TARANTO - I mitilicoltori che fanno capo a Legacoop Agroalimentare Taranto Dipartimento Pesca, Agci Agrital Taranto, Confcooperative Taranto Federcoopesca, UNCI Agroalimentare, Confcooperative Taranto Federcoopesca, Casaimpresa Confesercenti Taranto, FAI CISL, FLAI CGIL e UILA Pesca, sono sull’orlo di una crisi di nervi. Ci mancava la morìa (un’altra!) delle cozze che è arrivata puntuale e terribile con il caldo di questi giorni. Sulle facce dei mitilicoltori legali si legge la delusione, la rabbia, lo sconforto. La morìa delle cozze è come un flagello divino, distrugge lavoro e sacrifici di mesi.
Ricordiamo che la problematica “morìa” è causata, oltre che dalle alte temperature, dalla eccessiva presenza di prodotto nel secondo seno, determinato dell’obbligo di trasferimento del prodotto imposto dalla ordinanza regionale del 2012. A causa della morìa alcune cooperative potrebbero perdere il 70-80% della produzione: la beffa è che invece i mitilicoltori “abusivi” hanno già venduto tutto il prodotto coltivato illegalmente nel primo seno potendo venderlo a prezzo inferiore non dovendo sostenere oneri fiscali né i pesanti oneri concessori.
A complicare la situazione si sono aggiunti i contestuali arrivi di “ordini di introito” emessi dal Comune di Taranto e relativi all’anno 2023: 4.000 quattromila euro per concessione. Un vero salasso per chi ha più concessioni. Insomma non c’è pace tra i pali delle cozze. La crisi di nervi ci sta tutta.
“Last but non least” da anni i mitilicoltori chiedono a gran voce agli Enti preposti di realizzare in Mar Grande la prevista e necessaria “area di stoccaggio”. Ma ancora tutto tace.
Tavoli tecnici di confronto sono stati richiesti al Sindaco Melucci, all’assessore Ciraci e all’assessore regionale Pentassuglia con i quali sono stati confermati appostiti incontri. Della morìa e degli altri problemi si discuterà in un quantomai tempestivo tavolo della mitilicoltura che avrà luogo il prossimo 30 luglio con l’assessore al mare, Cosimo Ciraci.
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