Arsenale di Taranto: cede la barca-porta, scongiurata la tragedia
TARANTO - Nel pomeriggio di ieri, 2 agosto 2024, presso l’Arsenale Militare Marittimo di
Taranto, si è verificato un incidente che poteva avere conseguenze drammatiche.
Un forte boato, simile a un'esplosione, è stato avvertito anche dai numerosi
residenti del Borgo di Taranto. Il suono è stato causato dal probabile cedimento
della barca-porta del bacino Ferrati, provocando l’allagamento della platea e degli
edifici circostanti.
Dalle prime notizie acquisite dalla Segreteria aziendale della UILPA, tramite la sig.ra Gaetana Pisarra, e dal Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, Ignazio Barbuto, attivatisi immediatamente dopo l’evento, è emerso che alcuni lavoratori erano impegnati all’interno del bacino per normali attività di manutenzione e controlli. Fortunatamente, i dipendenti sono stati richiamati prima del tempo, evitando così una potenziale tragedia. La platea, situata a 12 metri sotto il livello del mare, è lunga 250 metri e durante l'incidente è stata invasa dalle acque con una forza devastante, insieme ai reparti limitrofi che, dato l’orario, erano fortunatamente vuoti.
"È stato solo un caso fortuito che nessuno si trovasse sul posto al momento dell'incidente. Tuttavia, l’evento solleva molte domande - ha dichiarato Gaetana Pisarra, segretaria della UILPA dell’Arsenale di Taranto - . "Siamo profondamente preoccupati per la sicurezza dei nostri lavoratori e chiederemo alla Direzione un incontro urgente per discutere le possibili cause dell'accaduto." Ignazio Barbuto, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, ha aggiunto: "Se si dovesse accertare che il cedimento è imputabile alla barca-porta, si tratterebbe di un fatto grave, considerando che questa struttura era stata oggetto di interventi di consolidamento recentemente. Il varo della nuova barca-porta sette mesi fa era stato accolto con favore proprio per evitare situazioni del genere." I dirigenti sindacali UILPA, Pisarra e Barbuto, richiederanno alla Direzione dell'Arsenale un incontro urgente per un primo approfondimento sulle possibili cause di quanto accaduto e se vi fossero stati segnali premonitori che avrebbero dovuto indurre ad accelerare le operazioni di sostituzione, o se si possa imputare l’accadimento ad altre cause infrastrutturali o a manovre errate.
Inoltre, si dovranno quantificare i danni alle infrastrutture ed eventuali sversamenti nel Mar Piccolo.
Dalle prime notizie acquisite dalla Segreteria aziendale della UILPA, tramite la sig.ra Gaetana Pisarra, e dal Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, Ignazio Barbuto, attivatisi immediatamente dopo l’evento, è emerso che alcuni lavoratori erano impegnati all’interno del bacino per normali attività di manutenzione e controlli. Fortunatamente, i dipendenti sono stati richiamati prima del tempo, evitando così una potenziale tragedia. La platea, situata a 12 metri sotto il livello del mare, è lunga 250 metri e durante l'incidente è stata invasa dalle acque con una forza devastante, insieme ai reparti limitrofi che, dato l’orario, erano fortunatamente vuoti.
"È stato solo un caso fortuito che nessuno si trovasse sul posto al momento dell'incidente. Tuttavia, l’evento solleva molte domande - ha dichiarato Gaetana Pisarra, segretaria della UILPA dell’Arsenale di Taranto - . "Siamo profondamente preoccupati per la sicurezza dei nostri lavoratori e chiederemo alla Direzione un incontro urgente per discutere le possibili cause dell'accaduto." Ignazio Barbuto, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, ha aggiunto: "Se si dovesse accertare che il cedimento è imputabile alla barca-porta, si tratterebbe di un fatto grave, considerando che questa struttura era stata oggetto di interventi di consolidamento recentemente. Il varo della nuova barca-porta sette mesi fa era stato accolto con favore proprio per evitare situazioni del genere." I dirigenti sindacali UILPA, Pisarra e Barbuto, richiederanno alla Direzione dell'Arsenale un incontro urgente per un primo approfondimento sulle possibili cause di quanto accaduto e se vi fossero stati segnali premonitori che avrebbero dovuto indurre ad accelerare le operazioni di sostituzione, o se si possa imputare l’accadimento ad altre cause infrastrutturali o a manovre errate.
Inoltre, si dovranno quantificare i danni alle infrastrutture ed eventuali sversamenti nel Mar Piccolo.