SIENA - Siena è stata teatro di un nuovo tragico femminicidio. Sabato 10 agosto, nella sua abitazione in via del Villino, è morta Yuleisi Ana Manyoma Casanova, una 33enne di origine colombiana conosciuta da tutti come "Giulia". La donna è stata uccisa da un colpo alla testa sparato da distanza ravvicinata con un fucile calibro 16 caricato a pallini. Il principale sospettato è il compagno della vittima, F.P.B., un 26enne connazionale, già arrestato per detenzione illegale di arma da fuoco e ora indagato per omicidio doloso aggravato dalla relazione affettiva e dal rapporto di convivenza.
Secondo le prime ricostruzioni, il dramma si è consumato nella camera da letto dell'appartamento dove Yuleisi Ana viveva con il compagno e la loro figlia. Al momento dello sparo, la bambina si trovava in un'altra stanza insieme ad altre tre persone. Sono stati proprio loro a dare l'allarme, ma i tentativi di rianimare la donna si sono rivelati inutili.
Interrogato a lungo dalle autorità , F.P.B. ha dichiarato che il colpo sarebbe partito accidentalmente mentre maneggiava l'arma, una versione che non ha convinto gli inquirenti. Di fronte alla gravità della situazione, la Procura ha deciso di iscriverlo nel registro degli indagati, una misura che consentirà all'uomo di nominare un avvocato e difendersi dalle accuse che gli vengono mosse.
Gli investigatori hanno già ascoltato le testimonianze delle persone presenti in casa al momento della tragedia. Tuttavia, nessuno di loro avrebbe assistito direttamente all'omicidio poiché si trovavano in altre stanze dell'abitazione. Nel frattempo, è stata disposta l'autopsia sul corpo di Yuleisi Ana e l'arma del delitto è stata sequestrata. Anche l'appartamento è stato posto sotto sequestro per permettere ulteriori rilievi.
Restano molte domande senza risposta: se l'ipotesi dell'omicidio volontario venisse confermata, quale potrebbe essere stato il movente? C'è stata una lite prima dello sparo? E come è arrivato il fucile in casa? L'indagine della Procura cercherà di far luce su questi interrogativi per ricostruire con esattezza gli eventi che hanno portato alla morte di Yuleisi Ana Manyoma Casanova.
Secondo le prime ricostruzioni, il dramma si è consumato nella camera da letto dell'appartamento dove Yuleisi Ana viveva con il compagno e la loro figlia. Al momento dello sparo, la bambina si trovava in un'altra stanza insieme ad altre tre persone. Sono stati proprio loro a dare l'allarme, ma i tentativi di rianimare la donna si sono rivelati inutili.
Interrogato a lungo dalle autorità , F.P.B. ha dichiarato che il colpo sarebbe partito accidentalmente mentre maneggiava l'arma, una versione che non ha convinto gli inquirenti. Di fronte alla gravità della situazione, la Procura ha deciso di iscriverlo nel registro degli indagati, una misura che consentirà all'uomo di nominare un avvocato e difendersi dalle accuse che gli vengono mosse.
Gli investigatori hanno già ascoltato le testimonianze delle persone presenti in casa al momento della tragedia. Tuttavia, nessuno di loro avrebbe assistito direttamente all'omicidio poiché si trovavano in altre stanze dell'abitazione. Nel frattempo, è stata disposta l'autopsia sul corpo di Yuleisi Ana e l'arma del delitto è stata sequestrata. Anche l'appartamento è stato posto sotto sequestro per permettere ulteriori rilievi.
Restano molte domande senza risposta: se l'ipotesi dell'omicidio volontario venisse confermata, quale potrebbe essere stato il movente? C'è stata una lite prima dello sparo? E come è arrivato il fucile in casa? L'indagine della Procura cercherà di far luce su questi interrogativi per ricostruire con esattezza gli eventi che hanno portato alla morte di Yuleisi Ana Manyoma Casanova.
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