BARI - Questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo di Città, l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, assieme ai referenti di progetto, al dirigente della ripartizione Servizi alla Persona del Comune di Bari Giancarlo Partipilo e alla funzionaria della ripartizione Adriana Tangari, ha incontrato una rappresentanza di circa 200 famiglie facenti parte delle platea di oltre 1000 cittadine e cittadini baresi che hanno aderito ai programmi di Welfare di comunità sviluppati in questi ultimi cinque anni a Bari e attualmente in fase di riavvio. Nel corso dell’incontro, sono stati presentati, assieme ai coordinatori di progetto e ai diretti protagonisti, i risultati delle azioni solidali realizzate.
Le famiglie che hanno partecipato all’incontro hanno dato, in questi anni, la loro disponibilità per l’accompagnamento e il sostegno di adulti con disagio psico-sociale, migranti, anziani soli, famiglie in una fase di fragilità, nell’ambito dei programmi di Welfare di comunità. Nel corso dell’evento sono state ascoltate le storie e le testimonianze delle persone protagoniste dei progetti e sono stati consegnati attestati di riconoscimento a tutti i cittadini solidali presenti all’incontro.
I programmi di Welfare di comunità hanno previsto, in casa, nelle comunità, nei campi Rom, nei centri sociali - attraverso esperienze di tutoraggio, mutuo aiuto, mentoring e affiancamento - l’accoglienza di anziani soli, persone con disagio psico-sociale, progetti con famiglie vulnerabili e altre esperienze.
I percorsi di accompagnamento hanno previsto la costituzione di albi formali comunali, una selezione, colloqui di motivazione, una fase di formazione, l' affiancamento, la creazione di équipe di assistenti sociali, psicologi ed educatori, la definizione del progetto individuale di affiancamento e l'avvio delle azioni, oltre a momenti di periodica valutazione.
“In questi anni, una delle sfide più ambiziose realizzate nell’ambito delle politiche sociali è stata quella di investire su forme di Welfare di comunità, per costruire interventi e forme di sussidiarietà tra pubblico, privato e società civile – ha affermato Francesca Bottalico -. I numeri e i risultati, le testimonianze raccolte, raccontano di una storia costruita che è davvero straordinaria. Solo negli ultimi cinque anni, sono oltre 1000 le cittadine e i cittadini solidali che hanno aderito a questi progetti di Welfare e, dopo la formazione, avviato un progetto di accompagnamento ad anziani soli, adulti con disagio psico-sociale o minori privi di una rete familiare. Progettualità come Pippi, SAVES, Famiglie senza confini, R.S.C - che ad oggi continuano a ricevere riconoscimenti, nazionali e internazionali - sono diventate un modello per altre amministrazioni e sono state definite buone pratiche a livello nazionale. Sono esempi di un nuovo Welfare comunitario e generativo, in cui crediamo molto; un Welfare capace di investire su risorse pubbliche, su politiche innovative e su una forte cultura della solidarietà, facendo leva sul coinvolgimento e sulla partecipazione attiva della società civile al benessere collettivo”.
SAVES: Un progetto di affido dedicato agli anziani soli, a disabili adulti e a persone fragili, che trovano nella famiglia accogliente un sostegno, cure e un’opportunità per vivere con gioia e serenità e in compagnia, eliminando una condizione di vita in solitudine specialmente per gli anziani.
Famiglie Senza Confini - adulti e minori: un’esperienza di accoglienza in famiglia per i ragazzi, adolescenti e neomaggiorenni, e adulti migranti costretti a lasciare il proprio Paese e la propria famiglia a causa di conflitti. Trovano nell’accoglienza della famiglie affidatarie un riferimento affettivo ed educativo e uno spazio di ascolto e sostegno.
Famiglie Solidali (PIPPI): Un percorso di solidarietà tra famiglie, in cui una famiglia ne accoglie un' altra, prestando sostegno e vicinanza, coerentemente con i bisogni espressi e le peculiarità del territorio e del contesto di vita delle famiglie. La vicinanza solidale si concretizza in azioni di vicinato, iniziative personalizzate di volontari, sostegni forniti da associazioni o gruppi informali, aiuti della rete familiare allargata. Il progetto mette al centro la creazione di legami e relazioni che potranno proseguire al di là della durata del programma.
Il Progetto Nazionale per l’Inclusione e l’Integrazione dei Bambini Rom, Sinti e Caminanti (R. S. C.) rivolto a famiglie e bambini Rom presenti sul territorio cittadino prevede l’individuazione di famiglie d'appoggio che, insieme agli operatori di progetto, supportano i bambini Rom nel percorso di inclusione e inserimento nel tessuto scolastico e sociale del territorio barese.
Servizio affido: un servizio di aiuto per i bambini e gli adolescenti appartenenti a famiglie che vivono situazioni di temporanea difficoltà. Un’altra famiglia, appositamente selezionata e seguita dai servizi pubblici e privati convenzionati, si prende temporaneamente cura del minore accogliendolo nella propria casa e nella propria vita ogni giorno e condividendo con lui affetti ed emozioni.