Danza: Maristella al 'FES' (Marocco), unica italiana


FRANCESCO GRECO.
ROMA - Tersicore si impadronì del suo cuore e della sua mente. Non restava che affidarsi senza alcuna esitazione alla dea. Così Maristella Martella (da Corsano in Terra d’Otranto) ha fatto della danza la sua ragione di vita.

Nella “terra del rimorso” (citando Ernesto De Martino), la prima declinazione non poteva che essere la taranta, il terribile ragno dalle mille password.

Ma fu solo il punto di partenza di un lungo viaggio iniziato nel 2001 (quando con Eugenio Bennato fonda la Scuola Taranta Power) per tessere una tela infinita, con residenze artistiche, progetti, performance, collaborazioni in ogni continente (oltre al Marocco: Tunisia, Francia, Egitto, Gran Bretagna, Polonia, Spagna, Libano, Palestina, Etiopia, India, Iran, Cina, Mongolia, Azerbaidjan, Svizzera, Lussemburgo, Giordania, Germania) e che si trasfigura in una ricerca continua, una sfida, un confronto col mondo, i suoi popoli, le culture, un affollamento semantico in chiave coreutica che sedimenta suggestioni, intrecci, innesti, contaminazioni, arricchimenti personali e dei territori su cui ricadono queste infinite scoperte. Perché Maristella condivide le sue scoperte tramite la sua associazione “Tarantarte”.

Una carriera di per sé prestigiosa, superlativa, che si sviluppa, come già detto, in ogni parte del mondo, trasversale alle etnie, le culture, un’osmosi continua che a giorni si arricchirà di un ulteriore, intrigante step: la danzatrice e coreografa infatti sarà (16-24 maggio) in Marocco, per un happening unico al mondo: parteciperà alla residenza artistica di creazione dello spettacolo di inaugurazione della 27ma edizione del “FES” (Festival Musiques Sacrées): unica artista italiana a collaborare alla nuova creazione del compositore francese Alain Weber (direttore artistico dell’evento), insieme a cantanti, musicisti e attori da tutto il mondo, scelti da Alain (direttore artistico), per la nuova produzione del “FES”.

Titolo: «Zyriab o la quinta corda» (Un viaggio alle fonti d'ispirazione della musica andalusa tra cielo e terra, montagne e palazzi).

“La mia collaborazione – ricorda Maristella, interprete di danza etnocontemporanea - inizia nel 2016, quando partecipai come danzatrice allo spettacolo di apertura della 22° edizione, “Femmes Fondatrices”, diretto da Weber, con la cantante salentina Cinzia Marzo e le donne Berbere di Tafraout, col sostegno del Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Sounds”.

“La quinta corda – spiega Weber entrando nel cuore vivo del concept - dalle misteriose origini storiche, quella che il leggendario Zyrîab aggiunse all'oud, si rivela, in un certo modo, come il simbolo dell'anello mancante: quello dell'etere, l'anima del cosmo. La musica delle sfere e dei pianeti immaginata da Pitagora (VI secolo a.C.) diventerà poi fonte di ispirazione per grandi studiosi arabi come Al Kindî (IX secolo) o Al- Fârâbî (X secolo).

L'Andalusia, forse ancor più che il simbolo di una civiltà basata sull'incontro delle tre religioni monoteistiche, è attraverso il carattere di Zyriâb, l'espressione di una circolazione tra Oriente e Occidente.


In primo luogo, c’è l’asse Baghdad – Cordoba che, sullo sfondo dell’antagonismo tra le dinastie Abbaside e Omayyade, genererà lo sbocciare di un’eccezionale raffinatezza. Allora emergerà una cultura ispano-araba. La pratica recitativa detta “sawt” istituita da Zyriâb continuerà nell'arte del nûbat, delle cantigas, della jota, dei canti ladini e, nonostante le riserve di alcuni musicologi, del flamenco.

Quest'idea di un'Andalusia armoniosa, dove la bellezza della natura, delle stelle, nutrita dalla conoscenza degli antichi e dall'antica poesia beduina, dove coesistevano i testi sacri della Torah, della Bibbia e del Corano, è l'ultimo rifugio di un visione dell’esistenza di fronte, tra le altre cose, alle sfide ecologiche del nostro tempo.

Il programma proposto per la ventisettesima edizione del Fes Festival sarà un invito ad approdare sulle sponde dell'emozione, della conoscenza e forse per qualcuno anche dell'estasi, dove ciascuna sponda chiama l'altra, costantemente, necessariamente, fin dall'antichità”.

Maristella riflette sul background storico: “Quando la musica araba diventa andalusa, eredita gli insegnamenti di filosofi antichi come Al Firdûsî o Al Kindi, a loro volta ispirati dai pensieri di Pitagora e Platone. La loro visione del cosmo e dei pianeti legata alla musica si allinea a quella del poeta del deserto, che contemplava la vastità del cielo stellato.

Poeta, cantante e musicista di origine curda, Abou Al-Hassan Ali Ibn Nâfi, detto “Zyriab” (“l'uccello o il merlo”), stravagante principe di questa grande saga andalusa, ci porterà attraverso cieli e montagne, alla corte omayyade dell'emiro 'Abd al-Rahman II a Cordoba in una mostra che riunirà artisti provenienti da Uzbekistan, Iran, Siria, India, Spagna, Egitto, Italia, Armenia, Francia e Marocco”.

ARTISTI

Rabie Katti, attore
Sanaa Maharathi, cantante
Saïd Belcadi, cantante
Omar Boutmazzoukht, lothar
Haidouss Ensemble di Oulmès
Smadj, oud e sound design
Khaled Aljaramani, oud
Loup Barrow, Cristal Baschet, Juan Carmona
quartet

Madalena Ensemble sotto la direzione di

Manu Théron
Haïg Sarikouyoumdjan
Foad Yareh, cantante
Meghdad Shahhosseini
Shukronakhon Kamalkhodjaeva, danza
Shokhsanam Turunpulatova, danza
Ergashova Hushnozaoy, danza
Mukhamed Janov Gulamjon, danza
Con il sostegno del Ministero della Cultura
della Repubblica dell'Uzbekistan
Maristella Martella, danza
Nubie Al Hamy, danza
Karim Naggar, danza
Ramadan Fadi, danza
Islam Hany, danza
Alain Weber: concept e direzione
Christophe Olivier: lighting design
Franck Marty & Pierre Le Quéau: mapping
dello spettacolo
Sila Herrera: illustrazione
Soudabeh Kia: consulente musicale.

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