The Beach Boys... e quel genio di Brian Wilson


MASSIMO IAVARONE - Nel 1965, dopo aver ascoltato Rubber Soul dei Beatles, dall’altra parte dell’oceano, un certo Brian Wilson, leader e genio assoluto dei Beach Boys, capisce che deve fare qualcosa e, ascoltando il loro album, capisce che la musica era ad una svolta storica.

Si stacca dalla band che, in quel momento, stava partendo per una tournee in Giappone ed alle Hawaii, e si chiude nel suo studio di registrazione. Avrà contatti solo con il paroliere che avrà il compito di creare una sorta di concept album, descrivendo gli stati d’animo di Wilson.

'Pet Sounds' è un ulteriore passo in avanti nella rivoluzione musicale iniziata dai Beatles, innanzitutto per l’utilizzo di strumenti inusuali inseriti negli arrangiamenti, come campanelli di biciclette, macchine da scrivere e corni svizzeri. A completare gli arrangiamenti, sarà quel Wall of sound (tecnica di produzione musicale) creata all’epoca da uno dei più grandi produttori, Phil Spector.

Dalla canzoni che riecheggiavano il sole, il surf, la California, qui l’album si fa più strutturato e ricco di suoni. Il primo singolo Caroline no, usci solo a nome di Brian Wilson, in seguito il brano fu inserito nell’album a nome del gruppo.

Al ritorno dalla tournee, il resto della band e la casa discografica, nel momento dell’ascolto, ne rimangono scioccati definendolo un'opera invendibile e con un suono da animali (da qui nacque l'idea del titolo).

Brian Wilson, sicuro della genialità dell'opera, mette di tasca sua parte del denaro per la produzione. Il successo è stratosferico, tanto da considerato tra i primi 3 dischi più influenti nella storia della music. Canzoni come Wouldn’t be nice, Sloop John B, rimangono dei capolavori, ma sarà God only knows il diamante dell’album, scritto insieme a Tony Asher, un capolavoro che merita di essere sempre ascoltato. 

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