FEDERICO AVERSA - Incontrare Paolo Foresio per parlare di turismo a Lecce non è una delle cose più semplici da fare. Assessore al turismo, allo sviluppo economico, alle attività produttive, spettacolo e sport, mi accorgo della sua popolarità a passeggio tra le vie di Lecce quando diventa difficile concludere una frase senza che venga salutato da amici, conoscenti, cittadini comuni che gli riconoscono una presenza assidua sul territorio. Un passato e un presente pieno di attività, è tra gli esponenti più suffragati dell’Amministrazione guidata dal sindaco Carlo Salvemini nata nel 2019.
Assessore Foresio, lei è in politica già da qualche anno, ma negli ultimi 5 è stato
amministratore, con un ruolo da protagonista e diverse deleghe. Come è cambiata la città in
questi anni?
La città è cambiata profondamente, sfido chiunque a dire il contrario. Io mi onoro di sedere in Consiglio Comunale dal 2009, quando avevo 28 anni e ho visto le due amministrazioni di Paolo Perrone. Il nostro arrivo è stato per certi aspetti traumatico, avevamo un debito accertato di 104 milioni di euro che abbiamo portato a 50 milioni e che, se tutto va bene, verrà azzerato nel 2029. Nonostante le difficoltà abbiamo dato una visione alla città, rendendola sempre di più europea, moderna, a trazione turistica, e che potesse migliorare la qualità della vita dei cittadini e di chi la visita. È cambiato l’approccio, il sindaco e gli assessori incontrano i cittadini, gli uffici hanno le porte aperte, non ci sono anticamere o telefonate di amici degli amici per incontrare chi governa. E poi stiamo investendo 130 milioni di euro di finanziamenti, e non solo quelli del PNRR, che ci faranno vedere presto un’altra città.
Nei giorni scorsi si sono tenuti i tavoli di co-progettazione per il Piano Strategico del Turismo e della Cultura nonostante siate a fine mandato. Questo è un segnale del fatto che vi augurate una vittoria per poter portare avanti la vostra visione su questi temi per i prossimi 5 anni?
Si certo. Lecce è una destinazione turistica relativamente giovane. È nata da pochi anni, grazie al lavoro di tanti privati, grazie agli eventi e grazie all’aiuto della Regione. Ma mai con una organizzazione pubblica locale. Dal 2017 abbiamo creato una rete tra gli operatori che spesso non si conoscevano neanche. Abbiamo lavorato insieme per una strategia di comunicazione, per capire quali target colpire, per ampliare la stagione. Basti pensare che siamo partiti da una stagione che andava da luglio a settembre, mentre oggi si fa turismo a Lecce da Pasqua a novembre. E questo è frutto di una strategia. Con il Piano Strategico si vuole creare una vera e propria cabina di regia. Consegneremo alla città un documento aperto, non chiuso, che non sia il libro dei sogni ma una relazione sulle attività, i tempi di realizzazione e i soldi necessari.
Le opportunità all’orizzonte non mancano: quest’anno il G7 sarà un’occasione per tutta la Puglia. ecce è pronta alla visibilità che ne scaturirà?
Credo proprio di sì. Abbiamo avuto la Cruise di Dior nel 2020, purtroppo nel mezzo della pandemia con le complicazioni del caso. Ma la visibilità è stata notevole e abbiamo dimostrato di essere pronti a questo tipo di grandi eventi. Il G7 è un’opportunità turistica per tutta la regione, parliamo di migliaia di persone solo durante i 3 giorni della manifestazione, ma la risonanza sarà mondiale e la città sarà pronta non solo ad accogliere le presenze ma anche gli investimenti degli operatori dei prossimi anni. Già ora l’offerta turistica si è ampliata, basti pensare ai tanti palazzi del centro storico che sono diventati di recente dei boutique hotel, e che si propongono a una clientela di alto livello.
In questi 5 anni, qual è la cosa più bella che le sia capitata, e cosa invece si poteva fare meglio?
Sicuramente di bello c’è l’incontro con i cittadini che mi ha sempre trasferito grandissime emozioni. Vedere bambini felici all’inaugurazione di un nuovo campetto di calcio o alla consegna di un nuovo parco sono cose che difficilmente si dimenticano. Se ti prendi responsabilità e prometti il cambiamento, poi devi lavorare molto, ed inevitabilmente qualcosa si poteva fare meglio. Per esempio, mi rammarico di non essere riuscito ad intercettare il finanziamento per il rifacimento della pista di atletica nel Campo Montefusco, che meriterebbe una riqualificazione per poter ospitare molte più gare di campionati maggiori ma sono certo che lo faremo presto. La pandemia, poi, in qualche modo ci ha rallentato in tante cose, non possiamo non tenerne conto se su 5 anni, 2 sono stati bloccati per un problema di caratura mondiale.
Tra le sue deleghe anche quella all’edilizia sportiva, com’è la situazione dello stadio e l’eventuale possibilità di crearne uno nuovo?
Diciamo innanzitutto che è importante che il Lecce rimanga in serie A, lo dico sia da tifoso sia da amministratore di questa città perché questo contribuisce al turismo sportivo. Credo che la società stia facendo un ottimo lavoro, noi come amministrazione abbiamo messo ordine, facendo un bando per lo stadio e chiudendo i rapporti pendenti fra il Comune e l’US Lecce. È stata predisposta una nuova concessione a canone relativamente basso perché legato agli investimenti per l’ammodernamento dell’impianto a carico della società, interventi che sono stati fatti. Ma non c’è solo calcio, stiamo investendo 25 milioni sugli impianti sportivi, con un piano che coinvolge tutti gli sport. Avremo a breve il palazzetto del pattinaggio e il centro polisportivo in via Potenza, stiamo accelerando i lavori del palasport per la ginnastica ritmica e artistica e la scherma, abbiamo riqualificato quattro palestre scolastiche. Ma tutto questo avviene perché c’è un lavoro di sinergia tra persone che si prendono un impegno e lo portano fino in fondo.
Lei non si occupa solo di politica, tra le tante attività anche quelle benefiche, una su tutti Equoevento. Come concilia le cose, dove trova il tempo?
Equoevento è un progetto bellissimo partito da Roma dall’intuizione di quattro ragazzi qualche anno fa. Da persona che ha frequentato per anni il mondo del divertimento e dell’intrattenimento, mi sono accorto di quanto cibo si sprecasse durante le varie iniziative e mi sono mosso per portare questo progetto a Lecce attraverso l’associazione di volontariato Impronte Giovani di cui sono il presidente. Con un finanziamento regionale abbiamo acquistato un mezzo di trasporto grazie al quale raccogliamo le eccedenze alimentari e le distribuiamo alle mense della Caritas.
Insomma un impegno continuo...
Di certo in questi anni mi sono impegnato in maniera totalizzante per la mia città, ci credevo e ci credo ancora e ritengo che la cosa più bella sia quella di migliorare la vita dei propri concittadini e delle proprie concittadine. Ce l’abbiamo messa tutta, non ci siamo risparmiati, anzi abbiamo sacrificato molto spesso le nostre passioni, le nostre famiglie. Se abbiamo sbagliato qualcosa lo abbiamo fatto nel tentativo di migliorare la città, seppur le condizioni di partenza non erano per nulla facili. Un enorme debito e la mancanza di personale, se si considera che abbiamo lavorato con meno della metà dei collaboratori che una città delle dimensioni di Lecce dovrebbe avere. Abbiamo fatto molto e vogliamo continuare uniti su questo percorso, Lecce sta cambiando e non si può tornare indietro.
La città è cambiata profondamente, sfido chiunque a dire il contrario. Io mi onoro di sedere in Consiglio Comunale dal 2009, quando avevo 28 anni e ho visto le due amministrazioni di Paolo Perrone. Il nostro arrivo è stato per certi aspetti traumatico, avevamo un debito accertato di 104 milioni di euro che abbiamo portato a 50 milioni e che, se tutto va bene, verrà azzerato nel 2029. Nonostante le difficoltà abbiamo dato una visione alla città, rendendola sempre di più europea, moderna, a trazione turistica, e che potesse migliorare la qualità della vita dei cittadini e di chi la visita. È cambiato l’approccio, il sindaco e gli assessori incontrano i cittadini, gli uffici hanno le porte aperte, non ci sono anticamere o telefonate di amici degli amici per incontrare chi governa. E poi stiamo investendo 130 milioni di euro di finanziamenti, e non solo quelli del PNRR, che ci faranno vedere presto un’altra città.
Nei giorni scorsi si sono tenuti i tavoli di co-progettazione per il Piano Strategico del Turismo e della Cultura nonostante siate a fine mandato. Questo è un segnale del fatto che vi augurate una vittoria per poter portare avanti la vostra visione su questi temi per i prossimi 5 anni?
Si certo. Lecce è una destinazione turistica relativamente giovane. È nata da pochi anni, grazie al lavoro di tanti privati, grazie agli eventi e grazie all’aiuto della Regione. Ma mai con una organizzazione pubblica locale. Dal 2017 abbiamo creato una rete tra gli operatori che spesso non si conoscevano neanche. Abbiamo lavorato insieme per una strategia di comunicazione, per capire quali target colpire, per ampliare la stagione. Basti pensare che siamo partiti da una stagione che andava da luglio a settembre, mentre oggi si fa turismo a Lecce da Pasqua a novembre. E questo è frutto di una strategia. Con il Piano Strategico si vuole creare una vera e propria cabina di regia. Consegneremo alla città un documento aperto, non chiuso, che non sia il libro dei sogni ma una relazione sulle attività, i tempi di realizzazione e i soldi necessari.
Le opportunità all’orizzonte non mancano: quest’anno il G7 sarà un’occasione per tutta la Puglia. ecce è pronta alla visibilità che ne scaturirà?
Credo proprio di sì. Abbiamo avuto la Cruise di Dior nel 2020, purtroppo nel mezzo della pandemia con le complicazioni del caso. Ma la visibilità è stata notevole e abbiamo dimostrato di essere pronti a questo tipo di grandi eventi. Il G7 è un’opportunità turistica per tutta la regione, parliamo di migliaia di persone solo durante i 3 giorni della manifestazione, ma la risonanza sarà mondiale e la città sarà pronta non solo ad accogliere le presenze ma anche gli investimenti degli operatori dei prossimi anni. Già ora l’offerta turistica si è ampliata, basti pensare ai tanti palazzi del centro storico che sono diventati di recente dei boutique hotel, e che si propongono a una clientela di alto livello.
In questi 5 anni, qual è la cosa più bella che le sia capitata, e cosa invece si poteva fare meglio?
Sicuramente di bello c’è l’incontro con i cittadini che mi ha sempre trasferito grandissime emozioni. Vedere bambini felici all’inaugurazione di un nuovo campetto di calcio o alla consegna di un nuovo parco sono cose che difficilmente si dimenticano. Se ti prendi responsabilità e prometti il cambiamento, poi devi lavorare molto, ed inevitabilmente qualcosa si poteva fare meglio. Per esempio, mi rammarico di non essere riuscito ad intercettare il finanziamento per il rifacimento della pista di atletica nel Campo Montefusco, che meriterebbe una riqualificazione per poter ospitare molte più gare di campionati maggiori ma sono certo che lo faremo presto. La pandemia, poi, in qualche modo ci ha rallentato in tante cose, non possiamo non tenerne conto se su 5 anni, 2 sono stati bloccati per un problema di caratura mondiale.
Tra le sue deleghe anche quella all’edilizia sportiva, com’è la situazione dello stadio e l’eventuale possibilità di crearne uno nuovo?
Diciamo innanzitutto che è importante che il Lecce rimanga in serie A, lo dico sia da tifoso sia da amministratore di questa città perché questo contribuisce al turismo sportivo. Credo che la società stia facendo un ottimo lavoro, noi come amministrazione abbiamo messo ordine, facendo un bando per lo stadio e chiudendo i rapporti pendenti fra il Comune e l’US Lecce. È stata predisposta una nuova concessione a canone relativamente basso perché legato agli investimenti per l’ammodernamento dell’impianto a carico della società, interventi che sono stati fatti. Ma non c’è solo calcio, stiamo investendo 25 milioni sugli impianti sportivi, con un piano che coinvolge tutti gli sport. Avremo a breve il palazzetto del pattinaggio e il centro polisportivo in via Potenza, stiamo accelerando i lavori del palasport per la ginnastica ritmica e artistica e la scherma, abbiamo riqualificato quattro palestre scolastiche. Ma tutto questo avviene perché c’è un lavoro di sinergia tra persone che si prendono un impegno e lo portano fino in fondo.
Lei non si occupa solo di politica, tra le tante attività anche quelle benefiche, una su tutti Equoevento. Come concilia le cose, dove trova il tempo?
Equoevento è un progetto bellissimo partito da Roma dall’intuizione di quattro ragazzi qualche anno fa. Da persona che ha frequentato per anni il mondo del divertimento e dell’intrattenimento, mi sono accorto di quanto cibo si sprecasse durante le varie iniziative e mi sono mosso per portare questo progetto a Lecce attraverso l’associazione di volontariato Impronte Giovani di cui sono il presidente. Con un finanziamento regionale abbiamo acquistato un mezzo di trasporto grazie al quale raccogliamo le eccedenze alimentari e le distribuiamo alle mense della Caritas.
Insomma un impegno continuo...
Di certo in questi anni mi sono impegnato in maniera totalizzante per la mia città, ci credevo e ci credo ancora e ritengo che la cosa più bella sia quella di migliorare la vita dei propri concittadini e delle proprie concittadine. Ce l’abbiamo messa tutta, non ci siamo risparmiati, anzi abbiamo sacrificato molto spesso le nostre passioni, le nostre famiglie. Se abbiamo sbagliato qualcosa lo abbiamo fatto nel tentativo di migliorare la città, seppur le condizioni di partenza non erano per nulla facili. Un enorme debito e la mancanza di personale, se si considera che abbiamo lavorato con meno della metà dei collaboratori che una città delle dimensioni di Lecce dovrebbe avere. Abbiamo fatto molto e vogliamo continuare uniti su questo percorso, Lecce sta cambiando e non si può tornare indietro.