Bari, prezzi tra i 700 e i 1000 euro per locazioni in città
BARI – I prezzi di locazione di unità abitative nella città di Bari oscillano tra i 700 e i 1.000
euro al mese. E’ quanto emerge dai dati analizzati da Rubino Immobiliare sulle operazioni immobiliari
portate a termine nel 2023.
La storica azienda, con 40 anni di esperienza sul mercato immobiliare barese e pugliese, ha effettuato un’analisi sull’intero ammontare delle operazioni immobiliari realizzate dai suoi consulenti nel 2023. Un bivani nel centro città, ad esempio, può essere locato per 7-800 euro al mese, mentre nelle zone semicentrali, fuori dal murattiano, si scende anche 5-600. Le unità immobiliari più grandi possono arrivare a sfiorare i 1.000 euro di affito al mese. In tutti i casi, si va affermando sempre più la formula di contratti di locazione della durata media di 12-18 mesi e, sempre più spesso, per appartamenti già ammobiliati. Il commento di Andrea Rubino, presidente di Rubino Immobiliare: “La spinta del turismo c’è stata e, inevitabilmente, il mercato immobiliare barese ne ha risentito. Tuttavia, non vanno demonizzati i proprietari che intendano mettere a reddito un appartamento, magari quello in più, magari ereditato e che, altrimenti, rappresenterebbe solo un costo”.
“Va detto, però – prosegue Rubino – che la situazione generale non è così estrema come si potrebbe credere. Le cifre per le locazioni sono ancora abbordabili, anche nel centro città o nelle zone appena fuori dal cuore di Bari. Un mercato immobiliare, quindi, che mantiene cifre in linea con la media nazionale e che garantisce un ritorno di investimento, per i proprietari, sul 3-5% rispetto all’investimento iniziale”. “Va da sé – conclude il presidente di Rubino Immobiliare – che non è il caso di estremizzare o lanciare allarmi. I proprietari di case, a fronte di un piccolo utile, si prendono rischi abbastanza alti. Si pensi alle vicende nelle quali il canone non viene più corrisposto o alle spese di manutenzione straordinaria delle unità immobiliari. Tutto con una grande incognita che potrebbe abbattersi su tutti noi, la cosiddetta direttiva Casa Green dell’Unione Europea che potrebbe costringere a grandi investimenti che non tutti potranno permettersi”.
La storica azienda, con 40 anni di esperienza sul mercato immobiliare barese e pugliese, ha effettuato un’analisi sull’intero ammontare delle operazioni immobiliari realizzate dai suoi consulenti nel 2023. Un bivani nel centro città, ad esempio, può essere locato per 7-800 euro al mese, mentre nelle zone semicentrali, fuori dal murattiano, si scende anche 5-600. Le unità immobiliari più grandi possono arrivare a sfiorare i 1.000 euro di affito al mese. In tutti i casi, si va affermando sempre più la formula di contratti di locazione della durata media di 12-18 mesi e, sempre più spesso, per appartamenti già ammobiliati. Il commento di Andrea Rubino, presidente di Rubino Immobiliare: “La spinta del turismo c’è stata e, inevitabilmente, il mercato immobiliare barese ne ha risentito. Tuttavia, non vanno demonizzati i proprietari che intendano mettere a reddito un appartamento, magari quello in più, magari ereditato e che, altrimenti, rappresenterebbe solo un costo”.
“Va detto, però – prosegue Rubino – che la situazione generale non è così estrema come si potrebbe credere. Le cifre per le locazioni sono ancora abbordabili, anche nel centro città o nelle zone appena fuori dal cuore di Bari. Un mercato immobiliare, quindi, che mantiene cifre in linea con la media nazionale e che garantisce un ritorno di investimento, per i proprietari, sul 3-5% rispetto all’investimento iniziale”. “Va da sé – conclude il presidente di Rubino Immobiliare – che non è il caso di estremizzare o lanciare allarmi. I proprietari di case, a fronte di un piccolo utile, si prendono rischi abbastanza alti. Si pensi alle vicende nelle quali il canone non viene più corrisposto o alle spese di manutenzione straordinaria delle unità immobiliari. Tutto con una grande incognita che potrebbe abbattersi su tutti noi, la cosiddetta direttiva Casa Green dell’Unione Europea che potrebbe costringere a grandi investimenti che non tutti potranno permettersi”.