MESAGNE (BR) - Il dramma dei migranti nella presentazione del libro del sociologo Leonardo Palmisano che si terrà stasera – martedì 20 agosto - dalle ore 20 nell’atrio del Comune di Mesagne. L’iniziativa è organizzata dall’Aps "Ricreazione" nell’ambito della rassegna estiva promossa dall’Amministrazione comunale, l’ingresso per partecipare è libero. Dialoga con l’autore la giornalista Silvia Di Dio.
C’è un grido che si leva dalle bocche degli stranieri in Italia: "Fuggire". Il paese che bonariamente li ha accolti, solo per recintarli oltre un muro di emarginazione e sfruttamento. Nel frattempo, però, i migranti hanno iniziato a scrollarsi di dosso la gratitudine verso chi li ha salvati da Mediterraneo (e non solo) ma li ha incastrati, subito dopo, in un ghetto di emarginazione a Lampedusa, a Mineo, a Borgo Mezzanone. Dentro le loro vite, dentro i loro desideri, si va affermando una rivoluzione demografica: l’abbandono dell’Italia, il ritorno a casa, l’urgenza di vivere liberi in un posto più libero nel diritto ad autodeterminarsi.
Sotto questa pressione, il muro comincia a creparsi e da questa crepa, giorno dopo giorno, fuggono o sperano di fuggire in migliaia. Per paradosso, la legge italiana sull’immigrazione che porta il nome di due irriducibili nemici dei flussi migratori, la Bossi-Fini, costringe questi detenuti privi di un titolo di soggiorno a restare in Italia, ad attendere di avere abbastanza denaro per potersi pagare un altro viaggio, lontano da noi. Con questi migranti ha parlato Leonardo Palmisano. In "ItaliApartheid. Stranieri nella penisola del razzismo", Fandango Libri editore lascia loro il racconto delle storie che li hanno condotti qui e che non permettono loro di ripartire, dimostrando una volta per tutte quanto l’apertura delle frontiere sia l’unica soluzione sia in entrata che in uscita.