'Tra diritto e salute, le nuove prospettive della Medicina Penitenziaria': al via oggi un ciclo di incontri organizzati da ASL e Associazione nazionale magistrati di Bari


BARI – “Tra diritto e salute, le nuove prospettive della Medicina Penitenziaria”: parte oggi un ciclo di incontri organizzati da ASL e Associazione nazionale magistrati di Bari nei quali magistrati, avvocati e sanitari saranno a confronto sulla tutela della salute del detenuto e sulle questioni etiche, giuridiche e deontologiche che accompagnano il trattamento sanitario in ambito penitenziario.

L’iniziativa è promossa e coordinata dalla Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati di Bari, guidata dalla dottoressa Antonella Cafagna, e dalla Unità Operativa Complessa di Medicina Penitenziaria, diretta dal dottor Nicola Buonvino. La prima tavola rotonda si è tenuta oggi dal tema “Autodeterminazione del paziente in stato di detenzione: profili etici e giuridici del rifiuto delle cure”, nella sede della Procura, dove sono intervenuti per i saluti istituzionali il direttore generale facente funzioni ASL, Luigi Fruscio e il Procuratore di Bari, Roberto Rossi.

I successivi incontri - che si svolgeranno nei giorni 30 maggio e 6 giugno 2024 – affronteranno i seguenti temi: “Il carcere e gli effetti psicologici della detenzione; patologie psichiatriche preesistenti e psichiatrizzazione” e “La gestione della sanità penitenziaria. Numerosi i profili di approfondimento, che saranno oggetto di riflessione e dibattito, nella forma della tavola rotonda, con la partecipazione di magistrati, avvocati, esperti delle discipline sanitarie (psichiatri e psicologi forensi) oltre che di rappresentanti di organismi ed istituzioni coinvolte (ASL, DAP, Comitato di Bioetica, Garante).

Il primo tema affrontato riguarda la “libera scelta” del paziente in stato di detenzione: a partire da una recente sentenza della Corte europea su un caso di alimentazione forzata su un detenuto, è sempre più controversa la questione che pone il problema della compatibilità tra una condizione forzata di limitazione della libertà e il pieno godimento del diritto alla salute.

Il secondo tema è attinente alla psichiatrizzazione. Negli istituti penitenziari le manifestazioni psicopatologiche sono particolarmente frequenti e possono rappresentare la continuazione o l’accentuarsi in carcere di disturbi psichici già esistenti o al contrario una risposta di tipo psicotico al trauma dell’imprigionamento, del rimorso per il delitto commesso, della previsione di condanna o della sofferta condanna. La discussione avrà lo scopo di riflettere sulle difficoltà legate alla gestione di stati angosciosi connessi alla condizione di detenzione, cui segue spesso la comparsa di disturbi depressivi, dissociativi, distruttivi dell’autostima e della consapevolezza di sé, talora con gravi esiti patologici.

Con il terzo incontro si vuole, infine, aprire una finestra sull’attuale e reale gestione della salute dei cittadini ristretti all’interno degli istituti penitenziari, dove il dovere costituzionale di tutela e garanzia della salute non coinvolge solo gli operatori sanitari, ma numerosi ed altri stakeholders che a vario titolo contribuiscono alla salvaguardia di tale diritto.