BARI - "Il nodo delle stangate sui Comuni per i maggiori costi Tari – che avevamo previsto fin da gennaio scorso, impegnando la Regione a farsene carico con una mozione che attende ancora di essere discussa – sta venendo al pettine. E infatti, una settimana dopo Ferragosto, è arrivato il “regalo” della società Progetto Ambiente – che possiede e gestisce le discariche di Cavallino, Poggiardo e Ugento – ai 174 Comuni e alle tre società (Amiu Puglia, Amiu Trani e Gial Plast) pugliesi che conferiscono i rifiuti nella discarica di Cavallino: una nota in cui comunica l’aumento delle tariffe per il conferimento di rifiuti indifferenziati non pericolosi (urbani e speciali) nell’impianto di Cavallino, in località Masseria Guarini". Così in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
"Entro un mese dall’invio della comunicazione, che porta la data del 22 agosto - prosegue Pagliaro -, i destinatari dovranno sottoscrivere e restituire l’atto transattivo con Progetto Ambiente, pena la decadenza dei benefici concessi, ossia la rateizzazione e la rinuncia agli interessi. Si profila dunque un salasso per le casse dei Comuni, che dovranno sborsare tariffe molto più alte per il conferimento dei rifiuti al cancello dei cosiddetti impianti “minimi”, cioè destinati allo stoccaggio e al trattamento del residuo secco dei rifiuti, vale a dire la porzione non differenziata.
La società Progetto Ambiente ha dato così applicazione alle determine del gennaio scorso a firma del direttore Ager (l’Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti), che stabiliscono l’adeguamento tariffario delle tariffe per gli impianti di Cavallino, Poggiardo e Ugento per gli anni 2022 e 2023. Un aumento pesantissimo: il +41,8% per il 2022, e l’11,6% per il 2023. Contro questa stangata, il 9 maggio scorso i Comuni salentini di Andrano, Nociglia, Santa Cesarea Terme, Uggiano La Chiesa, Spongano, San Cassiano, Cutrofiano, Cavallino, San Cesario di Lecce, Diso, Scorrano, Maglie, Muro Leccese, Giurdignano, Botrugno, Carpignano Salentino, Sannicola, Giuggianello, Sanarica, Ortelle e Surano hanno proposto un ricorso congiunto al presidente della Repubblica Mattarella, per il tramite del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, contro Ager e Regione Puglia e nei confronti della società Progetto Ambiente, per l’annullamento delle determine dirigenziali Ager del 10 gennaio 2024. Nel ricorso si chiede anche l’annullamento della delibera di Giunta regionale del 29 dicembre 2021 che individua gli impianti cosiddetti “minimi” per la chiusura del ciclo dei rifiuti, tra cui gli impianti di produzione di Cavallino, Poggiardo e Ugento.
Il problema è proprio la mancata chiusura del ciclo dei rifiuti. Eppure, con la legge regionale 20/2016 fu istituita l’Ager proprio con l’obiettivo di realizzare e gestire gli impianti di recupero, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, e di determinare le tariffe per l’erogazione dei relativi servizi in favore dei Comuni conferitori.
Nel ricorso proposto dai 21 Comuni della provincia di Lecce si ravvisa la violazione dei criteri per la revisione dei prezzi nei contratti relativi alla gestione dei rifiuti. In sostanza, nell’adeguare le tariffe vigenti per i tre impianti leccesi alla variazione dei prezzi intervenuta nell’arco temporale gennaio 2021/gennaio 2023, l’Ager ha applicato in tutte e tre le determine l’Indice Istat che registra la modifica dei prezzi con riferimento al comparto industriale, anziché all’Indice Istat specifico per le imprese che svolgono l’attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, recupero dei materiali, con una sensibile differenza in aumento.
Al di là del ricorso, che condividiamo, il problema dell’adeguamento tariffario disposto dall’Ager legittima la richiesta degli aumenti da parte delle società che gestiscono in Puglia gestiscono impianti privati che suppliscono alla carenza di quelli pubblici. Un vaso di Pandora che costringerà i Comuni ad alzare le tariffe Tari, nel lassismo della Regione e dell’agenzia deputata alla gestione dei rifiuti. Sbrogliare questa matassa spetta al presidente Emiliano e alla neo assessora all’ambiente Triggiani, e chiediamo che lo facciano con urgenza, scongiurando un vero e proprio salasso per le tasche di tutti i cittadini" conclude Pagliaro.