FOGGIA - Nella serata di ieri, un infermiere del servizio 118 di Foggia è stato brutalmente aggredito da un uomo soccorso a seguito di un incidente stradale in città. L'aggressione si è verificata non appena l'ambulanza intervenuta sul posto è giunta al pronto soccorso degli ospedali Riuniti.
L'infermiere, che ha preferito mantenere l'anonimato, ha raccontato all'ANSA l'orrore dell'esperienza: "Già mentre scendeva dall'ambulanza l'uomo ha dato pugni contro il mezzo. Poi in pronto soccorso mi ha colpito con un pugno in pieno volto e una serie di schiaffi in testa". Ha riportato ferite guaribili in 10 giorni e nei prossimi giorni formalizzerà la denuncia contro l'aggressore.
L'autista e il soccorritore che erano intervenuti con lui a bordo dell'ambulanza sono stati anch'essi aggrediti verbalmente.
L'aggressore è stato sottoposto a controlli medici e dimesso. Le forze dell'ordine sono intervenute grazie all'allarme lanciato da un'infermiera del pronto soccorso tramite un dispositivo portatile di emergenza, recentemente fornito attraverso un accordo tra polizia di stato e direzione generale del Policlinico.
L'infermiere aggredito ha espresso amarezza e preoccupazione: "Non veniamo tutelati da nessuno. Lavoriamo per portare il pane a casa, per mantenere le nostre famiglie, i nostri figli. Non possiamo vivere così, con la paura che ci accada qualcosa. Chiediamo maggiore tutela".
L'infermiere, che ha preferito mantenere l'anonimato, ha raccontato all'ANSA l'orrore dell'esperienza: "Già mentre scendeva dall'ambulanza l'uomo ha dato pugni contro il mezzo. Poi in pronto soccorso mi ha colpito con un pugno in pieno volto e una serie di schiaffi in testa". Ha riportato ferite guaribili in 10 giorni e nei prossimi giorni formalizzerà la denuncia contro l'aggressore.
L'autista e il soccorritore che erano intervenuti con lui a bordo dell'ambulanza sono stati anch'essi aggrediti verbalmente.
L'aggressore è stato sottoposto a controlli medici e dimesso. Le forze dell'ordine sono intervenute grazie all'allarme lanciato da un'infermiera del pronto soccorso tramite un dispositivo portatile di emergenza, recentemente fornito attraverso un accordo tra polizia di stato e direzione generale del Policlinico.
L'infermiere aggredito ha espresso amarezza e preoccupazione: "Non veniamo tutelati da nessuno. Lavoriamo per portare il pane a casa, per mantenere le nostre famiglie, i nostri figli. Non possiamo vivere così, con la paura che ci accada qualcosa. Chiediamo maggiore tutela".