FRANCESCO GRECO. GAGLIANO - Lo ammetteva lui stesso: fino a
18 anni non sapeva leggere e scrivere e
nemmeno le lettere dell’alfabeto. Non era andato
a scuola.
Nato in una famiglia di contadini proprietari, rimasto orfano prestissimo, lui, i fratelli e le sorelle avevano dovuto lavorare nei campi, accudire gli animali: i ritmi della loro vita erano dettati dalle stagioni. Nessuno aveva potuto studiare.
Poi, appena maggiorenne, decise di farlo e, intelligentissimo, affrettò i tempi: in poco tempo si laureò in Chimica a Bari, anni Settanta. Divenne uno dei prof. più bravi della Puglia. I suoi studenti lo adoravano sin dai primi anni di insegnamento: riconoscevano la sua “Bianchina” verde. Oggi sono tutti medici, specialisti, professionisti.
Dava anche lezioni private per superare gli esami di ammissione alle facoltà scientifiche. E lo cercavano anche dopo che andò in pensione, quando passava le giornate a passeggiare e le serate a giocare a carte con gli amici d’infanzia. Nonostante una fitta rete di relazioni famigliari e sociali, in un paese, Gagliano (due passi da Leuca), dove nessuno è mai solo, non ce l’ha fatta: la solitudine gli ha oppresso il cuore in un giorno d’estate.
Se n’è andato in silenzio, come ha vissuto Donato Profico, noto come “il professore”. Ecologista della prima ora, aveva combattuto battaglie storiche in difesa dell’ambiente, delle bellezze naturali del Capo di Leuca. Aveva scoperto che l’abusivismo edilizio sulla costa adriatica portava all’estinzione di alcune specie di flora e fauna mediterranea.
Si era impegnato in politica. In questi ultimi anni si era scoperta la passione dei libri antichi: li cercava, li contrattava, li comprava sui siti specializzati, soprattutto prime edizioni. Autori del territorio: dall’erudito Galateo al filosofo Giulio Cesare Vanini, passando per il naturalista Oronzo Gabriele Costa, l’economista De Vito- De Marco, i poeti Girolamo Comi e Vittorio Bodini e tantissimi altri. Era contento quando ne comprava uno raro, lo mostrava con orgoglio agli amici.
Una volta anni fa mi mostrò un libro del Seicento, con le pagine rigidamente incollate: la censura della Chiesa. Li voleva donare alla Biblioteca del suo Comune.
A un certo punto apparve una gatta e il prof. la trattò con molto affetto, riempiendo subito la ciotola di croccantini che era in un angolo. Era orgoglioso anche della casa di pietra stile pajara che si era costruita sulla collina fra il Ciolo e Leuca e che guardava il mare e le montagne dell’Albania.
Generoso, voleva ospitare, free, artisti presi dal furore della creazione. Ci dimorò Mogol (Giulio Rapetti) nell’estate di due anni fa quando il paroliere di Lucio Battisti arrivò a Gagliano perché una band locale dedicava una serata alle sue canzoni.
E’stata la sua ultima dimora. Il mare che amava (come la terra, di cui conosceva tutti gli antichi segreti), che gli era rimasto negli occhi sin da quando, bambino, raccoglieva le ulive fra i “cuti” arrampicandosi come un animale selvaggio, è stata l’ultima cosa che ha visto. Ultimamente gli amici lo trovavano un pò triste, depresso, ma nessuno immaginava quel che poi è accaduto e che ha sconvolto Gagliano.
Riposa in pace, professore, la Puglia, Terra d’Otranto e il tuo paese, che ti ha conosciuto, apprezzato e amato, ti ricorderà e ti vorrà bene per sempre.
Nato in una famiglia di contadini proprietari, rimasto orfano prestissimo, lui, i fratelli e le sorelle avevano dovuto lavorare nei campi, accudire gli animali: i ritmi della loro vita erano dettati dalle stagioni. Nessuno aveva potuto studiare.
Poi, appena maggiorenne, decise di farlo e, intelligentissimo, affrettò i tempi: in poco tempo si laureò in Chimica a Bari, anni Settanta. Divenne uno dei prof. più bravi della Puglia. I suoi studenti lo adoravano sin dai primi anni di insegnamento: riconoscevano la sua “Bianchina” verde. Oggi sono tutti medici, specialisti, professionisti.
Dava anche lezioni private per superare gli esami di ammissione alle facoltà scientifiche. E lo cercavano anche dopo che andò in pensione, quando passava le giornate a passeggiare e le serate a giocare a carte con gli amici d’infanzia. Nonostante una fitta rete di relazioni famigliari e sociali, in un paese, Gagliano (due passi da Leuca), dove nessuno è mai solo, non ce l’ha fatta: la solitudine gli ha oppresso il cuore in un giorno d’estate.
Se n’è andato in silenzio, come ha vissuto Donato Profico, noto come “il professore”. Ecologista della prima ora, aveva combattuto battaglie storiche in difesa dell’ambiente, delle bellezze naturali del Capo di Leuca. Aveva scoperto che l’abusivismo edilizio sulla costa adriatica portava all’estinzione di alcune specie di flora e fauna mediterranea.
Si era impegnato in politica. In questi ultimi anni si era scoperta la passione dei libri antichi: li cercava, li contrattava, li comprava sui siti specializzati, soprattutto prime edizioni. Autori del territorio: dall’erudito Galateo al filosofo Giulio Cesare Vanini, passando per il naturalista Oronzo Gabriele Costa, l’economista De Vito- De Marco, i poeti Girolamo Comi e Vittorio Bodini e tantissimi altri. Era contento quando ne comprava uno raro, lo mostrava con orgoglio agli amici.
Una volta anni fa mi mostrò un libro del Seicento, con le pagine rigidamente incollate: la censura della Chiesa. Li voleva donare alla Biblioteca del suo Comune.
A un certo punto apparve una gatta e il prof. la trattò con molto affetto, riempiendo subito la ciotola di croccantini che era in un angolo. Era orgoglioso anche della casa di pietra stile pajara che si era costruita sulla collina fra il Ciolo e Leuca e che guardava il mare e le montagne dell’Albania.
Generoso, voleva ospitare, free, artisti presi dal furore della creazione. Ci dimorò Mogol (Giulio Rapetti) nell’estate di due anni fa quando il paroliere di Lucio Battisti arrivò a Gagliano perché una band locale dedicava una serata alle sue canzoni.
E’stata la sua ultima dimora. Il mare che amava (come la terra, di cui conosceva tutti gli antichi segreti), che gli era rimasto negli occhi sin da quando, bambino, raccoglieva le ulive fra i “cuti” arrampicandosi come un animale selvaggio, è stata l’ultima cosa che ha visto. Ultimamente gli amici lo trovavano un pò triste, depresso, ma nessuno immaginava quel che poi è accaduto e che ha sconvolto Gagliano.
Riposa in pace, professore, la Puglia, Terra d’Otranto e il tuo paese, che ti ha conosciuto, apprezzato e amato, ti ricorderà e ti vorrà bene per sempre.