ALTAMURA (BA) - Un teatro dell'assurdo costruito intorno alla condizione dell'attesa. È questo il tema centrale di 'Aspettando', il saggio spettacolo del Laboratorio Teatrale del Liceo Classico e Musicale "G. Palmieri" di Lecce che, dopo le due repliche del 3 e 4 maggio u.s. presso i Cantieri Teatrali Koreja, giovedì 9 maggio alle ore 18 approda al Teatro Mercadante di Altamura (BA) nell’ambito della XXIX Rassegna Internazionale Teatro Classico Scolastico.
La rassegna, che si svolge ormai da 29 anni, è organizzata dal Liceo Statale "Cagnazzi" di Altamura (BA) e rappresenta un momento particolarmente importante e significativo per tutto il territorio pugliese: un’occasione per studenti e docenti delle scuole d'Italia e d'Europa per scambiare esperienze, pratiche e racconti.
Liberamente tratto da Aspettando Godot l'opera teatrale di Samuel Beckett lo spettacolo vede in scena i giovanissimi studenti: Chiara Aliberti, Maria Cristina Barletta, Giuliano Bomba, Alessandro Congedo, Valerio Corso, Nina Costa, Alessio De Giuseppe, Margherita De Reghzy, Ginevra Esposito, Giulia Ferrari, Gaia Fiorentino, Chrislyn Fortu Joy, Stella Franza, Antonio Grasso, Sergio Gull, Maria Luisa Lanzilao, Gabriella Luperto, Niccolò Martella, Stefano M. Mazzotta, Noemi Montevero, Pietro Nemola, Vittoria Neri, Martina Nuzzo, Elisa Pantaleo, Federica Rella, Serena Rizzo, Vittoria Rizzo, Maria Beatrice Ruppi, Pierluigi Russo, Andrea Scarantino Torregrossa, Maria Luna Schito, Giulia Sciarra, Pietro Angelo Tramacere, Cristina Zecca diretti da Carlo Durante e Andjelka Vulic attori e pedagoghi di Koreja. Si ringraziano la Dirigente Scolastica prof.ssa Loredana Di Cuonzo e la Tutor del progetto prof.ssa Danila Capozza.
"È con orgoglio che anche quest’anno possiamo annunciare – sottolinea la Dirigente del Liceo Palmieri, Prof.ssa Loredana Di Cuonzo – che il gruppo degli alunni coinvolti nel laboratorio teatrale del nostro Liceo, grazie alle guide di Koreja, Carlo Durante e Andjelka Vulic, sono arrivati a presentare un risultato eccezionale del loro lavoro che è limpida dimostrazione della disponibilità creativa nella messa in scena di un 'classico' della drammaturgia contemporanea come Aspettando Godot, raccontando di sé e della propria visione del mondo. La sfida che hanno scelto di intraprendere sul palcoscenico è stata ardua ma riuscitissima perché, per molti di loro, giunge a compimento di un brillante percorso scolastico e teatrale durato cinque anni".
Ad accogliere il pubblico sulla scena ci sono scarpe di ogni genere e misura. Come Estragone e Vladimiro gli allievi-attori-studenti sono in cammino sulla strada della vita che momentaneamente li vede fermi nel liceo della loro città , in attesa di maturarsi, in attesa di qualcuno o qualcosa che indichi loro la strada.
Nel frattempo cercano un posto in mezzo agli altri, cercano la loro passione o un segno che li indirizzi negli studi. Cercano la scarpa giusta per stare comodi e sentirsi se stessi.
Mentre Fausto Coppi vinceva per la quinta volta il giro d'Italia, Elisabetta II veniva incoronata regina d'Inghilterra, Elvis incideva il suo primo singolo, veniva scoperto il DNA e a Parigi debuttava En Attendant Godot di Samuel Beckett. Opera nata in francese poi tradotta dallo stesso autore in inglese col titolo Waiting for Godot, per noi italiani Aspettando Godot.
Oggi, soprattutto per chi fa teatro, è impossibile dissociare il verbo attendere da quest'opera della metà del novecento.
"Il nostro lavoro 'Aspettando...' rispetta lo scenario post bellico di Beckett, sul palco un solo albero fatto con vecchi tondini di ferro arrugginiti e ai suoi piedi un uomo su una sedia: forse il regista, forse l'anima dell'albero o forse lo stesso Beckett. È lui che prova a muovere la macchina scenica e a dirigere i trenta ragazzi che si susseguono tra cori, dialoghi, balli, momenti seri e momenti assurdi. In un testo che sembra non andare da nessuna parte e che spesso insegue se stesso fanno capolino le riflessioni degli studenti fino all'arrivo della domanda: è meglio aspettare o andare?".