Sanità, dottoressa di guardia medica aggredita a Maruggio si è dimessa. Ugl: 'Una sconfitta per tutti'


ROMA - Le dimissioni presentate dalla dottoressa vittima di un'aggressione a Maruggio, in provincia di Taranto, hanno scosso il settore sanitario e portato a una riflessione profonda. Il gesto, descritto come "colmo di dignità e rabbia", è stato commentato dai rappresentanti sindacali Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute, ed Errica Telmo, segretario provinciale di Taranto, che sottolineano la gravità della situazione.

"Perdere un professionista e lasciare spazio alla violenza rappresenta una sconfitta per l'intera sanità italiana", dichiarano i sindacalisti. L'episodio si inserisce in un contesto preoccupante di continue aggressioni agli operatori sanitari, nonostante l'inasprimento delle pene. Nel 2023, infatti, l'Italia ha già pianto la tragica scomparsa della dottoressa Capovani, aggredita a Pisa da un paziente.

"Le violenze contro i sanitari non si sono fermate, anzi sono in aumento. È evidente che non si riesce ancora a garantire la sicurezza dei professionisti, né negli ospedali né sui mezzi dell'emergenza", proseguono Giuliano e Telmo. Il sindacato chiede un confronto urgente tra tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni immediate e proteggere i lavoratori del settore.

Infine, rivolgono un appello alla dottoressa aggredita a Maruggio: "Le chiediamo di tornare sui suoi passi. La sanità italiana ha bisogno di lei, così come di tutti gli operatori che ogni giorno lavorano al servizio dei cittadini."