Per Andrea Carnemolla, il Maestro dell’Anamorfosi e della scrittura poetica


Riceviamo e pubblichiamo la lettera della scrittrice e psicoterapeuta Santa Fizzarotti Selvaggi al compianto Maestro Andrea Carnemolla:

Andrea,

Ti scrivo questa lettera perché so che a te oltre alle opere pittoriche, ai tuoi bassorilievi, piaceva scrivere. Credo di conoscerti molto più che altri qualificati critici d’ arte , per non dire soprattutto di quelli affetti da vari localismi. Sei andato via verso le valli del Cielo in silenzio come era tua abitudine fermarti di notte ad ascoltare il mare. Da ben otto anni non si avevano tue notizie se non che vivevi a Creta con Kieti. Otto lunghi anni in cui mai è mancata la mia telefonata il giorno dopo il mio arrivo a Kolymbari . Ma ero orfana della tua voce. In ogni modo sapere che c’ eri era illudersi un po’ che un giorno saresti venuto di nuovo a Falassarna lì dove abbiamo immaginato le tue opere letterarie mentre contavamo le stelle con tua moglie Kieti e mio marito Francesco . Ci ispirava anche il vento, quello forte dell’ Anatolia che ci parlava delle storie del mondo, dell’Oriente e dell’Occidente . Io conosco di te ogni respiro d’arte, i tuoi vissuti e i tuoi sogni. Meraviglioso il tuo “Catalogo… ovvero il tempo del desiderio” , Edizioni Studio D’ di Pescara : un lavoro che oltre alle immagini dei tuoi straordinari bassorilievi pittorici contiene nostri testi scritti per meglio teorizzare il tuo lavoro.
E leggo con emozione con il cuore che trema :” lentamente si schiusero i cancelli trasparenti del desiderio le strutture architettoniche del tempo crollarono sotto il peso leggero delle foglie e dei fiori”… Andrea Carnemolla racconta le contraddizioni della sua esistenza giocata sul tappeto verde del rischio: l’artista rigenera in permanenza se stesso “.E ancora nel Catalogo scrivo” La madre il tempo la ciclicità della storia l’assenza di pace la realtà delle cose l’arte il diavolo la madre l’artista in bocca Mefistofele per riparare il trauma iniziale il progetto audace ma la ferita è profonda frammenti d’amore sparsi nel giardino della lussuria e linguaggio dell’arte accarezza la realtà “, Tu quale controcanto raccontavi “Una notte sognai di aver scalato una montagna sconosciuta è persa la memoria dell’ascesa pensai di essere la metà della mia storia prossima la svolta del silenzio dove si combatte la battaglia centrale la più dura con gli eventi del Destino”. E nel 1987 per te, Andrea, scrivevo in occasione di una tua seconda mostra al Centrosei (Bari) “ La luce si mescola all’oscurità e genera il discorso difficile dell’ombra “E poi“ Tra mare cielo e terra si colloca il fuoco nascono i suoni del silenzio carico di parole di desideri inespressi i sentimenti ed emozioni l’artista può ascoltare finalmente la sua voce…”.
Eravamo felici con poco in quelle notti a Creta. E sulla terrazza di Petalida abbiamo immaginato il libro “Lo Sguardo di Epimenide“ che pubblicasti nella collana da me diretta “ ArtePsiche” Schena Editore . E con emozione leggo le tue riflessioni “ «Come un canto che sale fra silenzi sonori, nel ventre di Vlasta cresceva un germoglio e dalla bocca una traccia d’argento: “umida signora delle stagioni, guardiana del trapasso lieve che s’alterna tra il sonno e la veglia, sangue verde della terra, madre più saggia del tempo che cieco divora le cose... io ti invoco nella notte. A Zeus dedicheranno il mio frutto, al sole che asciuga gli umori, ma nel sonno proteggilo, ti prego, come fosse una ninfa. Nel cuore d’ogni Cureto s’annida la fanciulla dei boschi”». E io contino: ”La consapevolezza dolorosa dell’impossibilità di essere con la Madre facilita la creatività, per cui attraverso le Arti ci illudiamo di essere la Madre. Andrea sa di essere duplice. Non a caso afferma che «da una maga ho imparato che l’indovino si muove sulla “superficie” delle possibilità ma vive in un tempo senza limiti, invisibile, come quello dove si rifugiò la pecora nera che mi apparve bianca. Poi, l’altro, improvvisamente riemerse». Ed ancora leggiamo: «Tremendo / muto desiderio sotto la luna, / disteso è il corpo di Vlasta / impercorribile pianura. / È sempre una madre / alle porte del deserto». Forse l’artista non si accorge che le porte del deserto sono anche le porte del desiderio: le soglie del Tempio. Questa è la prova del fuoco che attende gli iniziati, coloro che credono nell’eterno ritorno: nel “vento incarnato” che giunge dalle tenebre. Si tratta della continua ri-creazione di Sé attraverso l’Altro, nella dimensione misteriosa del sonno, del sogno, della nostalgia, del dolore… della Morte.” Né posso dimenticare la tua austera presenza alla mostra internazionale da me ideata e curata a Otranto nel 1987 dal titolo “ Il ritorno dell’arte . “ e poi il nostro dialogo in forma di poesia nel libro “L’Oscuro la Luce….quasi una sinfonia in Mi Maggiore “ Edizioni Tracce di Pescara . In premessa affermi :” Così fra i meandri della ricerca, per andamenti alterni e per un tempo indefinibile,ci siamo persi di vista ma il “ labirinto”, che come la Poesia non conosce Tempo, ci ha ricondotto nel luogo reale dell’altro incontro, sulle rive del mare di Falassarna dove l’orizzonte c’illude di poter toccare le stelle.
E forse lì, fra respiri antichi, lune, soli, canneti e trasparenze di cristallo la Pittura ha sentito il bisogno di tornare alla Parola per via dell’ incanto e lo stupore.Ora, rileggendo alcuni versi ma astenendomi dal giudizio, m’accorgo che il sonoro colloquio ha mantenuto l’alternarsi fra una proposta tematica e la sua “ antifona”, a differenza, però, del procedere gregoriano impietoso e senza pause, ecco la quiete, la nota taciuta che sottoscrive l’accordo. Se qui si parla di sinfonia è perché συμφωνώ vuol dire semplicemente “essere d’accordo”.Io ho cominciato ponendo timide domande e poi mi sono accorto che le risposte, lungi dal chiudere il discorso,ponevano altre domande e Santa, che come le Sirene conosce il mistero dell’ascolto e del silenzio, mi ha riconsegnato il coraggio di decidere fra la vita e la morte.” E io ti rispondo” . La Poesia è atopica e atemporale nel suo essere vibrazione sonora che, voce che plasma le forme della mente e del mondo. Una immortale Poiesis: un intelligere che trasforma le natura delle cose, le prospettive. Non a caso il termine “prospectiva” indica la scienza della rappresentazione che è sempre stata oggetto di studio dei filosofi. Si tratta, infatti, di imparare a vedere con un altro sguardo e a sentire attraverso un ascolto profondo di sé. E a Falassarna di Creta, monastero dell’anima al confine della terra, dinanzi al mare senza orizzonte, è possibile naufragare nel grembo delle stelle, perdersi per ritrovarsi nel nulla fluttuante che genera la materia profumata di dittamo, mirto e timo. Siamo stelle viventi, elaborazione preziosa del cosmo, nel cui sguardo l’universo riflette se stesso.” 
E il nostro dialogo poetico si conclude metaforicamente con:

Andrea: Terzo Elogio dell’Ombra

Ti amo
ma tu più di me
amasti
l’Oscuro pittore
quando nel buio
apristi il ventre
delle notti cretesi.


Santa Terzo elogio della Luce
Senza volto
è l’Amore
quando impetuoso giunge
in compagnia delle tenebre
e nella Poesia
risplende
di Luce.

Poi otto anni di silenzio e d’ improvviso la notizia del tuo transito nell’oltre… Andrea la tua pittura , la tua ricerca, la tua narrazione filosofica e poetica ti rendono al tuo vero desiderio : “Essere il Signore del Tempo”.

Notizie biografiche dal web

Andrea Carnemolla nasce a Chieti (Italia) nel 1939.

Studia a Napoli seguendo un indirizzo scientifico e questo segnerà profondamente il carattere della sua ricerca, sempre tesa a fondere arte e poesia con i più complessi fenomeni della conoscenza contemporanea.

Dal 1968 partecipa a varie rassegne in Italia ed all’estero. Vince numerosi premi ed è invitato ad esporre presso importanti gallerie italiane.

Dal 1978 hanno inizio le sue ricerche sulle prospettive “anamorfiche” e viene invitato a partecipare ad una mostra dal titolo “L’altro Occhio di Polifemo” presso la “Galleria D’arte Moderna” di Bologna; la mostra indaga sui fenomeni della distorsione ottica sia dal punto di vista estetico che da quello psicoanalitico e scientifico. L’intervento di Carnemolla ha come titolo “Panentropia dell’angolo”.

Nel 1980 si reca a Parigi dove incontra il celebre iconologo Jurgis Baltrusaitis il quale, presa visione delle sperimentazioni di Carnemolla sull’Anamorfosi, decide di aggiornare il suo famoso saggio sulle “Prospettive Depravate” aggiungendo alla nuova edizione le ricerche contemporanee.

Appena un anno dopo, le “Officina Edizioni” di Roma pubblicano “Anamorfosi: Evasione e Ritorno”, dove compaiono saggi critici di Eugenio Battisti, Andrea Carnemolla, Raymon J. Masters, Filiberto Menna ed un’introduzione di Jurgis Baltrusaitis.

I suoi studi sull’Anamorfosi, che affrontano le problematiche simboliche del tempo e dello spazio, lo portano a tenere alcune conferenze sul tema: tra le più importanti ricordiamo quella tenutasi presso l’accademia di belle arti di “Brera” (Milano).

Nel 1982, la dott/ssa Santa Fizzarotti Selvaggi: psicoterapeuta, critico d’arte e poetessa, di recente candidata al Premio Nobel per la Letteratura, come da notizie di stampa, invita Carnemolla a partecipare ad alcuni seminari d’arte e psicanalisi. Da questo momento la Fizzarotti seguirà costantemente il lavoro dell’artista, prendendolo spesso come punto di riferimento per le sue analisi critiche.
Nel 1992 vince il primo premio di pittura “Francesco Paolo Michetti”.

Dopo la mostra “Le Sorgenti dell’Arte” presso il Castello Veneziano d’Iraklion – Creta (1985) curata da Santa Fizzarotti Selvaggi, Carnemolla frequenta spesso l’isola di Creta dove si trasferisce intorno al 1995.

Nel 1997 presenta le sue opere presso la “Pinacoteca Comunale di San Marco” (Iraklion) in una mostra personale dall’ emblematico titolo “Il Ritorno di Icaro”. Sempre ad Iraklion fonda il centro culturale “Punto di Flesso” dove, insieme all’artista Kostantino Dolapsis Krassanakis, lavora, organizza mostre, performance, conferenze ed attività culturali.

Nel 2005 l’editore “Schena” di Fasano- Brindisi pubblica “Lo Sguardo di Epimenide”: opera letteraria in cui Andrea Carnemolla, espone, approfondisce e sviluppa la sua complessa ricerca che si inscrive tra scienza e arte.

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