Macchine che apprendono

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SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI
- Il giorno 28 maggio, presso la sala dell’Odegitria, ha avuto luogo un interessante e proficuo confronto con professionisti in vari ambiti delle Scienze Umane. L’evento, dal titolo “Intelligenza artificiale, medicina ed etica,” patrocinato da numerose associazioni, è stato organizzato dal CIF Comunale di Bari, presieduto dalla Dr. Benedetta Sasanelli. La Dr. Sasanelli ha salutato i presenti, dedicando una frase a ciascun relatore per identificarne le intrinseche qualità.

È intervenuto Don Franco Lanzolla, sollecitando seri approfondimenti per evitare la robotizzazione delle persone. L’avvocato Maria Carravetta ha moderato l’incontro, prestando estrema attenzione agli interventi di Padre Ruggiero Doronzo, esperto in comunicazione, scrittore, frate minore cappuccino; dello scrivente, psicologo psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico e Vicepresidente nazionale dell’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus; e del Prof. Filippo Maria Boscia, illustre ginecologo e presidente nazionale dell’AMCI.

Padre Ruggiero, da par suo, ha consentito ampie riflessioni sui risvolti più inquietanti della Intelligenza Artificiale in ambito sociale. Ha commentato vari video poco noti che dimostrano come le potenze economiche tentino di appropriarsi della tecnologia più avanzata per rendere obbediente il mondo. Il tutto è apparso abbastanza preoccupante per i risvolti che potrebbe avere, ad esempio, la replicazione di volti e voci. L’invito forte rivolto al folto pubblico da parte di Padre Ruggiero è stato quello di vigilare sulla consapevolezza e sull’eticità delle cose, per non trasformarsi in meri robot al servizio delle lobby economiche. Numerosi sono stati gli esempi che porrebbero in serio pericolo le relazioni umane, la comunicazione e il dialogo.

Il Prof. Filippo Maria Boscia ha affermato: “Innumerevoli sono i campi di applicazione dell’I.A. che spaziano dal sociale a tante altre realtà: lavorative, industriali, medico-assistenziali, militari, di sorveglianza, di comunicazione, ecc. La mia riflessione si limiterà a sottolineare gli utilizzi in ambito sanitario e assistenziale, che inevitabilmente impattano profili bioetici, ma che hanno anche innegabili ricadute giuridiche e legali, caratterizzando tutte le varie grandi emergenze contemporanee. Desidero analizzare e descrivere i tanti differenti processi volti a produrre sistemi computerizzati, ormai parte di quell’immenso bagaglio tecnologico che operatori sanitari e medici devono possedere per migliorare i servizi di diagnosi e cura. Questi sistemi rendono più rapide ed efficaci indagini epidemiologiche, basate sulla raccolta dati da cui deriveranno percorsi di cura personalizzati, ormai definiti ‘terapie sartoriali.’ Le innovazioni riguardano la telematica, la robotica, tutti i settori di diagnosi per immagini, diagnosi laboratoristiche e biomolecolari. I progressi delle neuroimaging, se da un lato incrementano la speranza e l’accettabilità dell’intelligenza artificiale, dall’altro lato ripropongono la raccomandazione di base, più volte sottolineata da Paolo Benanti e Sebastiano Maffettone, i quali evidenziano il pericolo di incidere sulla libertà cognitiva, soprattutto se involontariamente si dovessero decodificare le attività cerebrali. L’etica ci impone prudenza nella progettazione, esecuzione e messa a punto di varie applicazioni. Stiamo attenti a non togliere tra paziente e medico quei canali di empatia, di fiducia e di alleanza. La possibilità di provare reciproci sentimenti di compassione e di sostegno sono insostituibili per superare la crisi umana connessa alla malattia, e anche nei casi gravi, ad affrontare la prospettiva della morte. Ribadiamo l’importanza dell’umanità e della umanizzazione in Medicina, canoni indispensabili per armonizzare in positivo medicina e tecnologia.”

Per quanto riguarda chi scrive, ho inteso, tramite diapositive, facilitare la riflessione sui grandi pensatori come Lucrezio quando afferma che “si trova che la nozione del vero nasce direttamente dai sensi e che ai sensi non si può dare smentita,” come T.S. Eliot che sostiene che nel XVII secolo si è verificata una dissociazione della sensibilità dalla quale non ci siamo più ripresi, o come Maria Montessori la cui frase “la mano è l’organo dell’intelligenza” illumina i nostri orizzonti. In sintonia con Padre Ruggiero ho ricordato che Papa Francesco ha scritto: “In quest’epoca che rischia di essere ricca di tecnica e povera di umanità, la nostra riflessione non può che partire dal cuore umano. La sapienza del cuore è perciò quella virtù che ci permette di tessere insieme il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le altezze e le fragilità, il passato e il futuro, l’io e il noi.” Invero, il corpo, una sorta di lira di Apollo, ci appare oggi a volte disarmonico perché sempre più finto, protesico, macchinale. Dal postumano all’emergere del preumano il passo è breve. Esiste invero una pericolosa retorica intorno ad una possibilità meravigliosa, la cosiddetta AI, che senza la dovuta informazione rischia di condurre tutti sull’orlo dell’abisso, in una sorta di fagocitante buco nero. L’AI è solo uno strumento complesso, un ausilio come può essere un qualsiasi altro, ma anche un elemento di rischio, facilitando il passaggio a una “deficienza naturale.” D’altra parte, il Presidente SPI S. Thanopulos non ha esitato a sostenere che “La mente incorporea minaccia così la nostra vita.” Questo rende l’essere umano sempre più manipolabile dato il vuoto di creatività e spirito critico costruttivo. In tal senso, urge osservare che si occulta il vero problema: il tentativo, ormai in atto da anni, di cancellare il libero arbitrio.

Mi sono permessa anche di sottolineare che sul mercato esistono i Sex Robot. A dicembre scorso, McMullen e Realbotix hanno lanciato sul mercato il primo modello di sex robot dotato di AI, con capacità di movimento e quant’altro. Questo non sostituisce l’atto d’amore che i greci indicavano come “atto divino.” Si sono chiesti se i sex robot possano avere un valore terapeutico per problemi della libido, disfunzione erettile, eiaculazione precoce, ecc. Ma è emerso il problema della perdita di intimità con i propri simili, ragion per cui rimane non dimostrato il fatto che i bisogni dei pazienti potrebbero essere soddisfatti. L’impiego dei sex robot, al contrario, potrebbe peggiorare le cose. E allora ascoltiamo le parole di Sua Santità: “Le macchine ‘intelligenti’ possono svolgere i compiti loro assegnati con sempre maggiore efficienza, ma lo scopo e il significato delle loro operazioni continueranno a essere determinati o abilitati da esseri umani in possesso di un proprio universo di valori.”