Arte: Matino, i 'Di-segni poetici' a Palazzo Del Tufo

MATINO (LE) - A distanza di 17 anni dalle prime mostre sulla Poesia Visiva e da 12 anni dall’inaugurazione del Museo Arte Contemporanea Matino (MACMa), il 30 giugno, alle 19.30 nel Palazzo Marchesale Del Tufo (Sede del MACMa), piazza San Giorgio, Matino, il Sindaco Giorgio Salvatore Toma, il Delegato ai Beni Storico Culturali e Museo MACMa Antonio Costantino e i curatori Salvatore Luperto e Anna Panareo inaugureranno il nuovo allestimento della Collezione Di-segni poetici e l’installazione performativa Il Libro Liberato di Ferruccio Cajani, interpretata da Liliana Ebalginelli.

La Collezione permanente Di-segni poetici è costituita da opere di noti artisti nazionali dell’ambito del linguaggio verbo-visivo.

Importanti autori che hanno fondato movimenti culturali, che fanno parte della storia delle neoavanguardie sperimentali della seconda metà del Novecento tra cui il Gruppo 70 con Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini e del Gruppo 63 con Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Elio Pagliarani, Alberto Arbasino, Umberto Eco e Pignotti.

I due gruppi segnarono una svolta significativa, delineando i nuovi obiettivi della letteratura contemporanea in sintonia con quelli della letteratura d’Oltralpe internazionale.

Entrambi i movimenti si caratterizzano per lo sperimentalismo introdotto nell’ambito letterario- artistico.

Il Gruppo 70, ispirandosi alla stampa e alla pubblicità ne mutua la forma, il carattere tipografico, le sue varie grandezze e l’impaginazione.

Il Gruppo 63, rifuggendo dalla narrativa amena, dall’etica idealizzata del Neorealismo e dagli epigoni dell’Ermetismo, si accosta invece ad un linguaggio diretto e autentico dei personaggi e della categoria sociale cui appartengono o dell’ambiente in cui si sono formati o vivono.

L’installazione performativa è costituita da tavole manoscritte (sparse casualmente sulle pareti e sul pavimento) in cui si esprime, in forme immediate, violente ed estreme, il senso della vita e della morte nella visione dell’autore.

Campeggia l’elemento erotico e l’invettiva politico-sociale. Ogni immagine, nel suo aspetto estetico bidimensionale, assume un valore poliedrico sul piano semantico e visivo.

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