Nell'ultima giornata della convention democratica a Chicago, Kamala Harris ha segnato un momento cruciale della sua carriera politica, accettando ufficialmente la candidatura a rappresentante del Partito Democratico nella corsa alla Casa Bianca contro Donald Trump. Accolta da un’ovazione allo United Center, la vicepresidente di Joe Biden ha pronunciato un discorso di circa mezz'ora, pieno di riferimenti alla sua infanzia, alla sua famiglia e alla sua visione per il futuro del Paese. "A nome di mia madre e di tutte le persone che lavorano duro e inseguono i loro sogni, io accetto la vostra nomination", ha dichiarato Harris, lanciando un appello all'unità nazionale e al superamento delle divisioni politiche.
Un appello all'unità e alla speranza
Rivolgendosi direttamente agli americani, Harris ha esortato il Paese a superare l'amarezza e il cinismo delle battaglie divisive del passato, invitando tutti a tracciare una nuova strada "non come membri di un partito, ma come americani". Il discorso si è concluso con l'arrivo sul palco del marito, Doug Emhoff, e della coppia formata da Tim Walz, candidato alla vicepresidenza, e sua moglie Gwen, sotto una pioggia di 100.000 palloncini bianchi, rossi e blu, mentre risuonavano le note di "Freedom" di Beyoncé.
L'elogio a Biden e l'attacco a Trump
Nel suo discorso, Harris ha lodato il presidente Joe Biden per il suo straordinario record alla guida del Paese, ricordando il forte legame che li unisce nella missione di costruire un futuro migliore per l'America. Ha poi raccontato aneddoti della sua infanzia, sottolineando l’influenza di sua madre, una figura centrale nella sua vita. Ma il discorso non è stato privo di attacchi diretti a Donald Trump. Harris ha criticato duramente il candidato repubblicano, definendolo "una persona non seria", ma evidenziando che le conseguenze della sua eventuale rielezione sarebbero estremamente serie, soprattutto in seguito alla recente concessione di immunità da parte della Corte Suprema.
Politica estera e sicurezza nazionale
Harris ha chiarito la sua posizione su due dei principali fronti di politica estera. Ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti a sostenere l'Ucraina e a rafforzare la collaborazione con la NATO e i partner europei. Ha inoltre confermato il supporto a Israele nel suo diritto alla difesa e ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco per porre fine alle sofferenze a Gaza e per consentire ai palestinesi di realizzare le loro aspirazioni di autodeterminazione.
Immigrazione e riforme
Harris ha dedicato una parte del discorso a uno dei temi più controversi della campagna: l'immigrazione. Ha attaccato Trump per il suo atteggiamento verso la questione, accusandolo di utilizzare la sicurezza nazionale per fini politici. Harris si è impegnata a riformare il sistema, offrendo un percorso di cittadinanza a chi lo merita e risolvendo l'emergenza al confine.
Il futuro dell'America
Concludendo, Harris ha ribadito la sua visione di un'economia basata sulle opportunità e ha contrastato l'approccio di Trump, che ha definito dannoso per la classe media. "Trump vuole farci arretrare. America, noi non torneremo indietro", ha detto Harris, promettendo di non allearsi mai con i dittatori e di guidare il Paese verso un futuro migliore.
Il discorso di Harris segna l'inizio ufficiale della sua campagna elettorale, con il chiaro obiettivo di contrastare Trump e di garantire un futuro di unità e progresso per gli Stati Uniti.