Precipita nel vano ascensore: interdetti amministratore e tecnico
BRINDISI - Il giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Brindisi ha emesso una misura interdittiva che vieta temporaneamente l'esercizio di determinate attività professionali e imprenditoriali, della durata di un anno, nei confronti dell'amministratore di condominio e del responsabile tecnico della società di manutenzione degli ascensori. I due sono coinvolti nell'inchiesta sulla tragica morte di Clelia Ditano, la 25enne deceduta dopo essere precipitata dal quarto piano nel vano ascensore della palazzina di via Piave a Fasano, dove viveva con la sua famiglia.
Indagini e accuse
Entrambi gli indagati, assieme ad altre due persone, sono accusati di omicidio colposo. I provvedimenti sono stati notificati la sera dell'altro ieri dai militari della Stazione di Fasano. Le indagini hanno evidenziato gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, ritenuti responsabili, ognuno per le proprie competenze, di grave negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza della normativa e degli obblighi contrattuali relativi alla manutenzione dell'ascensore del condominio.
Dettagli della vicenda
Secondo l'accusa, la tragica morte di Clelia Ditano è avvenuta a causa della mancata riparazione e messa in sicurezza dell'ascensore. La giovane, uscita dal proprio appartamento al quarto piano, si è diretta verso la porta dell'ascensore per raggiungere il piano terra, trovandola apribile a causa di un guasto. Questo difetto ha portato alla sua caduta nel vuoto, con un impatto fatale sul tetto della cabina ascensore ferma al piano terra.
Responsabilità e provvedimenti
Gli indagati sono accusati di non aver effettuato le necessarie riparazioni e di non aver inibito l'uso dell'ascensore nonostante i difetti accertati più volte nella chiusura delle porte ai piani. La loro presunta negligenza ha avuto conseguenze tragiche, portando alla morte della giovane Ditano.
Interrogatori di garanzia
Sono in programma gli interrogatori di garanzia per gli indagati, che dovranno rispondere alle accuse mosse nei loro confronti. La comunità di Fasano, ancora scossa dalla tragica perdita di Clelia Ditano, attende con attenzione gli sviluppi dell'inchiesta e le eventuali responsabilità che emergeranno.
Indagini e accuse
Entrambi gli indagati, assieme ad altre due persone, sono accusati di omicidio colposo. I provvedimenti sono stati notificati la sera dell'altro ieri dai militari della Stazione di Fasano. Le indagini hanno evidenziato gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, ritenuti responsabili, ognuno per le proprie competenze, di grave negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza della normativa e degli obblighi contrattuali relativi alla manutenzione dell'ascensore del condominio.
Dettagli della vicenda
Secondo l'accusa, la tragica morte di Clelia Ditano è avvenuta a causa della mancata riparazione e messa in sicurezza dell'ascensore. La giovane, uscita dal proprio appartamento al quarto piano, si è diretta verso la porta dell'ascensore per raggiungere il piano terra, trovandola apribile a causa di un guasto. Questo difetto ha portato alla sua caduta nel vuoto, con un impatto fatale sul tetto della cabina ascensore ferma al piano terra.
Responsabilità e provvedimenti
Gli indagati sono accusati di non aver effettuato le necessarie riparazioni e di non aver inibito l'uso dell'ascensore nonostante i difetti accertati più volte nella chiusura delle porte ai piani. La loro presunta negligenza ha avuto conseguenze tragiche, portando alla morte della giovane Ditano.
Interrogatori di garanzia
Sono in programma gli interrogatori di garanzia per gli indagati, che dovranno rispondere alle accuse mosse nei loro confronti. La comunità di Fasano, ancora scossa dalla tragica perdita di Clelia Ditano, attende con attenzione gli sviluppi dell'inchiesta e le eventuali responsabilità che emergeranno.