Ieri, il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris hanno accolto calorosamente i prigionieri rientrati negli Stati Uniti a seguito di uno scambio storico tra Usa, Russia e altri cinque Paesi. Tra i 24 prigionieri liberati figurano il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, l'ex marine Paul Whelan, nonché noti oppositori e dissidenti russi come Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin e Oleg Orlov. L'accordo ha incluso anche due minorenni.
Il dolore per la perdita di Navalny
In una commovente conferenza stampa, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha rivelato che Washington aveva lavorato per includere anche Alexei Navalny nello scambio. Purtroppo, Navalny è deceduto, una notizia che ha suscitato grande dolore. Sullivan ha escluso che lo scambio di prigionieri abbia legami diretti con la guerra in Ucraina.
Il prezzo dello scambio
Il Cremlino ha ottenuto in cambio una decina di detenuti, tra cui Vadim Krasikov, colonnello dell'Fsb condannato all'ergastolo in Germania per l'omicidio in pieno giorno a Berlino di Zelimkhan Khangoshvili, un ex comandante ceceno indipendentista e nemico dichiarato di Vladimir Putin.
Un'impresa diplomatica storica
Questo scambio rappresenta il più grande e complesso 'prisoner swap' tra Washington e Mosca dai tempi della Guerra Fredda. Il presidente Biden ha celebrato l'operazione come un'impresa diplomatica e un potente esempio dell'amicizia e della collaborazione tra alleati. Alla Casa Bianca, i familiari dei prigionieri liberati hanno condiviso momenti di sollievo e gioia, ringraziando il governo per gli sforzi compiuti.
Reazioni internazionali
L'operazione ha suscitato sollievo e plauso anche dall'Onu, da varie cancellerie europee e da Iulia Navalnaya, la moglie di Alexei Navalny, che ha dichiarato: "Ogni prigioniero politico rilasciato è una grande vittoria e gioia". Il Wall Street Journal ha espresso gratitudine a Biden e agli altri governi coinvolti per il loro impegno.
Questo scambio di prigionieri ha segnato un momento di grande importanza nelle relazioni internazionali, dimostrando che anche in tempi di tensione e conflitto, la diplomazia e la cooperazione possono ottenere risultati significativi.