BARI - Oggi, nel 32° anniversario della strage di via D’Amelio (19 luglio 1992), in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, l’amministrazione comunale ha reso omaggio alle vittime con la deposizione di corone (d’alloro e di fiori) nei luoghi della città dedicati al ricordo dei martiri di questo tragico evento che ha segnato, al contempo, il risveglio della coscienza civile in tutto il Paese.
Alle ore 9, il sindaco Vito Leccese ha deposto una corona d’alloro sotto il toponimo di via Falcone e Borsellino e, a seguire, una corona di fiori presso il murales situato, sempre in via Falcone e Borsellino, sul muro che delimita l’area delle Casermette.
“La città di Bari non dimentica - ha detto Leccese -. Il manifesto affisso all'inizio di viale Falcone Borsellino ci ricorda il martirio di due grandi magistrati e degli agenti della loro scorta impegnati nella lotto contro la mafia. La memoria, è bene ribadirlo, non è soltanto un esercizio retorico: ricordare il sacrificio di uomini e donne morti per servire lo Stato significa anche impegnarsi affinché ciò che è avvenuto in passato non si ripeta mai più”.
Alle ore 12, poi, il sindaco ha deposto una corona di fiori nel giardino dedicato a Emanuela Loi, agente di scorta del giudice Borsellino, insignita della medaglia d’oro al valor civile per aver sacrificato la propria vita in difesa dello Stato e delle istituzioni.
“Emanuela Loi - ha ricordato Leccese - è stata la prima donna della Polizia di Stato uccisa mentre era in servizio: aveva solo 25 anni ed era animata da grande entusiasmo e passione civile. Nonostante fosse giovanissima, aveva già prestato servizio per Sergio Mattarella, oggi presidente della Repubblica, e poi per la senatrice Pina Maisano Grassi, del gruppo dei Verdi, al quale appartenevo anch’io. In quel contesto ho conosciuto Emanuela, e ricordo perfettamente il suo sorriso luminoso che esprimeva al contempo sicurezza e voglia di vivere. Alla sua memoria l’amministrazione comunale ha voluto intitolarle un giardino, luogo di vita e di socialità: per rendere omaggio al suo esempio e alla sua passione civile”.
Infine alle ore 16.59, ora esatta della strage, alla presenza delle autorità civili e militari, il sindaco ha deposto una corona di fiori presso la facciata esterna di Palazzo di Città. “Vi ringrazio per la vostra partecipazione a questo momento dedicato al ricordo della strage di via D’Amelio - ha dichiarato il sindaco Leccese - in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Stamattina abbiamo ricordato in particolare Emanuela Loi, cui è stato intitolato un giardino della città di Bari.
Personalmente ho un ricordo molto netto di quel pomeriggio del 19 luglio 1992 in cui sembrava di vivere in un’atmosfera irreale e il Paese era ancora sotto shock per la strage di Capaci. Da quei giorni terribili, però, è cambiata definitivamente la percezione della mafia, e con essa la coscienza collettiva, e i martiri del 23 maggio e del 19 luglio, oggi più che mai, rappresentano la volontà di un intero Paese di ribellarsi alle logiche e alla violenza mafiose. Quel martirio, dunque non è stato vano. A nome della comunità cittadina ringrazio le forze di Polizia, le Forze dell’Ordine e la Magistratura, grazie al cui impegno quotidiano in questi anni abbiamo assestato un duro colpo alle organizzazioni criminali attive in città. È vero, non sono state ancora sconfitte, ma la nostra città ha dimostrato di avere gli anticorpi giusti e ha scelto di schierarsi dalla parte della legalità, perché solo vivendo nella legalità ci può essere crescita sociale”.
Alle ore 9, il sindaco Vito Leccese ha deposto una corona d’alloro sotto il toponimo di via Falcone e Borsellino e, a seguire, una corona di fiori presso il murales situato, sempre in via Falcone e Borsellino, sul muro che delimita l’area delle Casermette.
“La città di Bari non dimentica - ha detto Leccese -. Il manifesto affisso all'inizio di viale Falcone Borsellino ci ricorda il martirio di due grandi magistrati e degli agenti della loro scorta impegnati nella lotto contro la mafia. La memoria, è bene ribadirlo, non è soltanto un esercizio retorico: ricordare il sacrificio di uomini e donne morti per servire lo Stato significa anche impegnarsi affinché ciò che è avvenuto in passato non si ripeta mai più”.
Alle ore 12, poi, il sindaco ha deposto una corona di fiori nel giardino dedicato a Emanuela Loi, agente di scorta del giudice Borsellino, insignita della medaglia d’oro al valor civile per aver sacrificato la propria vita in difesa dello Stato e delle istituzioni.
“Emanuela Loi - ha ricordato Leccese - è stata la prima donna della Polizia di Stato uccisa mentre era in servizio: aveva solo 25 anni ed era animata da grande entusiasmo e passione civile. Nonostante fosse giovanissima, aveva già prestato servizio per Sergio Mattarella, oggi presidente della Repubblica, e poi per la senatrice Pina Maisano Grassi, del gruppo dei Verdi, al quale appartenevo anch’io. In quel contesto ho conosciuto Emanuela, e ricordo perfettamente il suo sorriso luminoso che esprimeva al contempo sicurezza e voglia di vivere. Alla sua memoria l’amministrazione comunale ha voluto intitolarle un giardino, luogo di vita e di socialità: per rendere omaggio al suo esempio e alla sua passione civile”.
Infine alle ore 16.59, ora esatta della strage, alla presenza delle autorità civili e militari, il sindaco ha deposto una corona di fiori presso la facciata esterna di Palazzo di Città. “Vi ringrazio per la vostra partecipazione a questo momento dedicato al ricordo della strage di via D’Amelio - ha dichiarato il sindaco Leccese - in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Stamattina abbiamo ricordato in particolare Emanuela Loi, cui è stato intitolato un giardino della città di Bari.
Personalmente ho un ricordo molto netto di quel pomeriggio del 19 luglio 1992 in cui sembrava di vivere in un’atmosfera irreale e il Paese era ancora sotto shock per la strage di Capaci. Da quei giorni terribili, però, è cambiata definitivamente la percezione della mafia, e con essa la coscienza collettiva, e i martiri del 23 maggio e del 19 luglio, oggi più che mai, rappresentano la volontà di un intero Paese di ribellarsi alle logiche e alla violenza mafiose. Quel martirio, dunque non è stato vano. A nome della comunità cittadina ringrazio le forze di Polizia, le Forze dell’Ordine e la Magistratura, grazie al cui impegno quotidiano in questi anni abbiamo assestato un duro colpo alle organizzazioni criminali attive in città. È vero, non sono state ancora sconfitte, ma la nostra città ha dimostrato di avere gli anticorpi giusti e ha scelto di schierarsi dalla parte della legalità, perché solo vivendo nella legalità ci può essere crescita sociale”.