Muta Imago, ph_Andrea Pizzalis |
Una scrittura inedita che vede Riccardo Fazi e Claudia Sorace (quest’ultima anche tra i protagonisti della nuova sezione Lab), fondatori della compagnia, confrontarsi per la prima volta con il mondo della science-fiction, in particolare rivolgendo lo sguardo verso le opere di autori come Jack London, Ray Bradbury e, soprattutto, Ursula Le Guin, per costruire un racconto che aspira a restituire la vertigine del passaggio del tempo a partire dalle tracce dello stesso in un determinato luogo. “La frontiera” vuole tornare a far dialogare lo spazio e il tempo della performance con lo spazio e il tempo dello spettatore attraverso una riflessione sul concetto di traccia, di rovina, di resto.
La fruizione dello spettacolo avverrà tramite cuffie wireless che verranno consegnate agli spettatori e alle spettatrici prima dell'inizio dello spettacolo. Il pubblico potrà decidere di seguire il lavoro nella modalità che preferisce: stando fermo in un punto dello spazio o muovendosi alla scoperta dell'architettura del luogo, ad occhi chiusi o aperti, focalizzandosi su ciò che accade in scena, o piuttosto sul sito che la ospita, mentre resta in ascolto della traccia sonora dello spettacolo.
Uno spettatore che sarà allo stesso tempo turista e archeologo, muovendosi liberamente alla scoperta dello spazio e della possibilità di relazione con esso che può mettere in campo, mentre la sua immaginazione viene guidata dalle parole dei performer che compiranno assieme a lui/lei un viaggio alla scoperta del proprio essere immanente, ma anche dell'appartenenza a una linea evolutiva comune
Muta Imago è progetto di ricerca artistica e compagnia teatrale, nata a Roma nel 2006. È guidata da Claudia Sorace, regista, e Riccardo Fazi, dramaturg e sound artist. Da anni porta avanti un percorso di ricerca sulla percezione del tempo e sulle possibilità che il teatro ha di formulare nuove modalità di racconto che indaghino le caratteristiche del rapporto tra tempo, memoria e identità . A dicembre 2023 ha inaugurato al Centre Pompidou di Parigi l'installazione Bar Luna ideata assieme alla regista Alice Rohrwacher.
Claudio Morici, ph_Giovanni Cocco |
Poi, alla Cittadella degli Artisti, l’8 giugno, alle 21.30, ci sarà spazio per le riflessioni sulla società e sulla politica italiana di “Un giorno come un altro”, spettacolo scritto e diretto da uno degli autori di Boris, Giacomo Ciarrapico, con due degli interpreti della serie di culto, Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri. Un seggio elettorale nel giorno in cui Godot sono gli italiani e l’astensione raggiunge livelli quasi assoluti. Due scrutatori, tra loro sconosciuti, costretti ad una convivenza forzata e ad una reciproca mal sopportazione. La serata proseguirà con un dj set a cura di Fabio Ricciuti e Marco Cassanelli.
Infine, il 9 giugno, alle 20, al Teatro Babilonia, l’esordio di “Linkedìm” di Sal Modugno, studio teatrale, a cura della Compagnia Anomalia in coproduzione con Compagnia Malalingua, sulle incertezze dei giovani italiani e sul loro rapporto con il mondo del lavoro segnato da incertezza, claustrofobia, attesa e con il sarcasmo come unica arma di difesa.
Info: info@tramecontemporanee.it o 351/852.84.04.