Analisi: perverse e antidemocratiche, le leggi elettorali

FRANCESCO GRECO - SUE 3,8, Azione 3,3, PTD (Santoro) 2,2. Sono Bonino, Renzi e Calenda i veri sconfitti delle Europee 2024. L’arroganza e l’autosuggestione, unite ai sondaggi taroccati, giocano brutto scherzi.

Perché hanno perso? Liste autoreferenziate: dove sono i Vannacci e le Salis dei tre schieramenti? Hanno candidato poeti di provincia, sconosciuti ai più.

Ma anche confusione ideale: Santoro era per la pace e per la Nato. Renzi e Calenda sono stati sconfitti dall’agenda Draghi e dalle armi all’Ucraina. Come diceva Zavattini: ogni tanto occorre prendere l’autobus per sapere come la pensano i popoli.

Vivono sospesi sulla nuvoletta di Fantozzi. Come fanno a non capire che quel mondo appartiene ormai a ieri? Pirandello diceva: “Non si riconoscono per morti e si credono vivi”. Non sappiamo come sarà il mondo di domani, abbiamo però una certezza: quello di ieri è in necrosi.

Ma non è su questo che intendiamo speculare, bensì sull’idea di rappresentatività. I suddetti schieramenti, più le schede bianche e nulle, sommate alle astensioni, sono un bel pò di milioni di cittadini esclusi, non rappresentati. Ora sull’astensione se ne dicono di ogni, dal qualunquismo alla fuga dalla responsabilità civica le accuse più lievi. Oltre ai tanti bizantinismi: se non voti voti per chi governa.

Al contrario: l’astensionismo è il top della responsabilità, ha una grande valenza politica, è lo specchio ustorio della morte della politica, o quanto meno lo svanire della sua aura di nobiltà: a cui contribuiscono performance come “sono la stronza della Meloni” e siparietti come la rissa in Parlamento davanti agli occhi del mondo, che ci qualifica per quello che siamo diventati: volgare guapparia.

L’idea di rappresentatività è nella Costituzione ma negata de facto. Le soglie di sbarramento unite alle firme sono una delle tante declinazioni 2.0 del fascismo sottinteso in cui siamo finiti.

Chi rappresenta quei mondi di cui sopra? Cittadini che fanno il Pil e che danno da mangiare alla signora e agli attaccabrighe rissosi. Che la mattina si alzano presto e guidano treni, accudiscono malati negli ospedali, siedono dietro una scrivania a scuola, preparano il caffè nei bar. Invece di analisi sopraffine, da capello spaccato in otto, è sui perversi meccanismi elettorali che bisogna soffermarsi. Quei cittadini sono garantiti e rimessi nel gioco democratico solo dal proporzionale puro, senza sbarramento alcuno (e senza firme).

Su questa idea occorre lavorare, metterla in agenda, non sulla lana caprina. Il proporzionale della prima Repubblica nata dalla Resistenza è il massimo della democrazia, la voce intima dei territori, basta col maggioritario che li desertifica con la delega in bianco e gli eletti decisi prima per fedeltà al capo, non ai cittadini. Che uccide la democrazia.

Del premierato, come dicono a Trastevere, non ce ne può fregar di meno. Ma continuare con le soglie e le firme è diabolico e perverso. Un modo come tanti di uccidere la democrazia, già cagionevole nel tunnel viscido di questo fascismo nonostante in cui siamo finiti e che non è percepito né raccontato. Se in morte della democrazia nascono mostri, intorno a noi ne vediamo tanti…

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