FRANCESCO GRECO. ROMA – Mercoledì prossimo 10 aprile finisce il Ramadan, ricorrenza molto importante e vissuta per i Musulmani, che ogni anno cambia collocazione nel calendario. Quest’anno è iniziato il 9 marzo.
Un mese in cui i credenti si sono imposti delle regole molto precise, fra cui il digiuno purificatore e il prendere i pasti dopo il tramonto.
Cosa accadrà adesso per la Comunità Islamica? Affrontiamo l’argomento con Deborah Petruzzo, amante della cultura araba, interprete e traduttrice (anche se di madrelingua francese).
Cosa succederà fra pochi giorni?
L’interruzione del digiuno in arabo si
chiama “Eid al-Fitr”. E’ la festa che marca
la fine del Ramadan e l’inizio del
Shawwal, il 10º mese del calendario
islamico.
Cosa faranno i nostri fratelli Musulmani?
Cosa faranno i nostri fratelli Musulmani?
Durante i 3 giorni dell’Eid al-Fitr si rende
omaggio e si commemora Dio celebrando
la fine del digiuno in compagnia di
familiari e amici.
Seguendo i valori del Ramadan, l’Eid al-
Fitr è caratterizzato da un sentimento di
carità e generosità : i fedeli realizzano
donazioni ai più bisognosi in modo che
tutti possano celebrare questo momento
con un buon banchetto.
Dal punto di vista religioso?
Dal punto di vista religioso?
Come per il Ramadan, l’Eid al-Fitr è un
momento di riflessione spirituale.
Normalmente la giornata inizia molto
presto, prima del sorgere del sole. I fedeli
si lavano i denti con uno spazzolino, si
fanno una doccia e indossano degli abiti
nuovi (o comunque i migliori) prima di
recitare le preghiere mattutine.
La preghiera propria del Eid al-Fitr,
invece, tradizionalmente viene recitata in
compagnia della Comunità ,
preferibilmente in spazi aperti e, per non
pregare a stomaco vuoto, si mangiano
dei datteri in numero dispari prima di
recarsi al luogo di culto.
Il resto della giornata è dedicato alla
visita dei parenti e degli amici, ci si reca a
onorare i morti, si donano dei regali ai più
piccoli e, in generale, si augura amore e
benedizioni a tutti.
E’ vero che è anche detto “Festa Dolce”?
Certo. L’Eid al-Fitr viene talvolta chiamato la “Festa Dolce” perché di solito si mangiano parecchi dolci per celebrare la fine del Ramadan. Le moschee spesso offrono dolci prima e dopo la preghiera. Dopo questa preghiera, i Musulmani si augurano l’un l’altro “Eid Mubarak.”(nell’Islam, l’espressione Eid Mubarak significa ‘buona festa’). Augurio che, oltre dalla Comunità musulmana, dovrebbe essere anche rivolto dalle Istituzioni che, nella loro laicità , dovrebbero garantire il dialogo e la pace tra le religioni.
Ma c’è anche un risvolto molto importante e denso di significati…
Infatti segue la “Id al-Adha”, ovvero la “festa del sacrificio”, che è per i Musulmani la festa religiosa più importante dopo quella di fine Ramadan. Cade ogni anno durante l’ultimo mese lunare del calendario islamico, periodo in cui ha luogo il pellegrinaggio alla Mecca: si colloca approssimativamente nei primi giorni di settembre. Si commemora un episodio del Corano collegato alla tradizione biblica, quando cioè Dio mise alla prova la fede di Abramo chiedendogli di sacrificare suo figlio. Secondo il racconto biblico, Abramo non indugiò nell’obbedire all’ordine divino ma quando ormai stava per uccidere suo figlio, Isacco (secondo la Bibbia), Ismaele (secondo il Corano), Dio, tramite un angelo, lo fermò e gli mostrò un montone da immolare al posto del ragazzo. I musulmani commemorano questa prova di fede attraverso la macellazione di un animale.
Possiamo dire che l’idea di condivisione e di dono attraversa l’Islam e ne è un pilastro molto importante?
Sicuro. Dopo la macellazione rituale, la carne viene divisa tra parenti e amici, e distribuita anche ai più poveri e bisognosi. Le celebrazioni iniziano all’alba del primo giorno di festa con la professione di fede e sono accompagnate da una preghiera collettiva seguita dal sermone. Questa ricorrenza rappresenta un momento di aggregazione per tutta la Comunità Musulmana. Donare la carne e recitare le preghiere all’alba sono considerate le componenti essenziali della celebrazione. Nello stesso giorno in cui inizia “Id al-Adha” si conclude il pellegrinaggio annuale alla Mecca, che costituisce uno dei pilastri dell’Islam.
E’ vero che è anche detto “Festa Dolce”?
Certo. L’Eid al-Fitr viene talvolta chiamato la “Festa Dolce” perché di solito si mangiano parecchi dolci per celebrare la fine del Ramadan. Le moschee spesso offrono dolci prima e dopo la preghiera. Dopo questa preghiera, i Musulmani si augurano l’un l’altro “Eid Mubarak.”(nell’Islam, l’espressione Eid Mubarak significa ‘buona festa’). Augurio che, oltre dalla Comunità musulmana, dovrebbe essere anche rivolto dalle Istituzioni che, nella loro laicità , dovrebbero garantire il dialogo e la pace tra le religioni.
Ma c’è anche un risvolto molto importante e denso di significati…
Infatti segue la “Id al-Adha”, ovvero la “festa del sacrificio”, che è per i Musulmani la festa religiosa più importante dopo quella di fine Ramadan. Cade ogni anno durante l’ultimo mese lunare del calendario islamico, periodo in cui ha luogo il pellegrinaggio alla Mecca: si colloca approssimativamente nei primi giorni di settembre. Si commemora un episodio del Corano collegato alla tradizione biblica, quando cioè Dio mise alla prova la fede di Abramo chiedendogli di sacrificare suo figlio. Secondo il racconto biblico, Abramo non indugiò nell’obbedire all’ordine divino ma quando ormai stava per uccidere suo figlio, Isacco (secondo la Bibbia), Ismaele (secondo il Corano), Dio, tramite un angelo, lo fermò e gli mostrò un montone da immolare al posto del ragazzo. I musulmani commemorano questa prova di fede attraverso la macellazione di un animale.
Possiamo dire che l’idea di condivisione e di dono attraversa l’Islam e ne è un pilastro molto importante?
Sicuro. Dopo la macellazione rituale, la carne viene divisa tra parenti e amici, e distribuita anche ai più poveri e bisognosi. Le celebrazioni iniziano all’alba del primo giorno di festa con la professione di fede e sono accompagnate da una preghiera collettiva seguita dal sermone. Questa ricorrenza rappresenta un momento di aggregazione per tutta la Comunità Musulmana. Donare la carne e recitare le preghiere all’alba sono considerate le componenti essenziali della celebrazione. Nello stesso giorno in cui inizia “Id al-Adha” si conclude il pellegrinaggio annuale alla Mecca, che costituisce uno dei pilastri dell’Islam.