Il quartiere Picone-Poggiofranco: notizie e curiosità

VITTORIO POLITO – Il consiglio comunale di Bari con provvedimento del 14 maggio 1951, aumentò da quattro a cinque il numero dei quartieri, dividendo ognuno di questi in rioni, ed in tale occasione il Picone fu staccato dalla parte occidentale per essere aggregato a quella orientale, entro i confini segnati dal centro urbano e dalle vie Giuseppe Capruzzi, Brigata Bari, Santa Caterina, Pasubio, Saverio Lioce e Giulio Petroni. Una ulteriore divisione operata nel gennaio 1970, tuttora vigente, determinò i nuovi limiti tra Ferrovia Bari-Foggia e le vie Giuseppe Capruzzi, Giulio Petroni, Torre Tresca, circonvallazione e nella linea del confine comunale. Da allora il quartiere assunse il nome di Picone-Poggiofranco (da “Note storiche su Bari” di V.A. Melchiorre – Levante ed.).

Qualche lustro fa (2009) Il Comune di Bari e la III Circoscrizione Picone- Poggiofranco (oggi Municipio 2 con Carrassi, San Pasquale e Mungivacca), in occasione della cerimonia di intitolazione di un giardino al prof. Rodolfo Amprino (1912-2007), ordinario di Anatomia Umana della nostra Università, pubblicarono un elegante opuscolo “Picone Poggiofranco: storia e immagini di due quartieri”, per condividere e per rendere partecipi i cittadini dello sviluppo e della crescita del territorio barese e dei quartieri citati. L’interessante testo si avvale della firma del grande storico barese Vito Antonio Melchiorre (1922-2010) e riporta notizie spesso sconosciute o inedite. Ci fa sapere, ad esempio, che il primo stradario di Bari portava la firma di Giuseppe Capruzzi, sindaco di Bari. Ci dà notizie dei Quartieri di Bari, del significato del nome “Picone”, un torrente ormai disseccato, delle alluvioni causate dall’ingrossamento del torrente, delle citazioni documentarie, delle notizie statistiche della terza Circoscrizione, del patrimonio storico- architettonico dell’Agro Picone che comprende masserie e ipogei (Milella, San Giorgio, Torrebella, via Santa Caterina, via Seminario, insediamento rupestre della Caravella, Santa Candida, Tresca, Villa Lamberti, Dottula, ecc.).

Un antico immobile, nei pressi della Parrocchia di San Francesco da Paola Picone), ora ricostruito, ospita una cappella datata 1887, che disponeva di un Presepe, con una ricca rappresentanza di statue che si muovevano attraverso congegni, donate alla Pinacoteca Provinciale di Bari.

Va ricordato che il quartiere ospita anche il Policlinico, la Facoltà di Economia e Commercio in via Camillo Rosalba, il Villaggio del Fanciullo “San Nicola”, diverse parrocchie tra cui il monumentale Santuario di Santa Fara, l’ex Ospedale “Cotugno”, ora “Istituto Tumori Giovanni Paolo II”, la Società ginnastica “Angiulli”, ecc. Fino a qualche anno fa in via Scipione l’Africano era presente anche la sede della Gazzetta del Mezzogiorno, demolita proprio in questi giorni.

Anche la toponomastica è presente nel testo, l’elenco degli amministratori ed una corposa galleria fotografica. Nel quartiere si registra anche, in via Caccuri, la presenza di un giardino intestato al grande giornalista Michele Campione.

Mi piace, infine, segnalare tra le altre, la chiesa rupestre di Santa Candida, con pianta basilicale a 5 navate, che si concludono in abside. Risale al IX-X secolo. Accesso da via Giulio Petroni, sul fianco destro della Lama Picone, a 300 metri dalla circonvallazione, che viene aperta solo in occasione di eventi culturali.

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