FEDERICO AVERSA - Quando è ancora in corso lo spoglio delle ultime schede, specie nei comuni più grandi, le riflessioni sul futuro del territorio sono d’obbligo. Con un occhio puntato in particolare sul turismo, dato soprattutto il particolare momento che viviamo in Puglia. In questi anni la crescita del comparto turistico, innegabile sotto ogni aspetto, è stata spesso disomogenea, con effetti da prime pagine internazionali, in alcune zone, e risultati molto sotto le aspettative in altri punti, seppur nevralgici, della regione.
Sul piano quantitativo, basti pensare che il 35% delle strutture ricettive è
concentrato in appena 11 comuni, Vieste, Bari, Polignano a Mare, Monopoli, Fasano, Ostuni,
Taranto, Lecce, Gallipoli, Otranto, Porto Cesareo (dato del 2022, fonte Puglia Promozione). Ne
consegue che intere province, vedi la BAT, offrono pochi posti letto nonostante le bellezze
artistiche e naturali disseminate in ogni angolo. Sul piano qualitativo si registra una forte, ma
ancora insufficiente, crescita del servizio offerto. Vi è una crescita culturale, senza dubbio, del
cittadino medio, che finalmente trova nel turismo una grande opportunità di crescita economica e
sociale. I piani di formazione verso i più giovani registrano un certo entusiasmo, (si vedano i
numeri degli aderenti ai corsi ITS Turismo Puglia), ma soprattutto si inizia a capire come il turismo
possa essere un volano di crescita economica e sociale.
Un ruolo fondamentale lo gioca la politica, seppur bistrattata dalle misere percentuali di elettori che si sono recati al seggio, e che, in alcuni specifici casi ha contribuito alla realizzazione di piccoli miracoli. Non sono passati inosservati i cambiamenti, in termini di servizi e di conseguenza anche in termini di gradimento da parte dei turisti, in città come Bari o Brindisi dove ha funzionato una certa sinergia tra pubblico e privato. Doveroso quindi l’appello ai nuovi Sindaci che andranno a insediarsi nelle prossime settimane: rendiamoci conto del momento storico che viviamo per concentrare i nostri sforzi per dare quello slancio definitivo di cui la regione ha bisogno.
Un ruolo fondamentale lo gioca la politica, seppur bistrattata dalle misere percentuali di elettori che si sono recati al seggio, e che, in alcuni specifici casi ha contribuito alla realizzazione di piccoli miracoli. Non sono passati inosservati i cambiamenti, in termini di servizi e di conseguenza anche in termini di gradimento da parte dei turisti, in città come Bari o Brindisi dove ha funzionato una certa sinergia tra pubblico e privato. Doveroso quindi l’appello ai nuovi Sindaci che andranno a insediarsi nelle prossime settimane: rendiamoci conto del momento storico che viviamo per concentrare i nostri sforzi per dare quello slancio definitivo di cui la regione ha bisogno.
Rilanciare
il turismo in ognuno dei nostri piccoli borghi, con una visione di quanto si possa e si debba fare da
oggi ai prossimi 10 anni, promuovere la rete tra gli operatori del settore, ascoltando gli investitori
privati che credono in questo territorio, ed evitare così quelle speculazioni sui prezzi da parte dei
pochi (e poco) furbi che ci rendono protagonisti di ogni estate su giornali e social. Fondamentale
investire nei servizi, oggi molto spesso carenti, tenendo conto dei nuovi trend turistici che
guardano essenzialmente a sostenibilità e tecnologia. Questi gli aspetti che non possono
prescindere dai programmi amministrativi di chi, oggi o fra 15 giorni ai ballottaggi, verrà eletto ad
amministrare i nostri comuni, e che marcano la differenza tra chi a questo territorio vuole bene e
chi no.
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