'Amarcord' Bruno Zanin, da attore a reporter


FRANCESCO GRECO. ROMA – Fu il caso a decidere: Fellini lo vide mentre si aggirava nei viali di Cinecittà in compagnia di una comparsa. Gli piacque la faccia pulita, il ciuffo ribelle.

Stava lavorando al casting di “Amarcord” , lo scritturò subito per la parte di Titta Biondi. Il film uscì nel 1973, divenne subito un cult. L’anno dopo si aggiudicò l’Oscar come miglior film in lingua straniera.

Ci ha lasciati Bruno Zanin, attore veneziano, aveva appena 73 anni. Dopo Fellini lavorò in pellicole non memorabili, di genere: 'Un uomo, una città'” (Romolo Guerrieri), 'La prova d'amore' (Tiziano Longo), 'La prima volta sull'erba' (Gianluigi Calderone), 'La polizia ha le mani legate' (Luciano Ercoli), 'La padrona è servita' (Mario Lanfranchi), 'Il buon soldato' (Franco Brusati.

Ma anche in teatro con Luca Ronconi e Giorgio Strehler, in commedie di Carlo Goldoni, ovvio.

Nel 1992 lasciò di recitare come se fosse stato folgorato da una vocazione: il giornalismo militante declinato sul versante dell’impegno sociale.

Fu impegnato sul fronte di guerra dei Balcani (Bosnia-Erzegovina) come corrispondente di varie testate, italiane e straniere, per cui scrisse pezzi e firmò bei reportage: Radio Vaticana, Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, Der Spiegel.

Da responsabile della Ong “Emmaus International" , fondata dall’Abbè Pierre, portò aiuti umanitari alla città di Gradaac. Ma il grande pubblico lo ricorderà per quel ruolo, Titta Biondi, interpretato quando aveva 23 anni. Oltre a Fellini, la sceneggiatura era firmata da un altro grande: il poeta Tonino Guerra.

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