NAPOLI - Una vicenda intricata e macabra ha scosso la comunità di Pomigliano d'Arco, un popoloso comune della città metropolitana di Napoli. Un tentato furto si è trasformato in un caso di omicidio internazionale con il ritrovamento di un cadavere e l'arresto di un latitante, accusato di aver ucciso il proprio padre in Germania.
Tutto ha avuto inizio nel pomeriggio di martedì 13 agosto, quando alcuni residenti di via Passariello hanno allertato la polizia locale per un tentativo di furto in un appartamento della zona. Gli agenti, guidati dal tenente colonnello Emiliano Nacar, sono intervenuti prontamente, fermando un uomo di 33 anni sospettato di essere l'autore del furto.
Poco dopo, a breve distanza dal luogo dell'effrazione, la polizia ha rinvenuto un'auto abbandonata nei pressi dello svincolo autostradale, vicino al casello di Pomigliano d'Arco. La vettura, collegata al ladro appena arrestato, ha rivelato un macabro segreto: nel bagagliaio è stato trovato il cadavere di un uomo, successivamente identificato come il padre dell'arrestato.
Il sospettato, un 33enne originario di Monaco di Baviera, era già destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità tedesche, poiché ricercato per l'omicidio del padre. Secondo i primi riscontri, il cadavere presentava evidenti segni di accoltellamento, suggerendo che la vittima fosse stata uccisa prima di essere nascosta nel bagagliaio della vettura.
La dinamica dell'evento è ancora al vaglio degli inquirenti, ma sembra che il latitante, dopo aver ucciso il padre, abbia viaggiato con il cadavere fino a Pomigliano d'Arco, dove un guasto all'auto lo avrebbe costretto a fermarsi. In preda alla disperazione, l'uomo avrebbe tentato di introdursi in un'abitazione nella zona, forse nel tentativo di trovare un altro veicolo per continuare la sua fuga.
Le indagini hanno confermato il legame tra l'arrestato e il ritrovamento del cadavere, grazie anche alle immagini delle telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso mentre abbandonava l'auto sul cavalcavia dell'autostrada A16, che collega Napoli a Canosa.
Durante la perquisizione, l'uomo è stato trovato in possesso di 561 euro, la cui provenienza è al momento oggetto di indagine. Il denaro è stato sequestrato e l'arresto è stato comunicato al pubblico ministero di turno presso la procura della Repubblica di Napoli. Attualmente, il 33enne è detenuto nel carcere di Poggioreale, in attesa di ulteriori sviluppi.
Questa tragica vicenda, che ha avuto origine da un semplice tentato furto, ha svelato un crimine ben più grave e complesso, con ramificazioni internazionali che hanno visto la collaborazione tra le autorità italiane e tedesche per assicurare alla giustizia il presunto autore dell'omicidio.
Tutto ha avuto inizio nel pomeriggio di martedì 13 agosto, quando alcuni residenti di via Passariello hanno allertato la polizia locale per un tentativo di furto in un appartamento della zona. Gli agenti, guidati dal tenente colonnello Emiliano Nacar, sono intervenuti prontamente, fermando un uomo di 33 anni sospettato di essere l'autore del furto.
Poco dopo, a breve distanza dal luogo dell'effrazione, la polizia ha rinvenuto un'auto abbandonata nei pressi dello svincolo autostradale, vicino al casello di Pomigliano d'Arco. La vettura, collegata al ladro appena arrestato, ha rivelato un macabro segreto: nel bagagliaio è stato trovato il cadavere di un uomo, successivamente identificato come il padre dell'arrestato.
Il sospettato, un 33enne originario di Monaco di Baviera, era già destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità tedesche, poiché ricercato per l'omicidio del padre. Secondo i primi riscontri, il cadavere presentava evidenti segni di accoltellamento, suggerendo che la vittima fosse stata uccisa prima di essere nascosta nel bagagliaio della vettura.
La dinamica dell'evento è ancora al vaglio degli inquirenti, ma sembra che il latitante, dopo aver ucciso il padre, abbia viaggiato con il cadavere fino a Pomigliano d'Arco, dove un guasto all'auto lo avrebbe costretto a fermarsi. In preda alla disperazione, l'uomo avrebbe tentato di introdursi in un'abitazione nella zona, forse nel tentativo di trovare un altro veicolo per continuare la sua fuga.
Le indagini hanno confermato il legame tra l'arrestato e il ritrovamento del cadavere, grazie anche alle immagini delle telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso mentre abbandonava l'auto sul cavalcavia dell'autostrada A16, che collega Napoli a Canosa.
Durante la perquisizione, l'uomo è stato trovato in possesso di 561 euro, la cui provenienza è al momento oggetto di indagine. Il denaro è stato sequestrato e l'arresto è stato comunicato al pubblico ministero di turno presso la procura della Repubblica di Napoli. Attualmente, il 33enne è detenuto nel carcere di Poggioreale, in attesa di ulteriori sviluppi.
Questa tragica vicenda, che ha avuto origine da un semplice tentato furto, ha svelato un crimine ben più grave e complesso, con ramificazioni internazionali che hanno visto la collaborazione tra le autorità italiane e tedesche per assicurare alla giustizia il presunto autore dell'omicidio.
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