Commemorazione per Aldo Moro nel 46° anniversario del suo omicidio


BARI - Nella Giornata della memoria delle vittime del terrorismo, si è tenuta questa mattina a Bari la cerimonia commemorativa per ricordare il 46° anniversario dell’omicidio di Aldo Moro, avvenuto nel 1978 per mano delle Brigate Rosse dopo una lunga prigionia.

L'evento, promosso e organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Federazione dei Centri Studi “Aldo Moro”, si è articolato in due distinti momenti significativi. Inizialmente, il sindaco di Bari ha deposto una corona d’alloro davanti al monumento commemorativo dello statista pugliese situato in piazza Aldo Moro. Successivamente, il presidente del Consiglio comunale ha deposto una seconda corona d’alloro ai piedi della lapide dedicata ad Aldo Moro e agli agenti della sua scorta, posta sulla facciata di Palazzo di Città, in corso Vittorio Emanuele.

Durante la cerimonia, il presidente della Federazione dei Centri Studi “Aldo Moro”, Luigi Ferlicchia, ha ricordato il lungo martirio di Moro, trattenuto in ostaggio dalle Brigate Rosse per 55 giorni prima di essere ucciso. Ferlicchia ha sottolineato il ruolo delle Brigate Rosse come massima espressione del terrorismo di sinistra in Italia e ha ribadito che l'omicidio di Moro rappresentò un attacco diretto alle istituzioni democratiche.

Tuttavia, Ferlicchia ha anche evidenziato che, nonostante il tragico evento, il terrorismo non prevalse. La democrazia, con i suoi valori di rispetto, progresso e coesione sociale, riuscì a sconfiggere la logica terroristica delle Brigate Rosse. La commemorazione di Aldo Moro e dei suoi sacrifici continua a rappresentare una testimonianza della forza della democrazia e della resilienza del popolo italiano di fronte alle minacce alla libertà e alla stabilità democratica.

La cerimonia di oggi ha quindi sottolineato l'importanza di mantenere viva la memoria di Aldo Moro e degli eventi tragici che portarono alla sua morte, non solo per onorare la sua figura e il suo impegno per la democrazia, ma anche per riaffermare l'ineluttabilità della vittoria dei valori democratici su quelli terroristici.

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