BARI - “Il Governo nazionale ha deciso d’impugnare la legge per ripubblicizzare il Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, con argomentazioni frutto di un uso politico e strumentale della giustizia costituzionale. Come sarebbe possibile, secondo la prospettiva del Governo nazionale, che una Regione non possa tornare a gestire un servizio sanitario pubblico, essenziale, di cui è titolare, concesso illegittimamente a un privato per 24 anni e senza alcuna data di scadenza? C’è un’unica possibilità a rendere possibile questa ipotesi: il fatto che il fondatore e punto di riferimento della Fondazione San Raffaele è un senatore del centrodestra, Antonio Angelucci". Così il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati.
"Nel frattempo - prosegue -, per evitare che la pubblica amministrazione possa essere ulteriormente offesa e vilipesa, ho mandato una diffida alla ASL Brindisi, sulla base di tutte le informazioni che sono emerse nel corso della lunghissima e faticosa istruttoria. Tale diffida riguarda l’avvio dell’azione per ripetizione d’indebito, relativa al pagamento di prestazioni in eccesso rispetto ai tetti; azione per il pagamento di tutti i canoni di locazione non versati; limitazione del pagamento delle prestazioni nei limiti dei posti letto autorizzati e per i relativi codici 56 e 75; istituzione di un presidio giornaliero di un sanitario ASL per controllare il rispetto delle regole sulle ammissioni, qualità delle cure, liste d’attesa e setting assistenziale; revoca immediata dell’illegale protocollo d’intesa sottoscritto tra la ASL e la Fondazione San Raffaele il 10 novembre 2001, con cui era concesso, senza alcuna autorizzazione regionale e in violazione del fabbisogno, l’utilizzo per i codice 56 dei posti letto destinati ai codice 75; destinazione dei crediti vantati dalla Fondazione San Raffaele al pagamento degli adeguamenti contrattuali dei lavoratori, così come stabilito dal Tribunale di Brindisi. Faccio presente, infine, che le questioni oggetto d’intimazione rappresentano un’ipotesi di artifizi e raggiri per conseguire ingiusti profitti ai danni dello Stato. Ma su questo ho già provveduto a informare la Procura della Repubblica di Brindisi. Ringrazio nel frattempo tutti i sindacati, che hanno deciso di mobilitarsi in modo permanente, per conseguire i risultati imposti dalle leggi italiane e che più di qualcuno, con interpretazioni di comodo, vorrebbe disattendere”, conclude Amati.
"Nel frattempo - prosegue -, per evitare che la pubblica amministrazione possa essere ulteriormente offesa e vilipesa, ho mandato una diffida alla ASL Brindisi, sulla base di tutte le informazioni che sono emerse nel corso della lunghissima e faticosa istruttoria. Tale diffida riguarda l’avvio dell’azione per ripetizione d’indebito, relativa al pagamento di prestazioni in eccesso rispetto ai tetti; azione per il pagamento di tutti i canoni di locazione non versati; limitazione del pagamento delle prestazioni nei limiti dei posti letto autorizzati e per i relativi codici 56 e 75; istituzione di un presidio giornaliero di un sanitario ASL per controllare il rispetto delle regole sulle ammissioni, qualità delle cure, liste d’attesa e setting assistenziale; revoca immediata dell’illegale protocollo d’intesa sottoscritto tra la ASL e la Fondazione San Raffaele il 10 novembre 2001, con cui era concesso, senza alcuna autorizzazione regionale e in violazione del fabbisogno, l’utilizzo per i codice 56 dei posti letto destinati ai codice 75; destinazione dei crediti vantati dalla Fondazione San Raffaele al pagamento degli adeguamenti contrattuali dei lavoratori, così come stabilito dal Tribunale di Brindisi. Faccio presente, infine, che le questioni oggetto d’intimazione rappresentano un’ipotesi di artifizi e raggiri per conseguire ingiusti profitti ai danni dello Stato. Ma su questo ho già provveduto a informare la Procura della Repubblica di Brindisi. Ringrazio nel frattempo tutti i sindacati, che hanno deciso di mobilitarsi in modo permanente, per conseguire i risultati imposti dalle leggi italiane e che più di qualcuno, con interpretazioni di comodo, vorrebbe disattendere”, conclude Amati.