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Tuttavia, sul fronte opposto, le autorità locali russe hanno ammesso che il nemico ha preso il controllo di 28 località, segnando un'importante avanzata ucraina. In risposta, il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato un avvertimento minaccioso, dichiarando che l'Ucraina riceverà "una degna risposta" per la sua invasione della regione. Putin ha ribadito che il primo obiettivo del conflitto è ora quello di "espellere" le forze di Kiev dal territorio russo, alimentando ulteriormente la tensione.
Nel frattempo, Mosca ha intensificato la sua offensiva nella regione di Donetsk, uno dei principali teatri di guerra. Le operazioni militari russe si sono fatte più aggressive, mentre la situazione umanitaria si aggrava. Secondo Smirnov, sono già 121.000 i civili evacuati dalle aree di combattimento, evidenziando l'ampiezza della crisi umanitaria in corso. Dall'altro lato della frontiera, nella regione ucraina di Sumy, circa 20.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case.
La Russia ha anche deciso l'evacuazione della popolazione in un distretto della regione di Belgorod, che confina con l'Ucraina, dove sono state segnalate "attività nemiche", secondo quanto dichiarato dal governatore Vyacheslav Gladkov. Questo nuovo sviluppo indica che il conflitto si sta estendendo anche alle aree di confine russe, portando il conflitto su un terreno sempre più instabile e imprevedibile.
Mentre le forze ucraine avanzano e quelle russe intensificano la loro risposta, la guerra continua a infliggere pesanti perdite umane e materiali, e la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l'evolversi di una situazione che sembra lontana da una soluzione pacifica.
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