ROMA - La corte d'Assise d'Appello di Roma ha confermato l'assoluzione di tutti e cinque gli imputati nel processo per la morte di Serena Mollicone, la giovane scomparsa il 1° giugno 2001 e ritrovata senza vita due giorni dopo nel bosco Fonte Cupa, in località Anitrella, frazione di Monte San Giovanni Campano, a 8 km da Arce (Frosinone). Già in primo grado, gli imputati erano stati tutti assolti.
Le richieste dell'accusa
L'accusa aveva avanzato richieste di condanna severe: 24 anni per il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, 22 anni per sua moglie Annamaria, e 21 anni per il loro figlio Marco. Inoltre, l'accusa aveva chiesto l'assoluzione per il militare Vincenzo Quatrale e una condanna a 4 anni per favoreggiamento per l'altro carabiniere, Francesco Suprano, il quale aveva rinunciato alla prescrizione. Durante le repliche, il pubblico ministero aveva sostenuto che Serena fosse rimasta in stato di incoscienza per molte ore dopo essere stata scaraventata contro la porta della foresteria della caserma dei carabinieri di Arce, prima di essere soffocata. L'accusa aveva ipotizzato che gli imputati avessero sperato che Serena morisse da sola, per poi decidere di finirla con del nastro adesivo.
Le reazioni della famiglia di Serena Mollicone
La sorella di Serena, Consuelo Mollicone, ha espresso la sua profonda delusione dopo la sentenza: "Sono molto amareggiata. Questa non è giustizia". Anche lo zio di Serena, Antonio, ha manifestato il suo disappunto, affermando: "Chiedo che si faccia di tutto per arrivare alla giustizia. Ho il dovere, come cittadino italiano e zio di Serena, di fare in modo che emerga la giustizia pro Serena perché fino ad ora non è ancora emersa".