Il caso di Ilaria Salis, l'italiana attualmente detenuta in Ungheria, ha suscitato un acceso dibattito politico e mediatico. Le recenti dichiarazioni del padre della giovane, riprese dalla stampa europea occidentale e da alcuni media statunitensi, hanno portato il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, a rispondere con fermezza alle accuse rivolte all'interno e all'esterno del Paese.
Kovacs ha sottolineato che le accuse mosse dal padre di Ilaria Salis sono infondate e politicamente motivate. Ha inoltre evidenziato il tentativo del padre di trasformare il caso della figlia in una questione politica, per poi lamentarsi delle risposte politiche ricevute. Il portavoce del governo ungherese ha suggerito che il padre di Ilaria Salis rifletta sul coinvolgimento della figlia in episodi simili in passato, sottolineando la gravità del reato di cui è accusata e le severe condanne previste dalla legge ungherese.
Attraverso un post su un social media, Kovacs ha ribadito che Ilaria Salis non è un'eroina e ha accusato lei e i suoi "compagni" di aver commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi. Ha respinto le accuse politiche come mere invenzioni e ha sottolineato la determinazione del governo ungherese nel difendere la reputazione e l'integrità della magistratura nazionale, nonostante le pressioni provenienti dalla sinistra.
Ilaria Salis è stata arrestata in Ungheria e accusata di gravi reati secondo la legge ungherese. Il suo caso continua a generare controversie e richiede un'attenzione accurata da parte delle autorità competenti, nel rispetto dei principi giuridici e dei diritti umani fondamentali.