'La mia opera per rispettare e proteggere la Terra'. Parla l’artista Alex Papavassiliou


FRANCESCO GRECO -
Alex Papavassoliou a Torre Vado fino al 18 agosto (su invito di Marco Cavalera, Associazione Archès) con una mostra originale, intrigante nei postulati artistici ed estetici, polisemica, densa di significati significanti, di metafore e allegorie, messaggi carsici, subliminali, ma anche alla luce del sole. Che sta appassionando il pubblico.

La semiotica assume nella Sua arte un ruolo fondamentale. Ce ne parla?

La semiotica, lo studio dei segni, sta rivoluzionando i modelli di comprensione e sviluppo della comunicazione umana. Qualunque segno lasciato dall'uomo, o che l'uomo lascerà, non è creato per sé, ma per gli altri, per relazionarsi con gli altri. Questo rende i segni fondamentali per la comunicazione tra esseri umani e per la vita sociale. Ogni categoria di segno studiata dalla semiotica - testo scritto, composizione musicale, dipinto, scultura, fotografia, filmato, oggetto di design o edificio architettonico - genera contemporaneamente informazioni ed emozioni, costituendo la struttura completa della comunicazione umana e comprendendo sia la sfera razionale sia quella emotiva. Questo processo è alla base della filogenesi, l'evoluzione della specie. Ogni segno possiede una magia intrinseca, poiché crea un ponte temporale: è qualcosa che esiste nel presente ma rimanda a qualcosa che non è presente (aliquid stat pro aliquo). Una nota su un foglio di carta richiama il suono di uno strumento che ha suonato o che suonerà. Il segno "attraversa il tempo"; lo sguardo semiotico deve utilizzare tre occhi: uno per guardare il presente, dove risiede il segno, e due per guardare simultaneamente il passato e il futuro, dimensioni a cui il segno rimanda. "Semiotic Turn" è una serie di opere dedicate ai principali protagonisti della "svolta semiotica", tra cui Ferdinand deSaussure, Algirdas Julien Greimas, Charles Sanders Peirce, Umberto Eco, Roland Barthes e Bruno Latour. Questi studiosi, in modalità e contesti differenti, hanno individuato e rivelato una convergenza nei processi di comprensione e significazione in letteratura, poesia, musica, pittura, fotografia, cinema e design. Al centro c’è sempre l’uomo e il suo "spazio mentale", l'unica dimensione in cui esiste l'emozione. Qui, il significante domina sul significato, l'ottuso prende il sopravvento sull'ovvio, l'universale vince sul particolare, e la felicità e la realizzazione non hanno limiti. In questo spazio, la sinestesia amplifica la percezione di ambiti sensoriali differenti, rendendo l'esperienza umana ancora più ricca e complessa.

“Metabole”: che significa?

E’ un termine di origine greca che si riferisce al concetto di mutamento, è un concetto poliedrico che trova applicazione in numerosi campi del sapere umano, che rappresenta l’idea fondamentale del cambiamento, del passaggio da uno stato all’altro, e della variazione in diversi contesti. La comprensione di questo termine può offrire una prospettiva più ricca e approfondita su come percepiamo e interpretiamo i mutamenti nella natura, nella cultura e nella società. Attraverso questa esposizione, viene proposta una esplorazione delle radici storiche e culturali, utilizzando il simbolismo e la metafora per connettere il presente con il passato e il futuro. E’ una proposta di cambiamento del modo di comprendere il reale, attivando lo “sguardo semiotico” per andare oltre la superficie del significato, scavando nel significante.

Cosa l’ha spinta a esporre a Torre Vado?

Sono rimasto affascinato dal “viaggio nel tempo” che mi ha fatto vivere Marco Cavalera, Presidente della associazione culturale Archès, membro della Proloco di Torre Vado, guida d’eccezione per scoprire i siti archeologici paleolitici e messapici, i complessi monumentali e alcune unicità naturali sconosciute del territorio salentino. Ho accolto con entusiasmo la proposta di esporre alcune opere a Torre Vado anche per le mie radici greche, che sono fortemente presenti nella cultura nelle tradizioni e nella lingua salentina. Noi abbiamo una parte considerevole delle nostre radici che sono greche e bizantine, risultato di una contaminazione e fusione prolungata con la popolazione locale. Questa alterità vive in noi, rappresentando un'eredità da ricordare per i suoi aspetti sia positivi sia negativi, ma in ogni caso sicuramente presente.

Presenta, fra le altre, l’opera inedita “Io, Es e rimozioni”. Perché un’opera dedicata a Freud, a Lacan e alla psicanalisi?

Esiste un parallelo tra la Semiotica e la Psicanalisi. Entrambe utilizzano la stessa “cassetta degli attrezzi” che è la comunicazione umana, nelle sue varie forme, anche se per scopi diversi. La grande innovazione introdotta da Freud è che l’Io stesso è parzialmente inconscio (omaggio a Freud). Secondo Freud “anima e corpo costituiscono un tutto unico nella quale resta nascosto l’ES, una forza da cui veniamo vissuti, mentre crediamo di essere noi a vivere”. L’Io, l’Es e il Super-io sono componenti interdipendenti della psiche che interagiscono costantemente per modulare il comportamento umano. La rimozione è un meccanismo di difesa cruciale che protegge l’individuo dall’angoscia. Il sorprendente equilibrio dinamico con il quale gestiamo l’Alterità che è in noi, costituisce la nostra identità, formata come una cipolla i cui strati sono le relazioni importanti che abbiamo sviluppato nel tempo. Lacan, allievo di Freud ci ha dimostrato come siamo in grado di superare situazioni complesse e traumi, con piccoli scostamenti, con dei “petit decalage” in grado di cambiare tutto, apparentemente senza cambiare il Reale, ma comprendendolo in modo differente. 

Suo padre Petros è stato un importante artista surrealista. Quale, tra gli insegnamenti che le ha impartito, ha più a cuore? 

Solo pochi hanno la fortuna di crescere con un padre artista, un maestro che sin dall'infanzia ti trasmette la passione per l'arte. Attraverso lui, entri nel mondo dell'arte respirando l'essenza degli olii, comprendendo la potenza del segno e dei colori e la loro capacità di penetrare nei recessi della mente umana, facendo vibrare le corde dei sentimenti più profondi. Il surrealismo si rivela così un potente strumento di indagine della realtà nelle sue dimensioni più intime, subconsce e atemporali. Tra gli insegnamenti preziosi che ho ricevuto, c'è una frase che risuona nel mio cuore: "Un'opera d'arte diventa autentica quando, vedendola, ciò che sei evolve. Se sei in uno stato X, diventi X+1". Questo significa che osservando un'opera d'arte, dovrebbe aggiungere qualcosa alla tua esperienza, cambiarti in qualche modo. Come affermava lo scrittore greco Nikos Kazantzakis, l'uomo ha tre doveri primari: percepire dentro di sé tutta la storia dei propri antenati, contribuire con qualcosa di nuovo e ispirare il proprio figlio a superarlo. Un'opera d'arte non può limitarsi a esistere per sé stessa; deve essere in grado di aggiungere qualcosa al suo spettatore.

Fra i vari lavori espone anche Omaggio a Bruno Latour “Flat ontology” e “Gaia”. Quale l’ispirazione che l’ha mossa nel ricordare il grande sociologo, antropologo e filosofo francese recentemente scomparso?

Bruno Latour ha brillantemente evidenziato come nell'epoca moderna non esista più una semplice relazione "umano-umano", ma anche una relazione tra "umano e non umano". Non è più sostenibile una netta separazione tra l'uomo e la natura, né tra l'uomo come soggetto e le cose come oggetti, poiché le interazioni e le relazioni tra di loro sono profondamente mutate e squilibrate. Latour, in contrasto con la visione tradizionale e modernista del mondo, ha introdotto il modello ANT (Actor Network Theory) per spiegare come i manufatti prodotti dall'uomo si siano integrati nell'umanità stessa, generando degli ibridi: l'uomo con una pistola diventa, per esempio, l'uomo-pistola, il cui peso sociale e potere persuasivo differiscono significativamente. Lo sviluppo tecnologico recente, legato alla Digital Transformation, all'Internet Of Things (IoT) e all'Intelligenza Artificiale, sta trasformando ogni settore e si prevede che entro cinque anni, ci saranno venti entità non umane per ogni essere umano, interagendo quotidianamente con quest'ultimo. Il mondo è ora un intreccio complesso di relazioni, nodi e reti in costante movimento, senza una rigida gerarchia. Senza una consapevolezza dell'impatto dell'evoluzione tecnologica sulle relazioni e sulla comunicazione, si rischia di sottovalutare l'effetto che essa ha sulla trasformazione sociale. I vecchi modelli concettuali non sono più adeguati. Inoltre, Latour ha evidenziato che siamo entrati nell'Antropocene, una nuova era geologica in cui l'uomo, estraendo una quantità di energia vicina a quella prodotta naturalmente dalla Terra, ha un impatto sulla natura, e viceversa. La distinzione artificiale tra natura e cultura non è più sostenibile: è necessario rispettare e proteggere la Terra, istituendo un "Parlamento delle Cose" con un rappresentante fisso, affinché essa venga tutelata quotidianamente allo stesso modo in cui noi tuteliamo il resto.

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