Trump metterà fine alla guerra, e alla Nato?
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Ricordate quando nel suo primo mandato (2016-2020), Donald Trump chiedeva agli alleati europei di mettersi le mani in tasca per finanziare la Nato?
"Chi finanzia la Nato e perché Trump chiede agli alleati di pagare di più (…) Spese militari e commercio internazionale stanno avvelenando il rapporto euro-atlantico. “Gli Stati Uniti stanno spendendo molto più a favore della Nato di qualsiasi altro paese membro – ha scritto su Twitter lunedì il presidente Donald Trump", (Beda Romano, Il Sole 24 Ore, 10 luglio 2018).
Quasi sempre gli alleati si giravano dall’altra parte, fischiettando.
Ora che la realtà si è d’improvviso dinamicizzata, Trump è scampato a un tentato omicidio e Biden si sta eclissando. Ora che il mondo unipolare nato da Yalta e Bretton Wood è al suo triste crepuscolo, si intravede la fine degli USA come superpotenza destrutturata dall’interno (lotta fra deep state democratico e great America repubblicano), di riflesso della Nato e della guerra. BRICS e OCS (Organizzazione Cooperazione Shangai) avanzano. Analisti affermano che il tentato omicidio di Trump voleva evitare proprio, o comunque anche, questi scenari.
Siamo a un momento topico della Storia: un pò come negli anni Novanta, fine della guerra fredda, moratoria USA URSS sui missili, Patto di Varsavia, Muro di Berlino.
Gli USA oggi hanno un debito pubblico stratosferico (33.100 mld di $), le frontiere assaltate dai migranti, sull’orlo di una guerra civile. Quindi Trump farebbe di necessità virtù.
Il dio dunque abbandona Antonio vs Zelenskij. Nella fattispecie è il deep state che lo molla. L’uomo delle t-shirt che, 4 ottobre 2022, approvò una legge per impedire a se stesso e a ogni ucraino di negoziare con Mosca (il mainstream non ebbe niente da ridire sul piano etico), che ridacchiò alla conferenza di pace (17 giugno scorso) in Svizzera senza i Russi (ma anche i Cinesi e con altri Paesi che ritirarono la firma del documento finale), ora “concede” alla Russia di partecipare ai trattati di pace in autunno (novembre). C’è però un ma: essendo scaduto il mandato, suo e del Parlamento, una firma sul trattato di pace che valore potrà avere?
Intanto si rende conto di questa accelerazione e che con Trump (che gli ha telefonato) e soprattutto il vice J. D. Vance tutto cambierà. Infatti non chiede più soldi né armi: ha paura di essere “suicidato” (come accadde a Saddam, Gheddafi, etc.).
Mentre l’Europa è in macerie per eccesso di zelo e servilismo: ha rinunciato al suo appeal diplomatico: ha sconfessato Viktor Orban (narrato come fascista sovranista, omofobo) che come presidente UE del semestre corrente, quanto meno ci ha provato: andando a Kiev (2 luglio), Mosca (6 luglio), Pechino (8 luglio), negli USA (8 luglio), in Turchia (11 luglio) per la sua “missione di pace”.
Intanto la guerra è stata “silenziata”: l’Occidente dovrebbe ammettere la sconfitta, bellica, tattica, strategica, geopolitica, culturale, analitica. Gli sceriffi non andranno a far baccano sulla Piazza Rossa.
Gli USA già oggi (a prescindere della vittoria dei dem o i repubblicani) stanno riflettendo sulla tipologia dell’uscita dall’Ucraina: soft, cioè lesinando aiuti e armi, oppure hard tipo abbandono precipitoso di Kabul, per capirci. Per la semplice ragione che gli americani sono sempre più poveri, gli homeless aumentano ogni giorno e vogliono farla finita. Non si possono fare le nozze coi fichi secchi.
Qualcuno lo dica alla Meloni, che annuncia altre sanzioni e armi, “con l’Ucraina fino alla fine…”. Per altro si dice che la Romania voglia uscire dalla NATO e dall’UE.
No problem per il cabarettista di Kiev: ha un sacco di belle dimore sparse per il mondo. Si dice che andrà in Gran Bretagna, con la Bugatti appena acquistata a Parigi, mica con un volo low cost…