Da ‘Volare oh, oh’ di Modugno al videoclip del sogno ‘Oh-oh’ di Glenda

LIVALCA - Da qualche anno mi lascio ‘influenzare’ da una frase: “La vecchiaia sopraggiunge improvvisa, più prepotente della giovinezza, di cui non ci eravamo accorti”. Il pensiero è di quel Leonardo Longanesi (tutti lo conosciamo come Leo) che, paradossalmente, è morto a metà degli anni cinquanta del secolo scorso, avendo vissuto appena 52 primavere. Non a caso lo scrittore-giornalista Roberto Gervaso ci ha lasciato: “La giovinezza è una grande maleducata: va via senza neppure salutare” e vale la pena precisare che non si tratta di ‘amarezza’, ma semplice constatazione di chi ha sacrificato sogni e aspirazioni personali dimenticando che il tempo è un grande maestro, spesso considerato al pari della medicina, ma non sempre possiede ‘memoria’.

Era il 1 febbraio 1958 quando Domenico Modugno, vincendo il primo dei suoi quattro Festival di Sanremo, ci regalò - alla stesura del testo collaborò Franco Migliacci - ‘Penso che un sogno così non ritorni mai più…. volare oh, oh, cantare oh, oh’ e si gratificò di un successo planetario da oltre 20 milioni di copie. In quel ‘magico’ 1958 il padre di Glenda Picaro aveva otto anni, la stessa età di chi scrive, e ha ‘conosciuto’ Modugno solo l’anno successivo con ‘Piove… ciao, ciao bambina’, mentre Livalca rimase affascinato nel 1960 dal titolo della canzone “Libero”, sempre Modugno-Migliacci, che, con un testo non particolarmente ‘seducente’ a mio modesto parere, aveva un inciso molto espansivo “E’ la vita che chiama me, libero voglio vivere…”: chiaramente tanti sono stati i Livalca che hanno dovuto mediare la loro idea di libera scelta alle esigenze contingenti della vita. Glenda si è voluta donare un sogno, con questo videoclip “Oh-oh”, narrando le vicissitudini di una ragazza che vive la vita in maniera ‘libera’ e selvaggia su una spiaggia che non poteva che essere nella Puglia che l’ha vista nascere, crescere e studiare.

Con videoclip s’intende una rapida frequenza di immagini, montate in modo frammentato e pur spedito, seguendo quasi sempre il ritmo della musica di accompagnamento. Il termine è composto da ‘video’ e ‘clip’, solita parola inglese che significa ‘ritaglio’… di cui avremmo fatto volentieri a meno (pensiero ad alta voce che non sarà ‘stupendo’, ma è figlio di quella legge ferrea per cui il pensiero vola e le parole … vanno a piedi), ma ‘made’ in England ‘batte’ tutte le strade per cui prima ci nutre con un… sandwich (panino) e poi ci sottopone ad uno shampoo (sciampo?).
Dicevamo in un videoclip le inquadrature sono brevi e utilizzate per non molti secondi, insomma danno l’idea di una musica breve, giusto lo spazio di una canzone e probabilmente sono nati per sostenere spot pubblicitari.

La protagonista della canzone di Glenda, in una delle sue tante peregrinazioni su spiagge solitarie, rinviene sulla battigia una bottiglia con un messaggio d’amore, che è poi il testo della canzone “Oh-oh”: la nostra audace, coraggiosa, intrepida ragazza non ci penserà due volte a procurarsi una barchetta per seguire il suo sogno e, forse, l’amore. Il videoclip termina con la nostra Glenda che si ‘sveglia’ come da un ‘miraggio’ che pare un ‘abbaglio’, ma la serenità, più che lo stupore, del suo sguardo testimonia che l’amore lo ha già trovato.

Certo si tratta di una delle tante interpretazioni, avvalorata da un verso “sento l’aria sulla pelle, come sto bene con te…”, tipica espressione di chi sente di aver trovato l’amore… mantenerlo altro discorso. Da anziano incompetente affermo che Glenda il suo amore già lo possiede, perché afferma “Se questa è casa mia, io voglio sia anche tua, se questa è una poesia, io canterò, canterò oh-oh, oh-oh, oh-oh, oh- oh”.

Particolare che possiede una valenza non trascurabile: Glenda è nata in quella magica Santo Spirito, in cui lo ‘spirito’ gareggia con la profondità del mare non perché lo dice Lucio Dalla (il quale si riferiva alle acque delle isole Tremiti, che sempre ‘nostre’ sono), ma perché la nostra cantautrice afferma “… sento il mare”, per farci capire che il verbo sentire è un sentimento che dura per sempre. Dal ‘Volare di Modugno’ al “Oh-oh” di Glenda sono trascorsi 66 anni, ma la musica si impreziosisce di identica frenesia-trasporto-slancio-passione per la vita: certo le passioni sono come i venti, necessari per creare il movimento, ma vanno gestite con saggezza per non farle degenerare in qualcosa che vada oltre il nostro volere. Modugno e Glenda, entrambi figure ‘libere’ cantano “Felice di stare quaggiù con te” e “Questo blu suonerò anche per te”: figli del mare di Puglia continuano la ‘chimera’ della poesia della vita.

Glenda, che ora vive a Roma come Modugno lo scorso secolo, ha voluto che il suo videoclip fosse girato tra la Riserva Naturale di Torre Guaceto, le Cale di Capitolo/Monopoli e il mare di Santo Spirito: le riprese in barca sono state possibili grazie alla perizia, unita allo smisurato amore per il mare, dell’Associazione Marinai di Santo Spirito.

La Puglia sarà “Amara terra mia”, ma è a prova di qualsiasi “Lontananza”, perché è un territorio ‘Meraviglioso’.

Pensa Glenda per cantare “Nel blu dipinto di blu” nel Sanremo targato 1958 era stato scelto Jonny Dorelli - era in auge l’abbinamento dei cantanti - e si cercava l’altro artista… ma nessuno si faceva avanti. Modugno decise di provarci in prima persona: ti dico questo perché sono sicuro che, a ‘Conti’ fatti, puoi dimostrare che ci sarà sempre una Glenda capace di ‘penso che un sogno così… ritorni di più’… poi compito tuo trovare musica e parole consone.

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