Confronto sulle disuguaglianze: da Bari 100 esperti mondiali lanciano idee al G7


BARI - Le disuguaglianze non sono inevitabili; derivano da scelte politiche che hanno modificato la distribuzione delle risorse e delle opportunità nel corso degli anni. Questi temi saranno al centro di una Conferenza Internazionale organizzata dal Dipartimento di Economia e Finanza dell'Università di Bari, diretto dal professor Vito Peragine, in collaborazione con la London School of Economics. L'evento, sostenuto da Ance, Banca Popolare Pugliese, Banca di Credito Cooperativo Bari e Taranto, Regione Puglia e Ministero dell'Istruzione, si terrà il 6 e 7 giugno.

Tra i partecipanti, circa 100 esperti provenienti da prestigiose università internazionali, come New York e Chicago University, LSE, Università di Tel Aviv, Barcellona, Amburgo, Monaco, Parigi, Stoccolma, Bangalore, e istituzioni come la Banca Mondiale e la Federal Reserve. Saranno rappresentate anche numerose università italiane, tra cui Milano, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Palermo e Trento. Gli esperti presenteranno le loro ultime ricerche su disuguaglianze e mobilità intergenerazionale in tre sessioni plenarie, suggerendo politiche pubbliche per riattivare l'ascensore sociale. I risultati e le proposte saranno indirizzati ai leader del G7, che si riuniranno in Puglia dal 13 al 15 giugno. Oltre alle plenarie, si terranno oltre 70 presentazioni da parte di ricercatori e docenti italiani e stranieri.

Presentazione del Database GEOM

La conferenza sarà anche l'occasione per presentare il "GLOBAL ESTIMATES OF OPPORTUNITY AND MOBILITY" (GEOM), il primo database internazionale accessibile online contenente misure di mobilità intergenerazionale e disuguaglianza di opportunità di 70 paesi. Il progetto, coordinato dal professor Vito Peragine in collaborazione con la London School of Economics, evidenzia come l'Italia sia tra i paesi occidentali dove le disuguaglianze ereditarie hanno un impatto maggiore.

Alcuni Dati

Le ricerche recenti indicano un aumento delle disuguaglianze nei paesi sviluppati. Secondo il World Inequality Database, dal 1980 al 2022, l'1% più ricco degli Stati Uniti ha raddoppiato il proprio reddito, passando dal 10 al 20%, mentre l'1% più ricco al mondo è passato dal 16 al 20%. In Italia, l'1% più ricco ha visto il proprio reddito aumentare dal 5 al 14% e la ricchezza dal 13 al 22%. Al contrario, il 50% più povero ha visto ridurre il proprio reddito dal 22 al 15% e la ricchezza dal 12 al 2%.

Un dato preoccupante per l'Italia riguarda la disuguaglianza ereditaria: circa il 40% delle disuguaglianze di reddito è spiegato dalle disuguaglianze di partenza, influenzate da fattori come famiglia, genere, regione e colore della pelle. Questo livello è superiore a quello di altri paesi europei come Francia, Germania e Danimarca. Alle disuguaglianze di reddito si aggiungono quelle territoriali, educative e di salute, sempre più legate a fattori di nascita e contesto.

L'unico ambito in cui l'Italia ha registrato un progresso nell'uguaglianza delle opportunità è l'accesso all'istruzione. Tuttavia, questo miglioramento non è sufficiente a migliorare la mobilità intergenerazionale del reddito.

Punto Stampa - 6 Giugno ore 10.45

I seguenti esperti saranno disponibili per illustrare i risultati delle loro ricerche:

  • Vito Peragine (Uniba) - Disuguaglianze di opportunità in Italia e come intervenire
  • Alessandra Fogli (Federal Reserve of Minneapolis) - Gli Stati Uniti non sono terra di opportunità
  • Giovanni Vecchi (Roma Tor Vergata) - Disuguaglianze in Italia nel lungo periodo
  • Daniele Checchi (Università di Milano) - Disuguaglianze nel mercato del lavoro
  • Paolo Brunori (LSE e Università di Firenze) - Il livello di disuguaglianza di opportunità in Italia per diverse coorti dal dopoguerra in poi

Questi esperti offriranno approfondimenti su come le politiche pubbliche possono affrontare le disuguaglianze e migliorare la mobilità sociale.

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