BISCEGLIE - Dalle prime ore di questa mattina, circa 70 Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, supportati dai reparti specializzati dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e del Nucleo Cinofili di Modugno, nonché con la collaborazione della Compagnia di Desio (MB), hanno eseguito un’operazione di vasta portata a Bisceglie. È stata emessa un’ordinanza di misura cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani, nei confronti di 13 soggetti ritenuti coinvolti nello spaccio di stupefacenti e nella vendita di tabacchi lavorati esteri di contrabbando.
L’operazione, denominata "Recover", è il risultato di un’indagine condotta dalla Tenenza dei Carabinieri di Bisceglie sotto la direzione della Procura di Trani. L'indagine era inizialmente focalizzata su due indagati di nazionalità albanese, la cui posizione è stata poi stralciata, rivelando collegamenti con alcuni soggetti locali. Questi successivi approfondimenti hanno permesso di raccogliere prove significative attraverso tecniche di indagine avanzate e attività di sorveglianza.
Gli investigatori hanno scoperto un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, con rifornimenti provenienti dal Nord Italia, e un’operazione di contrabbando di tabacchi lavorati esteri che arrivavano nel porto di Bisceglie via mare, trasportati da barche di pescatori locali. Gli indagati, legati da stretti rapporti di fiducia, utilizzavano un linguaggio criptico per comunicare, il quale è stato decifrato dagli investigatori.
Durante l’indagine, che si è protratta fino al febbraio scorso, i Carabinieri di Bisceglie hanno arrestato tre persone in flagranza di reato per il contrabbando di 1120 kg di tabacchi lavorati esteri. Numerosi riscontri sono stati effettuati, dimostrando che l’attività illecita continuava nonostante gli interventi repressivi.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, secondo le accuse accolte dal GIP, di numerose cessioni di sostanze stupefacenti e della vendita di tabacchi lavorati esteri di contrabbando. Dopo le formalità di rito, quattro soggetti sono stati trasferiti alla Casa Circondariale competente, mentre nove sono stati posti agli arresti domiciliari.
È importante sottolineare che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari. Seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza dovrà essere accertata in sede di processo, nel rispetto del contraddittorio tra le parti.
L’operazione, denominata "Recover", è il risultato di un’indagine condotta dalla Tenenza dei Carabinieri di Bisceglie sotto la direzione della Procura di Trani. L'indagine era inizialmente focalizzata su due indagati di nazionalità albanese, la cui posizione è stata poi stralciata, rivelando collegamenti con alcuni soggetti locali. Questi successivi approfondimenti hanno permesso di raccogliere prove significative attraverso tecniche di indagine avanzate e attività di sorveglianza.
Gli investigatori hanno scoperto un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, con rifornimenti provenienti dal Nord Italia, e un’operazione di contrabbando di tabacchi lavorati esteri che arrivavano nel porto di Bisceglie via mare, trasportati da barche di pescatori locali. Gli indagati, legati da stretti rapporti di fiducia, utilizzavano un linguaggio criptico per comunicare, il quale è stato decifrato dagli investigatori.
Durante l’indagine, che si è protratta fino al febbraio scorso, i Carabinieri di Bisceglie hanno arrestato tre persone in flagranza di reato per il contrabbando di 1120 kg di tabacchi lavorati esteri. Numerosi riscontri sono stati effettuati, dimostrando che l’attività illecita continuava nonostante gli interventi repressivi.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, secondo le accuse accolte dal GIP, di numerose cessioni di sostanze stupefacenti e della vendita di tabacchi lavorati esteri di contrabbando. Dopo le formalità di rito, quattro soggetti sono stati trasferiti alla Casa Circondariale competente, mentre nove sono stati posti agli arresti domiciliari.
È importante sottolineare che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari. Seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza dovrà essere accertata in sede di processo, nel rispetto del contraddittorio tra le parti.