Ritorno al passato: lo spalma-crediti per il Superbonus

Il recente annuncio del governo riguardante lo spalma-crediti per il Superbonus ha riportato alla luce una soluzione dal sapore antico, che potrebbe richiamare alla mente alcuni eventi passati. Tra il 2008 e il 2011, al fine di ridurre l'impatto dell'ecobonus (all'epoca fissato al 55%) sulle finanze pubbliche, si ricorse all'allungamento del recupero delle detrazioni da tre a cinque rate annuali, per poi estenderlo a dieci. Tuttavia, nel 2012, con il rinnovo del 36%, si abbandonò l'approccio delle rate per i contribuenti di almeno 75 o 80 anni.

La soluzione attuata ora dal governo sembra non discostarsi molto da quella adottata in passato. Come sottolineato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, per la prima volta si sta valutando un intervento su spese già sostenute a partire dal 1° gennaio 2024, con l'obbligo di estendere le detrazioni del Superbonus, del bonus per le barriere architettoniche e del sisma bonus a dieci anni. I dettagli del testo di conversione del decreto-legge 39/2024, che uscirà dall'Aula del Senato questa settimana e successivamente verrà approvato definitivamente dalla Camera entro il 29 maggio, saranno cruciali per comprendere appieno le implicazioni di questa decisione.

Questo cambiamento solleva però dubbi sia tra le imprese che tra i committenti. La differenza tra il recupero delle detrazioni in quattro anni e in dieci risulta fondamentale. Ad esempio, su un investimento medio di 196.000 euro (dato medio Enea) per riqualificare con il Superbonus al 70% nel 2024 una casa bifamiliare in comproprietà tra coniugi, la rata annuale scende da 17.150 euro a 6.860 euro, ipotizzando che i beneficiari si dividano l'agevolazione.

La spalmatura in dieci anni, riducendo l'importo della rata, potrebbe addirittura facilitare l'accesso al Superbonus per coloro che hanno redditi medio-alti. La detrazione diventa obbligatoria per coloro che non hanno avviato i lavori entro il 29 marzo. Secondo il Ministero delle Finanze, solo il 3,4% dei contribuenti dichiara un'imposta sufficientemente alta da poter usufruire di un bonus di 17.150 euro, mentre la percentuale aumenta al 15% se la rata scende a 6.860 euro. Ciò significa che il reddito necessario si riduce da 70.000 a 35.000 euro.

Il governo ha previsto, inoltre, un emendamento che salva la compensazione dei crediti in quattro rate, relativa al Superbonus, o cinque nel caso del bonus per le barriere architettoniche e del sisma bonus. L'allungamento a sei anni entrerà in vigore dal 2025 per le banche che hanno acquistato crediti a un prezzo inferiore al 75% del valore nominale.