NICOLA RICCHITELLI – Per alcuni sono un male, per altri il male assoluto, per molti l’ottavo vizio capitale... stiamo parlando delle scommesse, ma più nello specifico del mondo delle scommesse. Non si parla d'altro da quasi quindici anni, da quando hanno iniziato a proliferare le tante agenzie fisiche e online – forse le prime che incontri prima del caffè e della spesa. Hanno mandato in soffitta la vecchia schedina del Totocalcio e stravolto culturalmente l’approccio allo sport e quindi il seguire un evento sportivo.
Le scommesse sono sempre esistite, ma ci fu una domenica in cui tutti gli italiani le conobbero: era il 23 marzo 1980, con lo scandalo del “Totonero”. Le camionette della Polizia e della Guardia di Finanza arrivarono sul prato verde dell’Olimpico di Roma e in altri stadi, e videro l’arresto di giocatori e dirigenti di squadre importanti. Altri scandali seguirono negli anni a venire, e di altri scandali – ne sono sicuro – gli inchiostri macchieranno i giornali in futuro.
Proprio in questo mondo vogliamo entrare oggi, chiacchierando con una figura che sta spopolando sui social: il Tipster. Chi è un tipster? Ve lo spieghiamo in questa intervista realizzata al pugliese Nikosboomboom – al secolo Nicola Aruanno, di Andria – il quale ci spiegherà l’importanza della sua figura in questo mondo.
Intervista a Nikosboomboom
Nicola, il tuo nome da qualche tempo è entrato prepotentemente nel panorama delle scommesse sportive. Innanzitutto, chi è Nikosboomboom?
R: «Ciao a tutti e grazie per l'invito. Nikosboomboom è un ragazzo come tanti che ha una grandissima passione per il calcio. Seguo il calcio da sempre, ho una particolare passione per i campionati come Lega Pro e Serie D. Li seguo con molta attenzione, li vivo sui campi, quindi ne conosco talvolta ogni singolo dettaglio».
A un certo punto punti la cam del tuo iPhone verso di te e partono le live su TikTok. Qual è stato l’input che ti ha portato a questo passo?
R: «Ho iniziato questo percorso senza basi concrete, parlando di calcio ogni settimana su TikTok. Poco per volta, ho ottenuto il consenso di tanta gente che apprezzava il mio modo di analizzare e le competenze sui cosiddetti campionati minori, campi che ho vissuto in prima persona, oltre che guardare statistiche e stato di forma di ogni squadra. Frequento spesso gli stadi, guardando dal vivo ciò che poi vado a proporre nelle mie analisi».
Quanto lavoro c’è prima delle tue live e soprattutto in base a cosa scegli le partite su cui scommettere?
R: «Il lavoro di un tipster è spesso sottovalutato ma è immenso. Analizzare tanti match a distanza ravvicinata, essere sempre sul pezzo, vincere e rendersi credibile. Prima delle live preparo una postazione consona, utilizzo tanto il PC e siti di statistiche. Di solito propongo i match guardando a 360° il palinsesto e scegliendo in base allo stato di forma i match più attendibili».
Nikos, cosa significa per te essere tipster?
R: «Il tipster è colui che fornisce consigli sulle scommesse relative a eventi sportivi. Per me essere tipster significa educare la gente a un gioco responsabile che, al termine del mese, porti in positivo o al massimo a recuperare ciò che è stato puntato. Il mio modo di scommettere si basa su analisi mirate e non sul gioco irresponsabile e frenetico».
Vi sono stati dei nomi che hanno ispirato la costruzione del tuo percorso?
R: «Certo che sì. Ho cercato di carpire il meglio da tanti che svolgono questo lavoro da anni. Ho unito le varie metodiche che ognuno di loro aveva fino a creare una mia personalità e rendendomi unico a mio modo».
Parlare di questo mondo significa avere un’immagine tenebrosa per certi versi. Vi è un pizzico di fascino, ma elementi come vizio e ludopatia sembrano predominare. Come vede questo mondo dall’altra parte un tipster?
R: «Il tipster deve essere molto cinico e avere sangue freddo. Le mie analisi sono per lo più long time, ovvero spalmate in più giorni, perché cerco sempre di proporre il pronostico più attendibile, senza avere la fretta o l'ansia di vincere subito in giornata. Con il mio metodo di gioco provo a essere in positivo nel mese, con tranquillità e senza strafare o giocare senza logica».
Cosa cercano i tuoi tanti follower nei tuoi consigli?
R: «I tanti che mi seguono sono persone che amano il calcio, gente che si cimenta nel pronosticare l'esito di un match. Molti di essi hanno dei dubbi e io sono qui per aiutarli, grazie all'esperienza che ho maturato in tanti anni di visione del calcio di qualsiasi categoria, dai dilettanti alla Champions League e ai top campionati».
Qual è la vincita di cui vai più fiero e cosa rappresenta per te un biglietto vincente?
R: «Nel mese di aprile sono riuscito a chiudere dieci multiple - tra i cosiddetti pokerini (4 avvenimenti) e multiple - portando tanti miei follower a un saldo positivo. Ovviamente è sempre un gioco e non si può sempre vincere, però selezionando in modo mirato i match, mi sono tolto tante soddisfazioni e il mio nome, grazie anche all'aiuto di chi mi sostiene e alle mie competenze, si sta facendo strada in questo mondo».
E sconfitte? Quali sono le sconfitte che fanno più male per un tipster?
R: «Fa male quando perdi una schedina per un avvenimento magari caratterizzato da episodi sfavorevoli. Il calcio è fatto di episodi e tante volte i match sono proprio caratterizzati da essi, in positivo o in negativo».
Qual è la scommessa che ti piacerebbe vincere in futuro?
R: «Vorrei vincere una quota 100. Proverò a raggiungere questo obiettivo. Sono live da più di un anno, abbiamo chiuso molte proposte ma il vero obiettivo è quello».
Soprattutto, in futuro dove ti porterà questo percorso?
R: «Posso parlare del presente, perché il futuro si crea dal lavoro giornaliero, impegno, dedizione e passione. Tutto ciò che verrà sarà sempre visto come punto di partenza e mai di arrivo».