cercando sempre qualcosa di nuovo, nuove influenze e nuovi mondi da esplorare, BABY K torna con un nuovo singolo, “FINO AL BLACKOUT”, che interpreta perfettamente la sua costante ricerca sonora e sposa la necessità di coniugare una musica che la rappresenti ad un testo che la racconti, come donna e come artista.
Claudia Judith Nahum (questo il suo vero nome), firma di “FINO AL BLACKOUT” testo e musica e per la prima volta la produzione insieme a Macs (negli anni aveva già avuto modo di collaborare in fase di produzione ma mai era arrivata ad una presenza così importante nella chiusura di un brano).
Solo qualche giorno fa BABY K aveva postato sui suoi social queste parole:
Mi sono presa una pausa dai social. Ho voluto lavorare in silenzio, perché è quando ci allontaniamo dal chiasso che lo spirito ha modo di comunicare con la nostra mente.
La mia vita in musica è iniziata nel 2007 ed è stato un viaggio folle, stupendo, fatto di alti e bassi, evoluzioni, cambiamenti, lavoro, ricerca e risultati assurdi… e tutte queste cose mi hanno portato inevitabilmente a chiedermi oggi “cosa vuoi dire? “cosa vuoi rappresentare?” e la domanda più difficile: “Claudia, chi sei”? Quest’ultima è una domanda che mi pongo da quando sono piccola, che riporta alla mia mente ricordi di spostamenti tra culture e paesi diversi, il sentirsi sempre un alieno in cerca del suo vero contesto, allontanarsi ogni volta da amici e famiglia cercando di ricostruire il mio concetto di “casa” e di appartenenza.
Lo stesso è accaduto con la musica. In questi mesi è stato prezioso per me muovermi dietro le quinte, per far tornare quel fuoco, quella fotta, quella voglia di apparecchiarsi il tavolo da sola e dire “f*anculo io sono questa”. Io non voglio seguire, io voglio creare perchè sentirsi diversi è un’arma, è la fonte, ti rende UNIC* e tu che leggi non dimenticarlo mai! Soprattutto io voglio condividerlo con chi mi segue, con chi mi ha aspettato, chi mi capisce davvero, con voi. Per questo, i social non bastano… ma ci arriverò poco a poco e “fidandomi di un battito”(cit.) Mi mancate, ma stiamo per ripartire.
Un messaggio questo che apriva da una parte la strada all’arrivo di nuova musica ma che dall’altra voleva dare la possibilità a Claudia di farsi conoscere come artista ma soprattutto come donna, una donna forte, indipendente, capace di dire a se stessa: “qualunque cosa succeda fuori da quella porta, il caos che il mondo sta vivendo, io sono pronta a tutto, sono pronta a ripartire da me stessa, ad andare avanti per la mia strada”.
Se è vero che le donne di oggi sono sempre più consapevoli di loro stesse, del loro ruolo e delle loro capacità, BABY K è oggi una donna che rivendica la propria indipendenza e l’amore per se stessa e la libertà di poter usare, come nelle migliori canzoni pop, parole apparentemente leggere per raccontare uno stato d’animo, una necessità (“Mettiti il rossetto stanotte, c’è profumo di caos, balliamo fino al Blackout”).