MILANO - ''Richie Cunningham''(distribuzione Artist First/Etichetta DCAA) è il nuovo album di Daniele Cobianchi, scritto dallo stesso Cobianchi e prodotto da Alberto Bianco, disponibile in un 45 giri in cui il lato A è "Richie Cunningham" e il lato B è l'inedito "Non hai perso mai".
Il nuovo singolo arriva dopo il concept album ‘Ciclista amatoriale’ uscito nel maggio del 2023. Fa riferimento al personaggio protagonista della serie cult ‘Happy Days’, interpretato dal regista e sceneggiatore premio Oscar Ron Howard allora ventenne. Nasce dalla voglia di diffondere un vero e proprio manifesto generazionale.
Con 'Richie Cunningham' facciamo un salto nel passato per gli amanti della serie 'Happy Days'. Com'è nata l'idea del brano? Le generazioni perchè sembrano essere sempre più lontane?
Il brano è nato spontaneamente probabilmente interpretando una tensione che avverto in questo periodo. Quando prendi in mano la chitarra e inizi a entrare in una fase creativa è facile che ciò che ha uno spazio dentro di te venga fuori. Credo che sia un momento storico nel quale abbiamo tutti un piccolo dolore che accompagna le nostre giornate, un momento nel quale anche chi apparentemente ha tutto non è felice fino in fondo. E questo perché l’individualismo che il mondo social ha contribuito a fortificare ci ha allontanati gli uni dagli altri; la felicità senza condivisione non è mai appagante. E ogni generazione è infelice a modo suo, manca un dialogo tra le generazioni più giovani e quelle più mature, un ponte che le colleghi. Richie Cunningham è un brano che ha una missione impossibile quella di riavvicinare le generazioni mostrando una idea di felicità condivisa e semplice.
Oltre la musica, ricopri il ruolo di CEO dell’agenzia pubblicitaria McCann WorldGroup Italia. L'avventura musicale ha però sempre attraversato la tua vita vero? Ce lo racconti?
Ho iniziato a fare musica da molto giovane. Poi ho scelto di fare l’università a Bologna perché entrato a far parte di quel fermento musicale che ruotava attorno a Lucio Dalla e Gli Stadio ma nonostante avessi firmato un contratto discografico con la BMG la mia carriera da musicista non è decollata. Ma non mi sono accanito e ho messo quel background a disposizione di un altro lavoro nel quale la capacità di maneggiare la creatività in tutte le sue forme era centrale. Oggi sono un professionista appagato e l’idea di tornare anche a fare musica è stato come restituire qualcosa a quel ragazzo di 24 anni che ha avuto il coraggio di fare una scelta difficile, come quella di accantonare un sogno grande.
Di recente hai commentato anche il caso Ferragni e Balocco. Perchè è rischioso che un'azienda punti su queste figure?
Gli influencer così famosi “affittano” le proprie audience ai brand che rinunciano ad avere una propria voce. Se vuoi fare il cantante devi cantare tu, farti sentire, emozionare. Nessuno verrà mai a un tuo concerto se poi tu decidi di muovere solo le labbra e di far cantare qualcun altro.
Come definiresti la tua musica?
Credo che la mia musica sfugga un po’ dalle etichette e non sia così facile da inquadrare. E’ una musica cantautoriale ma a tratti anche pop. Ha testi che credo vadano in profondità ma senza essere cupa o necessariamente triste. Spotify mi ha catalogato come “Alternative”; ecco che la mia musica oggi sia quella da definire alternative mi fa sorridere; ma forse è anche vero che oggi gli alternativi e i rivoluzionari sono quelli che strillano di meno e hanno un punto di vista sulle cose meno massificato.
Degli artisti del panorama musicale attuale quali apprezzi?
Mi piacciono molti cantautori e cantautrici giovani che hanno pochi spazi mainstream. Ma adoro la loro urgenza di fare ciò in cui credono e di non doversi piegare ai balletti su Tik Tok. Tra questi, Alberto Bianco, che è anche il mio produttore, Daniela Pes, Emma Nolde, Federico Dragogna. Tra gli artisti più popolari Colapesce Dimartino che hanno trovato una chiave per essere leggeri e profondi allo stesso tempo.
Il 21 giugno è uscito ''Richie Cunningham'' il tuo nuovo progetto discografico. Raccontaci il processo di realizzazione.
E’ un EP con quattro canzoni, quasi un sequel di Ciclista Amatoriale uscito l’anno scorso. Sto costruendo una nicchia di ascoltatori che si ritrovano nel mio modo di fare musica e questo per me è straordinario. Il nuovo singolo si intitola “Come un concerto di Vasco” ed è una canzone sulla potenza di saper attendere le cose. Come chi aspetta un concerto di Vasco in una tenda davanti allo stadio settimane prima. L’attesa è una magia che dà il valore e la profondità alle cose, soprattutto oggi che abbiamo tutto e subito. Compresa la noia.