Epoca22, Notturno è il nuovo singolo: un sogno d'una notte di mezza estate

 



É uscito venerdì 21 giugno 2024 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo degli Epoca22, in distribuzione Altafonte dal titolo"Notturno". Già anticipato dal singolo "Visualizzare" (il cui video è stato presentato in anteprima sul sito di Rumore), ecco un nuovo capitolo atipicamente estivo per lo stratificato progetto apuano, che ci accompagnerà verso la pubblicazione di un nuovo album dal titolo "La città radiosa" (in uscita quest'autunno).

Un paesaggio lunare, un bosco dalle cui fronde diafane spirano luci cerulee, un locus amoenus che richiama gli scorci delle poesie di Saffo e la lirica di D'Annunzio. Fin dai primi secondi, "Notturno" vi porta in un “sogno d'una notte di mezza estate” di shakespeariana memoria: sogno su cui incombe, dolce amara, la fine. Immersa nel tiepido languore dei riverberi, la linea slowcore del brano si ibrida con sonorità tipiche della new wave e dello shoegaze. "Notturno" è un piccolo gioiello co-prodotto da Mattia Cominotto: melodico e mai banale, il brano racconta del dualismo tra eros e thanatos.


Noi li abbiamo intervistati, partendo come sempre da loro legame con la Puglia e ciò che, speriamo, li porterà da queste parti.

Siete mai stati in Puglia, in visita o a suonare da queste parti? Com’è andata e che cosa vi ha lasciato il nostro territorio?
Dennis: Non ancora. Non siamo ancora riusciti, ma contiamo di farlo presto. Adoriamo la Puglia e tutto il suo panorama musicale underground sia folkloristico, che popolare rivisto in chiave contemporanea. Sarebbe bellissimo suonare assieme ai gruppi locali. Sicuramente, ci impegneremo per organizzare alcune date. Aspettateci.

Credete sia vero che al sud è più difficile suonare? Quali dinamiche state riscontrando nell’organizzare il tour che vi vedrà in giro per presentare il vostro primo disco?
Mario: Crediamo che, ormai, suonare sia difficile in tutta Italia, non solo nel meridione. Specie se si sta portando avanti un progetto come il nostro. La richiesta nel Bel Paese è più improntata verso le band “da aperitivo”, inserite in un contesto in cui la musica fa da contorno e non è la protagonista, dove se cerchi di alzare i toni rompi un po’ il cazzo (scusate il francesismo). In Italia, in genere, manca un po’ la cultura della musica live; i locali dove si fa musica “per chi la musica la vuole ascoltare”, sono pochi e cercano nomi più blasonati e conosciuti, perché, anche lì, vince la legge dei numeri in termini di spettatori numeri social. A pensarci è molto ironico: ti chiamano se hai un nome, ma non puoi farti un nome senza che ti facciano suonare. Per quanto riguarda il tour, Giulia Campanile, che si è presa l'accollo di farci da manager, sta lavorando per farci suonare ovunque quest'inverno. Faremo scintille.

Cosa c’entrano Saffo e D’Annunzio con “Notturno”, il vostro ultimo singolo, decisamente atipicamente estivo?
Gianluca: Notturno è un brano che, fin dalla sua origine, mi ha sempre trasportato in un locus amoenus: un paesaggio lunare, bucolico, sospeso nello spazio e nel tempo. Mi ha sempre ricordato le atmosfere delle poesie della poetessa ellenica Saffo; D'Annunzio mi ha ispirato per una parte del testo, quando avevo bisogno che il plot svoltasse. Notturno mi riporta alle notti di mezza estate di quando ero piccolo, quando mi perdevo tra campi arsi puntati di lucciole della pianura di Luni, vicino ai resti dell'anfiteatro romano. Per questo lo sento come un brano estivo. Quiete e inquietudine convivevano già al tempo; e continuano a farlo in questo brano. 


Cosa vi spinge a fare musica, nonostante la concorrenza spietata e il fatto che da indipendenti sia molto difficile emergere tra le numerose uscite?
Sebastiano: Il motore di tutto è l’esigenza; l’esigenza di trovarci, stare insieme e suonare. Siamo amici, prima di tutto, e suonare è quello che ci risulta più semplice. Ci piace andare in sala prove, sperimentare e soprattutto ci piace fare musica. Ci piace sapere che, ad esempio, cinquanta persone vengono a vederci e due, o tre, si emozionano perché abbiamo trasmesso qualcosa. Suonare, ascoltare, emozionare. Credo la chiave sia tutta qui. Per me Sebastiano e per noi come band. Non ci interessa della concorrenza, non ci interessa di altro. Ci interessa soltanto suonare e farlo in un solo modo: il nostro.

Quali possono essere le tematiche più care a Gianluca, che nonostante tutto, emergono un po’ sempre nei brani?
Gianluca: Il disco che uscirà in autunno si è sviluppato con una certa autonomia. A un certo punto, mi sono reso conto di avere un numero di canzoni che affrontavano dei temi collegati tra loro e che questo nucleo di brani andava a costituire l'ossatura di un concept album. Questo credo sia avvenuto perché non parto con l'idea di scrivere di qualcosa, ma scrivo per esigenza. Cerco di tirare fuori la mia emotività nella maniera più onesta possibile, in modo da potermici confrontare. Tutto questo, poi, confluisce nelle canzoni.