Ex Ilva, Galante (M5S): 'Non si deve puntare a limitare i danni, ma serve garantire un futuro diverso per Taranto. Fino ad oggi la politica ha fallito'
BARI - Si sono tenute oggi in Commissione Ambiente le audizioni del presidente Emiliano, dei sindacati e del direttore della Divisione tecnica e operativa di Ilva in amministrazione straordinaria Giancarlo Quaranta sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla produzione dell'ex Ilva.
“Ci troviamo di fronte - dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante - a una sentenza storica della corte di giustizia europea, che per la prima volta parla della salute dei cittadini. La Corte ha stabilito che per il rilascio o il riesame dell’AIA non si possa prescindere dalla Valutazione di Impatto Sanitario e nell’iter autorizzativo del provvedimento si debbano considerare tutte le sostanze inquinanti, oltre al loro effetto cumulativo. Non possiamo puntare a limitare i danni, ma dobbiamo lavorare per garantire un futuro diverso a Taranto. Il fatto che i tetti emissivi delle polveri sottili siano rispettati non può e non deve bastare, visti i dati epidemiologici che non possono assolutamente farci stare tranquilli. Se il tribunale di Milano, chiamato a decidere sulla sospensione delle attività del siderurgico, deciderà in questo senso dobbiamo impegnarci insieme, per identificare il percorso di riqualificazione condivisa non solo di un territorio, ma di una intera regione. Un percorso che deve tutelare i lavoratori, con il coinvolgimento delle parti sociali passando anche dall'attivazione di Patti sociali e territoriali. Forse la giustizia sarà in grado di fare quello in cui fino ad oggi la politica ha fallito. Se ci troviamo ancora con livelli di benzene troppo alti, fenomeni di slopping, diossine e polveri inquinanti sul quartiere Tamburi dobbiamo sentirci tutti responsabili. È necessario garantire nuovi strumenti per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica".
“Ci troviamo di fronte - dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante - a una sentenza storica della corte di giustizia europea, che per la prima volta parla della salute dei cittadini. La Corte ha stabilito che per il rilascio o il riesame dell’AIA non si possa prescindere dalla Valutazione di Impatto Sanitario e nell’iter autorizzativo del provvedimento si debbano considerare tutte le sostanze inquinanti, oltre al loro effetto cumulativo. Non possiamo puntare a limitare i danni, ma dobbiamo lavorare per garantire un futuro diverso a Taranto. Il fatto che i tetti emissivi delle polveri sottili siano rispettati non può e non deve bastare, visti i dati epidemiologici che non possono assolutamente farci stare tranquilli. Se il tribunale di Milano, chiamato a decidere sulla sospensione delle attività del siderurgico, deciderà in questo senso dobbiamo impegnarci insieme, per identificare il percorso di riqualificazione condivisa non solo di un territorio, ma di una intera regione. Un percorso che deve tutelare i lavoratori, con il coinvolgimento delle parti sociali passando anche dall'attivazione di Patti sociali e territoriali. Forse la giustizia sarà in grado di fare quello in cui fino ad oggi la politica ha fallito. Se ci troviamo ancora con livelli di benzene troppo alti, fenomeni di slopping, diossine e polveri inquinanti sul quartiere Tamburi dobbiamo sentirci tutti responsabili. È necessario garantire nuovi strumenti per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica".