NICOLA RICCHITELLI – Sarà il numero due in lista, dopo la giornalista Lucia Annunziata, per il Partito Democratico alle prossime elezioni europee in programma l’8 e il 9 giugno. Dopo dieci anni al governo della città di Bari, Antonio Decaro si prepara per una nuova sfida: «È stata l’esperienza umana più bella della mia vita. Ho avuto l’onore e la fortuna di accompagnare la mia città in un percorso di crescita straordinaria, per cui ancora oggi ringrazio i baresi». Nel prossimo futuro potrebbe passare dal Palazzo di Città di Corso Vittorio Emanuele alla sede del Parlamento Europeo: «Voglio rappresentare la politica dei sindaci anche in Europa. La politica di prossimità, vicina ai cittadini. Vorrei essere un punto di riferimento per tanti amministratori locali alle prese con i fondi e i progetti europei e con le difficoltà ad essi connessi. Vorrei portare la mia esperienza di sindaco in Europa e quello che la mia città mi ha insegnato».
A poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, e all’ultimo miglio di una campagna che lo ha visto girare in lungo e in largo nelle ultime settimane, accogliamo sulle pagine del Giornale di Puglia, Antonio Decaro.
Ingegnere, innanzitutto le do il benvenuto sulle pagine del nostro giornale. Come sta?
A.D.: «Innegabilmente provato ma molto contento di aver attraversato e conosciuto tante comunità del sud che mi hanno insegnato tanto. Certamente termino questa campagna elettorale più ricco e più determinato a rappresentare le voci del sud lì dove tutto ormai si decide: in Europa».
Da Bari a Bruxelles, da Corso Vittorio Emanuele al Parlamento Europeo. Qual è stato l’input che ha portato a questa sua candidatura?
A.D.: «Voglio rappresentare la politica dei sindaci anche in Europa. La politica di prossimità, vicina ai cittadini. Vorrei essere un punto di riferimento per tanti amministratori locali alle prese con i fondi e i progetti europei e con le difficoltà ad essi connessi. Vorrei portare la mia esperienza di sindaco in Europa e quello che la mia città mi ha insegnato».
Ancora qualche giorno e la sua campagna elettorale volgerà al termine. Che giorni sono stati?
A.D.: «Sono stati giorni frenetici, intensi ma entusiasmanti. Ho incontrato tanti compagni di viaggio che hanno percorso un tratto di strada insieme a me, ho conosciuto luoghi e comunità che non conoscevo. Ho attraversato il sud, le sue difficoltà ma anche le sue eccellenze. Non siamo la zavorra che qualcuno artatamente vuole far credere, siamo una grande opportunità per l’Europa».
Quali sono i cardini su cui ha poggiato il suo programma elettorale?
A.D.: «Il lavoro è una priorità per il Mezzogiorno d’Italia. Non c’è crescita senza lavoro. Questa è per noi la questione madre. Il Governo non ha rinnovato l’accordo per la decontribuzione alle aziende del sud che avevamo ottenuto dopo il Covid. Questo credo sarà un grosso problema per le nostre imprese e per i lavoratori a partire dal 1° luglio. Su questo punto saremo determinati. Così come è arrivato il momento di avviare una seria politica contro lo spopolamento. Questo è un tema su cui da presidente Anci mi sono molto battuto con i sindaci delle aree interne e dei piccoli Comuni. In queste settimane ho visitato borghi bellissimi di aree del nostro Paese che davvero rischiano di essere abbandonati, con tutte le conseguenze del caso».
Cosa può significare una sua elezione a Bruxelles per il territorio e quindi per la regione Puglia tutta?
A.D.: «Avere un interlocutore affidabile e presente. Sono una persona che ha sempre fatto politica sul territorio perché è l’unico modo che conosco per conoscerlo e conoscerne i bisogni e le istanze. La Puglia ma anche le altre regioni del sud avranno in me un riferimento in Europa ma anche vicino a loro».
Ingegnere, cosa ha significato per lei essere sindaco della città di Bari per dieci anni?
A.D.: «È stata l’esperienza umana più bella della mia vita. Ho avuto l’onore e la fortuna di accompagnare la mia città in un percorso di crescita straordinaria per cui ancora oggi ringrazio i baresi. Ho vissuto insieme alla mia città i momenti più belli e quelli più brutti. Insieme abbiamo affrontato tante sfide, abbiamo sognato un futuro migliore e lo abbiamo anche progettato. Bari resterà sempre la mia casa e la mia famiglia, questa città mi ha insegnato a essere sindaco ma anche a essere una persona migliore. So che ci sono ancora tante cose su cui lavorare e tanti problemi ma sono orgoglioso di lasciare certamente una comunità più forte».
Che Bari lascia oggi e perché il prossimo 9 giugno Bari dovrebbe scegliere Vito Leccese quale suo successore?
A.D.: «Vito Leccese sarà un sindaco giusto, dotato di una forte sensibilità ambientalista e progressista, capace di far fare alla città un ulteriore passo in avanti nel processo di internazionalizzazione che abbiamo cominciato. Vito e la sua squadra sapranno amministrare la città con grande consapevolezza e attenzione, perché consapevoli dei temi ancora aperti e sapranno offrire a Bari una visione per i prossimi cinque anni affrontando con competenza le sfide che abbiamo davanti».
Ma soprattutto ingegnere, perché Antonio Decaro al Parlamento Europeo e perché i pugliesi dovrebbero scrivere il suo nome?
A.D.: «Perché sono una persona che si è sempre impegnata per la propria comunità. Non ho mai lasciato niente al caso e ho sempre combattuto per i diritti della mia città. Vorrei portare questa esperienza in Europa, a servizio dei territori del sud, delle aree interne, ma anche delle grandi città. Credo che l’Europa non possa che trarre vantaggio da un sud più forte, capace di crescere e investire sulle sue competenze e le sue potenzialità».