Carceri: SAPPE, ipocrisia e inazione di media e politici
BARI - In un comunicato molto critico, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria (SAPPE) ha espresso la sua frustrazione per l'attenzione intermittente e superficiale che il problema delle carceri riceve dai media e dai politici. "Fino a qualche settimana fa, il carcere con il problema del sovraffollamento, della violenza, dei suicidi, degli omicidi di stato, nonostante le denunce dei sindacati a partire dal SAPPE, non interessava poco o niente," inizia il comunicato, sottolineando come solo con l'arrivo dell'estate, quando i temi di polemica diminuiscono, l'attenzione sia tornata sui problemi carcerari.
Un problema complesso e sistemico
Il SAPPE mette in luce la complessità della situazione, che non può essere risolta con semplici misure come la liberazione anticipata di alcuni detenuti. "Il problema delle carceri non si risolve certo con qualche migliaio di detenuti messi fuori," afferma il comunicato, evidenziando la necessità di un intervento strutturale che coinvolga il governo, le regioni e i media.
Le vere cause dei suicidi in carcere
Una delle questioni più gravi sollevate dal SAPPE riguarda i suicidi in carcere, che spesso coinvolgono detenuti con problemi psichiatrici o tossicodipendenti. Il sindacato critica la tendenza a responsabilizzare i poliziotti penitenziari senza indagare adeguatamente se i detenuti ricevessero le cure necessarie. "Perché i magistrati di fronte al suicidio di un detenuto con problemi psichiatrici tendono a responsabilizzare il poliziotto penitenziario?" chiede il comunicato.
Sovraffollamento e sicurezza
Il comunicato denuncia anche il sovraffollamento delle carceri, che ha trasformato molte strutture in "manicomi a cielo aperto" dove detenuti sani sono costretti a convivere con quelli con gravi problemi psichiatrici. Inoltre, il SAPPE accusa alcune forze politiche di aver di fatto "regalato le carceri ai detenuti più violenti", a causa di politiche che hanno ridotto il numero di poliziotti e permesso a questi detenuti di continuare a controllare i loro traffici illegali dall'interno delle prigioni.
Proposte di riforma
Il SAPPE propone diverse riforme, tra cui l'adozione di carceri modulari, più confortevoli e rapide da costruire rispetto alle attuali strutture in cemento armato. Critica anche l'inefficacia delle normative vigenti nell'applicazione di pene più severe per i detenuti violenti e la lentezza della burocrazia nel far scontare le pene agli stranieri nei loro paesi d'origine.
Fumo passivo e condizioni di lavoro
Un ulteriore problema sollevato è il fumo passivo nelle sezioni detentive, che ha portato alla prima condanna dello Stato italiano per la morte di un poliziotto penitenziario. Questo problema, secondo il SAPPE, continua ad avvelenare quotidianamente poliziotti e detenuti.
Conclusioni
Il SAPPE conclude il comunicato con un appello alla politica e ai media per affrontare seriamente e risolvere le problematiche delle carceri italiane, estirpando "tutti i tumori e le metastasi provocate da decenni di buonismo". Solo così, sostiene il sindacato, sarà possibile migliorare le condizioni di vita all'interno delle carceri e garantire una maggiore sicurezza per tutti.
"La politica potrebbe risolvere le varie problematiche delle carceri, se lo volesse, in poco tempo, ma dovrebbe avere il coraggio di estirpare tutti i tumori e le metastasi provocate da decenni di buonismo," conclude il comunicato, richiamando l'articolo 27 della Costituzione che afferma il principio della rieducazione del condannato.
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