'Alex è stato picchiato duramente', indagini sulla morte del giovane barista di Marcon


TREVISO - "Alex è stato picchiato duramente". Queste sono le parole del procuratore capo di Treviso, Marco Martani, riportate dal Corriere del Veneto. Nell'indagine sulla morte di Alex Marangon, 25enne barista di Marcon (Venezia), si procede ora, ancora contro ignoti, per omicidio volontario. Già venerdì scorso era caduta l'ipotesi del suicidio dopo che l'autopsia, eseguita dal medico legale Alberto Furlanetto e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia della vittima, aveva stabilito che Marangon fosse deceduto a causa di numerosi colpi in testa, probabilmente provocati da un oggetto contundente. L’esame autoptico, disposto dal pm Giovanni Valmassoi e seguito dai carabinieri, aveva inoltre evidenziato un'emorragia interna a livello toracico, non compatibile con una semplice caduta come inizialmente ipotizzato.

La ricerca dell'assassino

"Abbiamo appreso dalla stampa dell'esistenza di lesioni da corpo contundente e quindi che non si è trattato di suicidio", ha spiegato Stefano Tigani, legale dei familiari di Marangon. Secondo l'avvocato, ora si deve aprire la strada per la ricerca dell'assassino. "C'è un buco di tre ore da chiarire", ha concluso Tigani, "ma anche altro va chiarito in una storia molto complessa in cui chiediamo che chi sa, parli". Prima dell'autopsia, erano stati notati una tumefazione a un occhio e una lacerazione all'addome, elementi che inizialmente avevano avvalorato l'ipotesi di una caduta rovinosa. Inoltre, quella che sembrava una ferita da morso di un animale selvatico – ipotizzata come una volpe – è risultata essere una ferita lacero-contusa sul fianco sinistro.

Le testimonianze dei partecipanti al rito

L'allarme era inizialmente scattato all'abbazia di Vidor, dove Alex era andato con un amico per seguire una sorta di rito sciamanico. Scomparso il 30 giugno, il suo corpo senza vita è stato ritrovato il 2 luglio su un isolotto a Ciano del Montello, lungo il Piave. Secondo alcuni testimoni, Marangon era stato visto allontanarsi dall'abbazia verso il fiume seguito da due persone che pure erano al raduno. I due, però, hanno dichiarato di aver smesso di seguirlo e di essere tornati indietro. Per completare l’autopsia, ci vorranno alcune settimane per l'esito degli esami tossicologici sul corpo del giovane, richiesti con la massima urgenza per capire se fosse sotto l'effetto di sostanze distribuite nel corso del rito sciamanico.

Le indagini continuano, con i carabinieri che non escludono alcuna pista. L'obiettivo è fare luce su una vicenda che si fa sempre più intricata e drammatica, con la speranza che chi sa qualcosa si faccia avanti per aiutare a risolvere il caso e portare giustizia per Alex Marangon e la sua famiglia.

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