ROBERTO BERLOCO - Altamura. Come il tocco d’un orologio a pendolo, preciso e risonante, quando scocca l’ora più alta, anche quest’anno e pure questa Estate, giunge il momento che la Madonna del Buoncammino torni in paese.
E’ in quest’occasione che una gioia immensa, preziosa e tutta particolare si affaccia e lievita nell’animo della cittadinanza altamurana. La sua tangibilità parifica quella del calore agostano che impregna l’aria, come per tradizione decidendo temperature africane, solitamente fuggite con il ricorso a condizionatori, variopinti ventagli oppure cercando il ristoro di luoghi ombreggiati.
E’ in tale istante che le vestigia “fisiche” di questa particolare Madre del Signore, trascorrono dalla loro sede naturale, il Santuario posto a poche miglia dall’abitato, a quella città che ne partorì il culto, quell’Altamura che remote cronache vogliono rifondata da un imperatore di sangue germanico ben più di otto secoli fa.
Sono questi momenti che, misteriosamente, si distinguono da quegli altri, pure dedicati a diverse altre, importanti ricorrenze religiose. E sono tutti gradienti dai quali può testarsi la più alta intensità della volontà di affidamento della gente del luogo alla provvidenza divina. Fatti, da un lato, capaci di confermare la regola di quanto la devozione mariana continui a produrre frutto tra i solchi delle coscienze locali, dall’altro idonei a lasciare emergere una eccezione luminosa a quel fenomeno del diradarsidell’attaccamento ai valori religiosi al quale i tempi di oggi abituano sempre più, e, purtroppo, educano con sempre maggiore autorevolezza.
Il corso della festività tiene battesimo ufficiale a partire da questa Domenica (come di regola assodata nel tempo, la terza di Agosto, seguente, cioè, il giorno di Ferragosto dedicato interamente a Santa Maria Assunta, la Patrona titolare della Città), anche se, in realtà, l’attività di regia parte da molto prima, con la Rettoria del Santuario assorbita a preparare il terreno delle anime attraverso preghiere e funzioni per quel dolcissimo approdo che l’esperienza del contatto urbano di questa speciale Maria garantirà all’anima delle masse, e con l’Associazione “Madonna del Buoncammino” ad organizzare febbrilmente le trame di quegli eventi che, nel loro insieme, aggiungono una piacevole ossatura terrena alla magia spirituale del periodo. Ovviamente, senza dimenticare anche il prezioso apporto di sostegno dell’Associazione cittadina “Murum”, così da garantire, nel complesso, l’opera di una squadra in armoniosa sinergia perché l’evento mariano sfoci in giornate smaglianti di fede e portatrici di beneficio spirituale per tutta la comunità.
Proprio qui, d’altronde, in questo connubio tra il protagonismo d’una figura sacrale come quella della Madonna della Mena e la buona volontà di un servigio che sale direttamente dal popolo, uno anche dei segreti della riuscita della “fest’ rann’”, la “festa grande”, come diletta agli Altamurani di esclamare ancora durante questi giorni di terzo millennio.
Come di usanza, anche questa volta, saranno due coppie di candidi buoi della Lucania i primi “destrieri” che scorteranno il Carro, dove sta issata la Venerata Immagine, dal recinto antistante il Santuario fino a quegli inizi di via Bari che stanno a poca distanza dall’area di servizio dell’unico distributore di carburanti alle coste di via delle Mura Megalitiche, ormai da diversi anni luogo di raduno per cavallerizze e cavalieri, il “corpo di guardia” destinato ad accompagnare la divina Protettrice di Altamura sino alla Chiesa Madre. Una manifestazione, quest’ultima, meglio nota come Cavalcata tradizionale.
Tra robuste ali di folla, comprendente devoti locali ma pure uomini e donne semplicemente preda del carisma della Co-Patrona cittadina, il Carro onorato dalla Madonna e ricoperto da un manto di fiori che sono anche i cuori innocenti di bambini festanti montati sopra, procederà lungo un tragitto che costeggia l’esterno delle Mura medievali, andando a culminare, a nottata ben inoltrata, presso un angolo dell’altare della Cattedrale. Qui rimarrà per la gioia e per le implorazioni dei fedeli, non solo altamurani, fino al suo ritorno settembrino in Santuario.
Ovviamente, anche nel corso di quest’edizione, verrà osservata la consuetudine del folclore dell’Asta della Bandiera, che permette di andare incontro alle ingenti spese sostenute per le esigenze della Festa e per l’insieme delle manifestazioni destinate a nutrirla. Il suo svolgimento continuerà ad avvenire mantenendo fedeltà allo schema voluto dagli antichi costumi, con l’offerta di ingresso riservata al vincitore dell’anno prima e partenza degli astanti intorno alle 16.30, dall’altezza del “tringhenidd”, un punto preciso in via Bari 175, per culminare alla prima basola di piazza Unità d’Italia, con l’aggiudicazione del vessillo dopo due ore abbondanti di lenta marcia.
D’altra parte, è sempre nella stessa piazza che, in corrispondenza di Porta Bari, ad una data sosta dalla rituale processione seguita dal Carro, il Primo Cittadino vi sale per consegnare le Chiavi della Città alla Madonna, un atto di grande significato simbolico che corre parallelo a quello del suo più profondo senso, vale a dire il segno di una prova di fede in questa speciale Maria, l’unica … tutta altamurana.
E già, perché è anche con questo particolare, che esalta l’”altamuranità” di una personalità divina, che si spiega il fascino carismatico della Madonna del Buoncammino. Quella che gli Altamurani vedono e sentono dentro il proprio cuore, non è semplicemente la Madonna, bensì la “loro” Madonna. Il passaggio è psicologico e assolutamente fondamentale, per avere chiara la carica di umano affetto che la circonda costantemente, sostenendola agli occhi della popolazione in una luce unica. Una che avvolge il paese come un benefico manto, donando sapore alle preghiere e regale speranza alle attese. Di questi giorni, come in tutti quelli dell’anno.
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